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Risultati immagini per Federico FelliniFederico Fellini (Rimini, 20 gennaio 1920Roma, 31 ottobre 1993) è stato un regista e sceneggiatore italiano.
È considerato universalmente uno dei più grandi ed influenti cineasti della storia del cinema mondiale. Già vincitore di quattro premi Oscar al miglior film straniero, per la sua attività da cineasta gli è stato conferito nel 1993 l’Oscar alla carriera. Vincitore due volte del Festival di Mosca (1963 e 1987), ha inoltre ricevuto la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1960 e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985.
Nell’arco di quasi quarant’anni – da Lo sceicco bianco del 1952 a La voce della luna del 1990 – Fellini ha “ritratto” in decine di lungometraggi una piccola folla di personaggi memorabili. Definiva se stesso “un artigiano che non ha niente da dire,ma sa come dirlo”. Ha lasciato opere indimenticabili, ricche di satira ma anche velate di una sottile malinconia, caratterizzate da uno stile onirico e visionario. I titoli dei suoi più celebri film, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, e Amarcord – sono diventati dei topoi citati, in lingua originale, in tutto il mondo.

Lungometraggi

Vintage advertising poster: La Dolce Vita - Signum Firenze

Regia di Federico Fellini. Un film Da vedere 1960 con Marcello MastroianniAnita EkbergAnouk AiméeYvonne FurneauxAlain CunyAnnibale NinchiCast completo Genere Commedia – ItaliaFrancia1960durata 173 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro4,65 su 94 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

A Roma, in pieno giorno, compare nel cielo una statua di Gesù Cristo trasportata da un elicottero. La visione suscita l’interesse di gran parte della popolazione, dai ragazzi delle periferie alle ricche signore degli attici del centro storico, e un cronista, Marcello Rubini, ne approfitta per far immortalare le scene dai suoi amici fotografi e dal fedele fotoreporter d’assalto Paparazzo.
Marcello è un aspirante scrittore che lavora per un giornale scandalistico, stazionando ogni sera di fronte ai locali di via Vittorio Veneto in cerca di qualche pettegolezzo o foto sensazionale sulle frequentazioni di personaggi del mondo dello spettacolo, di ricchi borghesi o di nobili in cerca di eccessi. Nonostante conviva con una donna molto gelosa e depressa, Emma, Marcello ha frequentazioni con donne di ogni tipo e di ogni ambiente. Nel giorno in cui arriva a Roma un’importante attrice svedese, Marcello accompagna la delegazione in un locale all’aperto tra le rovine romane e poi scappa con la donna per le vie del centro di Roma.
Nel 1960 in Francia nasce la Nouvelle Vague e in Italia muore il Neorealismo. I fondamenti di quel cinema dell’indecidibilità del quotidiano, su cui molti giovani turchi dei Cahiers hanno concepito un’etica rigorosa e un’estetica radicale, vengono completamente riformulati da un’opera che allo sguardo stretto e ravvicinato delle “piccole voci” del Dopoguerra sostituisce la visione allargata del boom economico, soppiantando l’attenzione per miserie e indigenza con una panoramica che attraversa trasversalmente più classi sociali. La dolce vita impone un nuovo modo di guardare alla realtà: traccia un quadro più ampio e trasfigurato, capace di trattenere il respiro di un’intera epoca, al punto da diventare il paradigma non solo poetico ma soprattutto storico del suo immaginario.
In una Roma rifigurata attraverso le pagine dei rotocalchi, la frenesia del divismo e il razionalismo dell’urbanizzazione, Fellini – con Tullio Pinelli ed Ennio Flaiano (e Pasolini non accreditato) – fanno muovere in lungo e in largo il personaggio di Marcello Rubini, giornalista bello e amato quanto invisibile e inetto. Mastroianni crea la figura di un viveur tragico e insoddisfatto: un intellettuale meschino che vive nella mondanità e sulle spalle di essa, tanto frustrato dall’imbastardimento delle proprie aspirazioni letterarie quanto indolentemente appagato dall’incapacità a opporvi resistenza. Fellini si serve di Marcello per stabilire una continuità fra una serie di episodi senza un preciso legame narrativo, se non quello, più stretto, che racconta l’involuzione del personaggio e quello, più ampio, che cerca di dipingere un affresco delle varie realtà socio-economiche di Roma.
In questa serie di sequenze temporalmente sconnesse, indefinite, sospese, Marcello attraversa varie forme e ambienti sociali (dai frequentatori e le ballerine dei night club alle prostitute della periferia dell’Appia Nuova, dai salotti intellettuali ai ricevimenti dei nobili nel viterbese) per narrare il grande spettacolo della decadenza contemporanea. Fellini concepisce ogni singolo episodio attorno a un’idea costante di apparizione-rappresentazione, all’interno di un paesaggio che si presenta vuoto e disabitato oppure caotico e sovraffollato. Continuamente sospese fra vitalità e senso di morte, sacro e profano, moralismo e trasgressione, le varie sequenze si costituiscono come altrettanti numeri di una messa in scena tenuta da manichini e faccendieri. Una rappresentazione metafisica e “neodecadente” allestita tanto negli orizzonti degli scenari quanto negli occhi dei personaggi (non ultimi, quelli della creatura marina del finale), nella quale possiamo scorgere non solo la patina dei rotocalchi di quegli anni, ma anche, come sosteneva Serge Daney, «una sorta di anticipazione ironica, perfino cinica, di quella che sarà la programmazione televisiva».

La Dolce Vita (1960) on IMDb

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http://www.easybytez.com/l9erl9ehvvn5/Prova_d_Orchestra.aviProva d'orchestra - Film (1979) - MYmovies.itUn film di Federico Fellini. Con Clara Colosimo, Umberto Zuanelli, Balduin Baas, Giovanni Javarone. Commedia, durata 70′ min. – Italia 1979. MYMONETRO Prova d’orchestra * * * - - valutazione media: 3,19 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In una chiesa sconsacrata si tiene una prova d’orchestra che non va bene. Il direttore strapazza gli orchestrali. Pausa. Quando il maestro torna in sala, è scoppiato il Sessantotto: urla, berci, slogan contro il potere e le istituzioni, scritte eversive finché un’enorme palla d’acciaio sfonda un muro tra polvere e detriti. Laceri e impauriti, gli orchestrali ricominciano la prova, guidati dal direttore che ora parla in tedesco. Apologo estetico? Parabola etica e civile? Allegoria politica sulla società italiana? Il filmetto (Fellini dixit) si prestò a queste e ad altre interpretazioni. Forse sarebbe meglio abbandonarsi al piacere del testo. Nastro d’argento alla musica (Nino Rota, alla memoria). Ispirò l’opera omonima di Giorgio Battistelli (prima mondiale a Strasburgo il 25.11.1995, prima italiana al Teatro dell’Opera di Roma nel marzo 2001).

Orchestra Rehearsal (1978) on IMDb

I CLOWNS - Film (1970)Un film di Federico Fellini. Con Anita Ekberg, Riccardo Billi, Liana Orfei, Tino Scotti, Fanfulla. Commedia, durata 93′ min. – Italia 1970. MYMONETRO I clowns * * * - - valutazione media: 3,33 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Fellini trova il modo di rievocare i sogni, le scoperte, gli stupori della sua infanzia. Special televisivo in forma di bloc-notes, di chiacchierata a ruota libera in cui Fellini continua a parlare di sé stesso attraverso il circo. Confidenziale, qua e là saggistico. Almeno 2 o 3 sequenze memorabili. Nastro d’argento ai costumi di Danilo Donati.

The Clowns (1970) on IMDb

Locandina La città delle donneUn film di Federico Fellini. Con Ettore Manni, Marcello Mastroianni, Anna Prucnal, Bernice Steegers, Donatella Damiani. Commedia, durata 145′ min. – Italia 1980. – VM 14 – MYMONETRO La città delle donne * * * 1/2 - valutazione media: 3,63 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Diario di bordo di un esploratore (Snaporaz = Mastroianni = Fellini) nel suo viaggio sul Pianeta Donna, ma anche tentativo di autoritratto in forma di fantasia onirica, sincero di quella sincerità che in F. Fellini è sfilata, festa, carosello, bella confusione. Di straordinaria ricchezza inventiva, è anche un film sul cinema in chiave di memoria. Film passionale più che ideologico con la forza, e i limiti, di chi si mantiene nell’area autobiografica. Scritto con B. Zapponi e B. Rondi. 4 Nastri d’argento: regia, fotografia (Giuseppe Rotunno), scene (Dante Ferretti), costumi (Gabriella Pescucci). Musica: Luis Bacalov. Il Leitmotiv è di Meri Lao.

City of Women (1980) on IMDb

Regia di Roger VadimLouis MalleFederico Fellini. Un film con Brigitte BardotJane FondaAlain DelonPeter FondaTerence StampRenzo PalmerCast completo Genere Horror – ItaliaFrancia1967durata 121 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Tre trasposizioni da Edgar Allan Poe ad opera di altrettanti prestigiosi registi. Nell’episodio Metzengerstein, una lussuriosa castellana s’accende per un uomo che la rifiuta. Conseguenze tragiche. In William Wilson, un ufficialetto austriaco, cinico e sadico, è affrontato da un nemico che gli somiglia e ucciso. In Toby Dammit, un attore di cinema, a Roma per un western, ha continuamente un incubo.

Spirits of the Dead (1968) on IMDb

Regia di Federico FelliniAlberto Lattuada. Un film con Peppino De FilippoCarlo RomanoGiulietta MasinaCarla Del PoggioDante MaggioCast completo Genere Commedia – Italia1951durata 93 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,10 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

È la storia di una compagnia di guitti. Il capocomico (De Filippo) è innamorato della soubrette (Del Poggio). Glielo dice e la ricatta (bonariamente). Lei sarebbe pronta a cedergli, ma lui alla fine si vergogna di se stesso. 

Variety Lights (1950) on IMDb

Cento anni fa nasceva a Rimini Federico Fellini. Regista amato all’inverosimile in quegli Stati Uniti che l’hanno persino corteggiato a un certo punto, ma alle cui lusighe Fellini non ha mai ceduto (diceva che fuori dall’Italia non avrebbe saputo come raccontare un altro popolo).

Criterion perciò ne celebra il centenario con un cofanetto contenente 14 dei suoi film (mancano I clowns, Casanova, Prova d’orchestra, La città delle donne, Ginger e Fred e La voce della luna), più altro materiale che ne arricchisce l’offerta. Undici di questi sono stati rimasterizzati in 4K, il che di per sé rappresenta un incentivo non da poco. Il resto lo trovate di seguito, a partire dai titoli, oltre che sul sito ufficiale di Criterion.