Un pistolero entra casualmente in possesso di un’ingente somma di denaro. Un suo rivale vuole portargliela via con l’aiuto di un banchiere disonesto, ma, quando si accorge che l’uomo manovra per eliminare anche lui….
Dal romanzo The Manchurian Candidate (1959) di Richard Condon, sceneggiato da George Axelrod: subìto il lavaggio del cervello da parte dei comunisti, un sergente americano rientra dalla Corea trasformato in sicario telecomandato per un attentato politico che potrebbe sovvertire la situazione degli USA. Snobbato ai suoi tempi da 9 critici su 10, attaccato da destra e da sinistra, ma rivalutato più tardi (e non soltanto perché anticipa la fine tragica dei Kennedy) e persino ridistribuito nel 1987. Per l’allucinata costruzione e gli effetti barocchi, a mezza strada tra Hitchcock e Welles, questo thriller fantapolitico può riuscire anche divertente al suo livello di corrosiva satira politica. Squadra di attori di prim’ordine. Rifatto nel 2004 da J. Demme col titolo The Manchurian Candidate.
Un film di Otto Preminger. Con Frank Sinatra, Kim Novak, Darren McGavin, Arnold Stang Titolo originale The Man with the Golden Arm. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 119 min. – USA 1955. MYMONETRO L’uomo dal braccio d’oro valutazione media: 3,58 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari. A Chicago, un abilissimo giocatore d’azzardo è schiavo dell’eroina e succube della moglie rimasta paralizzata in un incidente da lui provocato. Il tenero amore di una ragazza potrebbe redimerlo, ma l’uomo viene accusato di omicidio. Tratto dal romanzo di Nelson Agren sulla vita di un tossicomane, il film venne fortemente voluto dal regista Otto Preminger, che sfidò i duri dettami di quel Codice Hays, che vietava espressamente al cinema di occuparsi di droga, contribuendo alla sua modifica. Con un occhio al cinema espressionista e con una notevole attenzione ai personaggi di contorno, Preminger realizzò “un’opera in cui era presente una vigorosa lezione morale”, avvalendosi di un Frank Sinatra in stato di grazia, della partitura jazz composta appositamente da Elmer Bernstein e dei titoli firmati da Saul Bass. Da ricordare in particolare la lacerante sequenza della disintossicazione di Frankie in un minuscolo monolocale.
Pearl Harbor, qualche giorno prima dell’attacco dei giapponesi. In una caserma americana si intrecciano le vicende di un sergente duro ma umano (Lancaster), di un trombettiere angosciato che non vuol tirare di boxe (Clift), della moglie infelice del comandante del campo (Kerr), di un soldato ubriacone (Sinatra) e di una ragazza che lavora in un locale (Reed). Il sergente si innamora della moglie del comandante e il trombettiere della ragazza del locale, l’alcolizzato muore per le botte di un sergente energumeno. Tutto questo sullo sfondo del proditorio attacco nipponico, il 7 dicembre 1941. Dal romanzo di James Jones. Che il film sia stato insignito di ben otto Oscar (al film stesso e al regista, oltre che alla musica e a Sinatra) è sicuramente un segnale significativo. Si tratta infatti di un’efficace operazione di qualità applicata allo spettacolo. Zinnemann, autore rigoroso ed equilibrato, trova tutte le giuste misure. Sicuramente film d’attori, tutti al massimo delle loro possibilità con stili a confronto. Clift, con la tensione interna di matrice Actor’s Studio, Sinatra, letteralmente miracolato da questo ruolo che lo rilanciò dopo un brutto periodo, Deborah Kerr, attrice e diva inglese affascinante e morbosa, e soprattutto Lancaster, capace di esprimersi nell’azione esattamente come in tutti gli altri esercizi di attore. Fra le tante sequenze che si ricordano una fa parte della più bella mitologia: la scena fra Lancaster e Kerr che si baciano nella risacca. Il film è un altro esempio importante di produzione hollywoodiana, tra qualità e spettacolo.
Un’aristocratica ragazza di Filadelfia, affascinante ma dotata d’un carattere impossibile, mette alla porta il marito e progetta un nuovo matrimonio con un arricchito. Durante i preparativi per le seconde nozze, sotto gli occhi sornioni di una coppia di giornalisti, il respinto riuscirà a riguadagnare il cuore della giovane dopo una memorabile sbronza che le farà abbassare le arie. Forse la migliore commedia americana del periodo d’oro (con Susanna di Howard Hawks), egregiamente interpretata dalla Hepburn, da Grant e da Stewart che, nei panni del giornalista, ebbe l’Oscar (un altro lo ottenne l’autore dello spumeggiante dialogo, Donald Ogden Stewart). Nel 1956 ne venne girata una nuova versione, Alta società, con Frank Sinatra, Grace Kelly e Bing Crosby.
Jonathan Demme si confronta con John Frankenheimer nel remake di Và e uccidi (in originale The Manchurian Candidate) del 1962, per affrontare il tema caldo delle elezioni presidenziali. Il Capitano dell’esercito degli Stati Uniti Bennet Marco, viene salvato dal Sergente Raymond Shaw da un’imboscata durante la guerra del Golfo in cui perdono la vita due uomini. Shaw, eroe di guerra, prosegue la sua ascesa fino ad arrivare a candidarsi per la vicepresidenza degli Stati Uniti, ma nella mente di Marco, ci sono dei punti oscuri. Lentamente i dubbi affiorano e si delineano le certezze. Complotto? Costruito con un climax drammatico, come se fosse una bomba a orologeria, il film di Demme soffre per la lunghezza e per l’approfondimento dei dettagli della storia (presumibilmente per dare alla critica al sistema un valore reale). Denzel Washington nel ruolo che era di Sinatra, si muove bene e interpreta il dramma di un uomo che vede i valori in cui crede ciecamente disintegrarsi davanti agli occhi; Meryl Streep, madre del candidato, è perfida al punto giusto da risultare uno dei “da vedere” del film. Una citazione per il montaggio serrato della sequenza finale. Incessante, denso di tensione, un vero “countdown”. Il momento migliore di un solido e attuale film.
Nell’agosto del ’43 colonnello d’aviazione USA finisce in campo di concentramento italiano. Dopo l’armistizio sfugge con altri alla deportazione. Da un romanzo di David Westheimer un film spettacolare in cui conta soprattutto l’apporto degli attori. Buon apporto italiano con S. Fantoni e A. Celi.
Negli anni Quaranta un detective scalcinato cerca di scagionare il suo cliente dall’accusa di aver ucciso un corteggiatore della moglie. Qui però il cliente è un personaggio dei cartoni animati (che somiglia a Bugs Bunny) e le indagini si svolgono a “Cartoonia” dove vivono “cartoni” buoni e cattivi. La “factory” di Steven Spielberg e la Walt Disney uniscono le loro forze per un best-seller che è nel contempo un grande exploit tecnico (la perfetta fusione fra cartone e fotogramma recitato) e poi un superdivertimento dalle mille trovate (per la precisione 93 nei 93 minuti di proiezione).
Un film di Lewis Milestone. Con Dean Martin, Frank Sinatra, Peter Lawford, Cesar Romero, Angie Dickinson. Titolo originale Ocean’s eleven. Commedia, durata 127′ min. – USA 1960. MYMONETRO Colpo grosso valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Danny Ocean con dieci amici organizza un colpo geniale: svaligiare contemporaneamente cinque case da gioco di Las Vegas. Il furto riesce, ma il bottino va in fumo. È la più divertente e simpatica compagnia di bricconi che si sia vista sullo schermo dopo quella dei Soliti ignoti (1958). Dialoghi affilati, interpreti bravissimi (è l’adunata del clan di F. Sinatra). Un’apparizione geniale di Shirley MacLaine.
Da un romanzo di Joe David Brown. Nell’agosto del ’44, dopo lo sbarco in Normandia, due soldati americani incappano in una donna di sangue misto e se la contendono. E la guerra? Melodramma francese bellico con tensioni razziali. La storia fa acqua da molti buchi e gli attori sono di maniera, tolta l’intensa N. Wood. Ridistribuito come Attacco in Normandia.
Una ricca divorziata sta per risposarsi quando arriva, in compagnia di due giornalisti, l’ex marito, deciso a riconquistarla. Rifacimento in chiave semimusicale di Scandalo a Filadelfia (1940) con belle canzoni di Cole Porter e la tromba di Louis Armstrong. Più eleganza che scatto, ma nel primo tempo non mancano i momenti divertenti.
Da un racconto di Natalie Marcin. Due marinai in vacanza, pronti a salpare da Los Angeles, fanno amicizia con un ragazzino che vuole arruolarsi in Marina come loro e, nel frattempo, si contendono le grazie, a passo di danza, di una bellina del posto. Fu la prova generale del bellissimo Un giorno a New York girato 4 anni dopo dai due attori. Piacevole, ben recitato e danzato, con gradevoli canzoni di Styne e Cahn. Divertente numero di G. Kelly che balla con Jerry, il topolino dei cartoon di Hanna & Barbera su coreografia di Stanley Donen. Ridistribuito come Canta che ti passa. Oscar alle musiche di George Stoll.
Verso la fine del secolo scorso la proprietaria di un night-club di Parigi è incriminata per attentato alla pubblica decenza a causa di un nuovo e audace ballo, il can-can. Tolta la celebre “I love Paris”, questo musical di Cole Porter non splendeva nemmeno a teatro. L’adattamento l’ha reso più fiacco. Buone le coreografie di Hermes Pan, attori simpatici. Piacevole ma tiepido. Scandalizzò Krusciov in visita negli USA.
Coniugi in crisi decidono di recarsi in Messico per ottenere un veloce divorzio. Il migliore amico di lui cerca di approfittarne subito. Ovvero come sprecare una squadra di bravi attori in una commedia insulsa col solo scopo (fallito) di far quattrini. Buon coreografo di Broadway, J. Donohue non ebbe fortuna come regista di cinema. Morì a 76 anni senza lasciare un buon film.
David Marcus, avvocato ed ex colonnello degli Stati Uniti, va in Palestina per aiutare i suoi correligionari nelle lotte contro gli arabi che vogliono impedire la costituzione dello Stato di Israele. Il suo apporto sarà determinante.
Nella cittadina di Suddenly (California) il tiratore scelto John Baron (Sinatra) e due suoi complici si introducono in un appartamento, sequestrando la famiglia che lo occupa, per assassinare il presidente degli Stati Uniti in arrivo per una partita di pesca. Scritto da Richard Sale, girato in 4 settimane, è un B movie vivace e intenso, ben recitato, specialmente da un insolito Sinatra. Si vociferò che fu visto anche da Lee Harvey Oswald che il 22-11-1963 a Dallas sparò a J.F.K. Esiste anche in versione colorizzata.
Frank Sinatra nei panni di un simpatico tipo di fallito, buono come il pane e idolatrato dal figlioletto, ma incapace di provvedere a se stesso. Il fratello maggiore lo spinge a corteggiare una vedova che potrebbe risolvere i suoi problemi; lui esita, la vedova però gli toglierà ogni dubbio. Con l’approvazione del ragazzino.
Un film di Gordon Douglas. Con Frank Sinatra, Richard Conte, Raquel Welch, Martin Gabel.Titolo originale Lady in Cement. Giallo, durata 93 min. – USA 1968. MYMONETRO La signora nel cemento valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Frank Sinatra riprende il personaggio dell’investigatore privato Tony Rome. Qui vediamo Rome durante un’escursione subacquea imbattersi nel cadavere di una donna ammazzata e colata a picco con i piedi infilati nel cemento. La donna è una certa Sondra che ricattava una bellona protetta dal capo di una gang. La bellona nega di aver ucciso Sondra, e anzi sarà lei ad aiutare Rome a scoprire il colpevole. View full article »
Regia di Stanley Donen, Gene Kelly. Un film Da vedere 1949 con Frank Sinatra, Gene Kelly, Ann Miller, Betty Garrett, Alice Pearce. Titolo originale: On the Town. Genere Commedia – USA, 1949, durata 98 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 5 recensioni.
Tre marinai, amici per la pelle, scendono a New York per un giorno di licenza. Decisi a visitare la metropoli, rimangono intrappolati da tre belle ragazze alle quali finiranno col legarsi. Una trama esile che serve da spunto per canzoni e balletti. View full article »
Un film di Vincente Minnelli. Con Shirley MacLaine, Dean Martin, Frank Sinatra, Arthur Kennedy, Martha Hyer. Titolo originale Some Came Running. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 136 min. – USA 1959. MYMONETRO Qualcuno verrà valutazione media: 3,54 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Uno scrittore, tornato dalla seconda guerra mondiale, si scontra con le ipocrisie della sua piccola città di provincia facendo amicizia con persone poco rispettabili, ma di gran cuore. Decide addirittura di sposarsi con una ragazza ritenuta una poco di buono. Costei, però, viene uccisa subito dopo il matrimonio da un suo antico amante. View full article »
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