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El Dorado (1966) John Wayne Robert Mitchum poster del film western di culto  ristampa 18x12 pollici circa.

Un film di Howard Hawks. Con Robert Mitchum, John Wayne, Paul Fix, James Caan, Arthur Hunnicutt. Titolo originale . Western, durata 126′ min. – USA 1967. MYMONETRO El dorado * * * - - valutazione media: 3,03 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal romanzo The Stars in Their Courses di Harry Brown. Uno sceriffo che s’è dato al bere per una pena d’amore deve far fronte a un allevatore tanto ricco quanto prepotente. Si fa dare una mano da un suo vecchio aiutante, da uno sbarbatello e da un arzillo vecchietto. Il penultimo film di Hawks _ prima di Rio Lobo (1970) _ è una variazione sui temi e i personaggi di Un dollaro d’onore (1959), basata su una sceneggiatura scritta da Leigh Brackett, sua collaboratrice fin dai tempi di Il grande sonno (1946). Non è né una ripetizione né una parodia, ma semmai un’elegia sui vecchi tempi, sorvegliata dall’angelo custode dell’ironia. Per Hawks anche gli eroi invecchiano, ma lo sanno e non nascondono le proprie infermità dell’anima e del corpo

El Dorado (1966) on IMDb
Locandina Love Story

Un film di Arthur Hiller. Con Ali MacGraw, Ryan O’Neal, John Marley, Ray Milland, Russell Nype. Drammatico, durata 99 min. – USA 1970. MYMONETRO Love Story * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 25 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Uno studente di buona famiglia in un college s’innamora di una ragazza di origine italiana. Si sposano. Lui continua a studiare e a litigare con il padre. Poi lei muore, a ventiquattro anni.

Love Story (1970) on IMDb

Regia di Henry King. Un film con Lee J. CobbVincent PriceJennifer JonesCharles BickfordGladys CooperAnne RevereCast completo Titolo originale: The Song of Bernadette. Genere Biografico – USA1943durata 156 minuti. – MYmonetro 3,34 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

A Lourdes, nella seconda metà del secolo scorso, una contadinella, Bernadette Soubirous, ha la visione della Madonna. Le autorità civili e religiose (il prete del villaggio, il dottore, il magistrato, la badessa del convento dove Bernadette è inviata perché rinsavisca) non credono al miracolo.

The Song of Bernadette (1943) on IMDb

La versione ita è 720p ma la qualità non è granchè a mio giudizio.

Ottima la versione eng subita. I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.

Risultati immagini per Il grande Cielo

Un film di Howard Hawks. Con Kirk Douglas, Dewey Martin, Arthur Hunnicutt, Elizabeth Threatt, Barbara Hawks, Bon Belloe, Booth Coleman, Buddy Baer. Titolo originale The Big Sky. Western, b/n durata 112 min. – USA 1952. MYMONETRO Il grande cielo * * * * - valutazione media: 4,31 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Missouri 1832. Jim (Douglas) e Bill (Martin) si incontrano e diventano amici, vanno a caccia e fanno baldoria. A S. Louis finiscono in gattabuia, ma escono grazie all’intervento di un commerciante che intende opporsi allo strapotere della Compagnia delle pellicce: risalirà il Missouri fino alle terre dei Piedi neri, forte di un eccezionale ostaggio, la figlia del capo indiano, che costituirà appunto da lasciapassare. Durante il viaggio la donna, misteriosa e silenziosa, coltiva i suoi sentimenti. Straordinario capolavoro western, opera di un regista che quattro anni prima aveva firmato un’altra pietra miliare del genere, Il fiume rosso. Hawks si poneva dunque nell’eccellenza dei film sull’ovest, a pochissima distanza da John Ford. Il film contiene tutti i grandi temi della frontiera, in maniera decisamente “fisica”: magnifica la natura, così come i tempi dell’avventura, e tutt’altro che banali gli intrecci dei rapporti. Hawks è stato titolare di minor mito rispetto a Ford, i suoi film sono più vicini a una buona verità. Una certa critica considera questo autore per certi versi più attendibile e completo di Ford stesso. Il grande cielo, del 1952, fa parte della più bella stagione del western (esattamente coetaneo di Mezzogiorno di fuoco), quando il cinema era ancora “muscolarmente” forte ed era perfezionato, ma capace di temi vasti positivi e ingenui che avrebbero resistito ancora per poco.

The Big Sky (1952) on IMDb
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Un film di Howard Hawks. Con John Wayne, Walter Brennan, Montgomery Clift, John Ireland. Titolo originale Red River. Western, b/n durata 125 min. – USA 1948. MYMONETRO Il fiume rosso * * * * 1/2 valutazione media: 4,67 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Un cowboy, Tom Dunson, lascia una carovana e assieme a un vecchio amico decide di diventare allevatore. Un giovane orfano, Matthew Garth, diventerà il suo figlioccio. Passano quindici anni e Dunson è diventato un ricco allevatore. Tra lui e il giovane Matthew c’è grande accordo. Ma Dunson si è trasformato. È duro e spietato con chi osa contrastarlo. Matthew lo affronta, lo disarma e lo abbandona al suo destino. Sarà il giovane a condurre una mandria di 8000 capi, ma senza l’intenzione di privare Dunson della sua proprietà. Dopo una lunga marcia Matthew giunge ad Abilene e vende la mandria a un ottimo prezzo. Nel frattempo giunge Dunson, che lo ha seguito con l’intenzione di vendicarsi. Ingaggiano un violento corpo a corpo, interrotto dall’intervento di Tess, la ragazza di Matthew. Sarà lei a far comprendere ai due uomini che l’affetto che li lega è ancora forte. Ora l’azienda di Dunson recherà anche il marchio di Matthew. Chi volesse porre Il fiume rosso in cima alle sue preferenze non sbaglierebbe. Il film, che da molti anni circola in Italia in un’edizione mutilata di circa mezz’ora, è epico senza sconfinare nella convenzione hollywoodiana.

È rivoluzionario nello svolgimento del racconto, specie quando rappresenta la spietatezza di Dunson. La stessa ferocia che Wayne sfodera in Sentieri selvaggi. Tutto il racconto è il paradigma della letteratura western, Ford compreso. Due maestri di tale grandezza sono accumunati dal tema e dal suo svolgimento. Gli attori non a caso sono gli stessi. Naturalmente lo stile Hawks si evidenzia nei tempi del racconto, che sono più larghi rispetto a Ford, più incline al sentimentalismo di stampo irlandese. Hawks è americano nel tratto epico e nella raffinatezza dei dialoghi. Le sequenze da ricordare sono numerose e hanno ispirato buona parte dei western. La partenza notturna della mandria è stata rifatta da Dick Richards in Fango, sudore e polvere da sparo, con un ostentato omaggio al maestro. Sorprendente la presenza del ventottenne Montgomery Clift, nel suo primo e unico western. Il suo modo di guardare l’interlocutore e la sua intensità erano merce rara a quei tempi. Ma la sinergia che sprigiona la coppia Wayne-Clift è frutto proprio della loro diversità e dimostra come il bistrattato John Wayne fosse un notevole attore. I critici del tempo si erano sbizzarriti nel cercare elementi di giudizio che conducessero i personaggi nei dintorni di una tragedia greca. Una presunta e malcelata omosessualità dei due protagonisti è il tema ossessivo, che come una maledizione si era abbattuto sui compilatori dei “Cahier” e sui loro malridotti epigoni. Impossibile raccontare un’amicizia virile senza dovere fare i conti con la psicanalisi, di cui hanno tanto bisogno numerosi cinefili, che ammorbano le limpide acque delle avventure en plein air.

Red River (1948) on IMDb
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Lo Spettro (1963)Un film di Robert Hampton. Con Barbara Steele, Peter Baldwin, Harriet White, Leonard G. Elliot, Umberto Raho.Horror, durata 97 min. – Italia 1963. MYMONETRO Lo spettro * * - - - valutazione media: 2,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In Inghilterra, nell’Ottocento, un’uxoricida ricerca il denaro del marito aiutata dall’amante, ma la coppia viene terrorizzata dallo spettro del morto. Sorpresa finale.

The Ghost (1963) on IMDb

Versione accettabile ma un pò rumorosa. Purtroppo non ho trovato di meglio

Regia di Hou Hsiao-Hsien. Un film con Tony Chiu-Wai Leung, Shu-fen Hsin, Chen Sown-yung, Kao Jai. Titolo originale: Beiquing chengshi. Genere Storico – Taiwan1989durata 158 minuti. – MYmonetro 3,59 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un vero capolavoro. Sottovalutato in parte dai critici italiani e salutato dalla critica internazionale come uno dei migliori film dell’ultimo decennio. Vinse il Leone d’Oro accompagnato da ingiuste polemiche. Hsiao-Hsien, il regista, ha avuto anche il merito di produrre Lanterne rosse. Con uno stile complesso e in sottrazione, si narrano le vicende dei taiwanesi alla fine della seconda guerra mondiale. Il Giappone cedeva alla Cina l’isola di Taiwan e la situazione diventava drammatica. Pieno di personaggi e di momenti lirici e poetici. 

A City of Sadness (1989) on IMDb
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Un film di Henry Hathaway. Con Lucille Ball, Clifton Webb Titolo originale The Dark Corner. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 99′ min. – USA 1946. MYMONETRO Il grattacielo tragico * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Scontata una pena per una colpa non commessa, detective privato si trasferisce a New York e scopre una trama ai suoi danni. Dramma svelto, efficace ed eccitante con una Ball insolita. Hathaway era nel suo periodo realistico.

The Dark Corner (1946) on IMDb

Regia di Kore’eda Hirokazu. Un film Da vedere 2018 con Lily FrankySakura AndôMayu MatsuokaKirin KikiJyo Kairi, Miyu Sasaki, Kengo KoraCast completo Titolo originale: Shoplifters. Genere Drammatico, – Giappone2018durata 121 minuti. Uscita cinema giovedì 13 settembre 2018 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,07 su 22 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

In un umile appartamento vive una piccola comunità di persone, che sembra unita da legami di parentela. Così non è, nonostante la presenza di una “nonna” e di una coppia, formata dall’operaio edile Osamu e da Nobuyo, dipendente di una lavanderia. Quando Osamu trova per strada una bambina che sembra abbandonata dai genitori, decide di accoglierla in casa.

La famiglia, per definizione, non si sceglie. O forse la vera famiglia è proprio quella che si ha la rara facoltà di scegliere. Libero arbitrio parentale: un tema niente affatto nuovo nel cinema di Kore-eda Hirokazu, dallo scambio di figli di Father and Son alla sorellanza estesa di Little Sister.

Ma Un affare di famiglia percorre solo in apparenza binari antichi, nascondendo una differente declinazione della materia, che guarda al sociale come l’autore non faceva dai tempi di Nessuno lo sa. In un’opera brutalmente separata in due atti, che lavora molto sul dialogo con lo spettatore. Il primo segmento sembra esaudire appieno le aspettative di quest’ultimo, introducendolo a un gruppo di ladruncoli che, per interesse prima e per affetto poi, si ritrova a festeggiare un colpo, simulando di avere dei rapporti effettivi di parentela. Tutto sembra procedere nella direzione più attesa, sino alla svolta narrativa che riapre il vaso di Pandora e rimette tutto in discussione. “Buoni”, “cattivi”, giusto e sbagliato, diventano concetti ribaltati sullo spettatore e sui suoi dubbi, con una padronanza della narrazione – già intravista nel “rashomoniano” The Third Murder – che guarda al relativismo di Kurosawa Akira, ancor più che al consueto termine di paragone di Ozu.

Kore-eda è ormai talmente padrone della propria poetica, elaborata attraverso una lunga e pregevole filmografia, da poterne disporre a piacimento, rivoltandola come un guanto per offrire nuovi punti di vista, nuove ricerche di verità.

Il conflitto tra legge morale e legge sociale trasforma i toni quasi da commedia della rappresentazione della famiglia fittizia in un dramma colorato di nero, che colpisce come una sferzata, dopo aver aperto il cuore al sentimento. Lo scontro tra legge e natura raggiunge il suo apice nell’epilogo di Un affare di famiglia, dimostrando l’invincibilità della prima – che ostruisce la costruzione di un modello alternativo – ma ribadendo con forza le ragioni della seconda.

Shoplifters (2018) on IMDb

Il Grinta - Film (1969)Un film di Henry Hathaway. Con John Wayne, Glen Campbell, Kim Darby, Jeremy Slate, Robert Duvall. Titolo originale True Grit. Western, durata 128′ min. – USA 1969. MYMONETRO Il grinta * * 1/2 - - valutazione media: 2,94 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Vecchio sceriffo monocolo è assoldato da giovane proprietaria per catturare l’assassinio del padre. Dal romanzo Un vero uomo per Mattie Ross di Charles Portis, un western consueto in funzione del gigionismo di Wayne che, infatti, ebbe un Oscar. Verboso, godibile quando schiaccia il pedale al grottesco. “Lo sceriffo che ammazza senza preavviso stabilisce una continuità storica tra la bandiera nera di Quantrell e i berretti verdi nel Vietnam” (T. Kezich). Idealmente seguito da Torna il Grinta. Il personaggio del guercio Rooster Cogburn fu ripreso da Warren Oates in un film TV del 1978. Rifatto nel 2010 dai fratelli Coen.

True Grit (1969) on IMDb

Regia di Michael Haneke. Un film Da vedere 2009 con Christian FriedelLeonie BeneschUlrich TukurUrsina LardiBurghart KlaußnerCast completo Titolo originale: Das Weiße Band. Genere Drammatico, – AustriaFranciaGermania2009durata 144 minuti. Uscita cinema venerdì 30 ottobre 2009 distribuito da Lucky Red. – MYmonetro 3,40 su 21 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Intorno al 1913 la quieta vita di Eichwald, paese della Germania del Nord, è turbata da una serie di strani e crudeli incidenti, all’apparenza privi di spiegazione. Non si riesce a individuare i responsabili. Il maestro della scuola locale – anche voce narrante – riunisce i fili degli eventi finché raggiunge una terribile verità che potrebbe essere il frutto di un’interpretazione paranoica. Il pastore protestante si rifiuta di credergli. Lo scoppio della guerra 1914-18 porta il maestro a non tornare più nella comunità. 1° film in lingua tedesca dal 1997 del regista austriaco “al quale preme rappresentare l’impossibilità di fare i conti con la realtà, oggi come ieri” (P.M. Bocchi) che ne fa il resoconto di un orrore a macchia d’olio inconcepibile più che inammissibile. È un film in bianco e nero (più bianco che nero) che lascia libero lo spettatore di decifrare i misteri della vicenda. Chi sono i colpevoli: i bambini o gli adulti? Senza quasi mai usare il primo piano, Haneke si pone di fronte alla realtà illeggibile di un panorama umano di vizi privati e pubbliche virtù sotto la coperta pesante del perbenismo. Suggerisce che potrebbe essere il terreno di cultura e la massa acritica del futuro nazismo. Palma d’oro al Festival di Cannes 2009. Distribuito da Lucky Red. Scritto da Haneke con Jean-Claude Carrière.

The White Ribbon (2009) on IMDb

Regia di Robin Hardy. Un film con Edward WoodwardChristopher LeeDiane CilentoBritt EklandIngrid PittLindsay KempCast completo Genere Giallo/horror – Gran Bretagna1973,

In seguito alla misteriosa scomparsa di una ragazza, il sergente Howie arriva su un’isola remota per indagare, ma la comunità pastorale guidata dallo strano Lord Summerisle non è ciò che sembra.

The Wicker Man (1973) on IMDb

Regia di Peter Howitt. Un film con Gwyneth PaltrowJohn HannahJohn LynchJeanne Tripplehorn, Zara Turner, Douglas McFerranCast completo Genere Commedia, – USA1997durata 99 minuti. Uscita cinema venerdì 4 settembre 1998 distribuito da Medusa. – MYmonetro 3,01 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Una ragazza prende la metropolitana. Subito dopo la stessa ragazza non riesce per una frazione di secondo a prendere la stessa metropolitana. Partono così due destini della stessa persona. Se avesse preso quel treno cosa le sarebbe successo? Così sono due le storie. Una finisce bene, con un nuovo amore, l’altra finisce male. Un singolare esperimento narrativo, di buon succeso di pubblico e di buon stile narrativo. L’emergentissima Paltrow è molto brava, a proprio agio nei due destini e personalità. 

Sliding Doors (1998) on IMDb
Locandina italiana Il suo nome è Tsotsi

Un film di Gavin Hood. Con Presley Chweneyagae, Mothusi Magano, Israel Makoe, Percy Matsemela, Jerry Mofokeng Titolo originale Tsotsi. Drammatico, durata 91 min. – Gran Bretagna, Sudafrica 2005. uscita venerdì 3 marzo 2006. MYMONETRO Il suo nome è Tsotsi * * * - - valutazione media: 3,23 su 26 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

“Tsotsi” significa “bandito” nel linguaggio di strada nella periferia di Johannesburg. Tsotsi è il soprannome di un ragazzo di 19 anni che ha rimosso ogni ricordo del suo passato, compreso il suo vero nome. Tsotsi conduce una vita all’insegna della violenza; riempie di botte un compagno della sua gang perché gli fa troppe domande, ruba un’automobile, ferendo la donna che la guidava, ma scopre sul sedile posteriore la presenza di un neonato. A modo suo Tsotsi incomincerà a prendersi cura di lui. Il film è tratto da un romanzo – ambientato negli anni ’50 – di formazione dello scrittore e drammaturgo Athol Fugard. La storia è stata trasposta nell’attualità perché i temi affrontati sono universali e senza tempo: la consapevolezza di sé e la redenzione. Lo stile è quello di un thriller psicologico in cui il protagonista sarà costretto a confrontarsi con la propria natura aggressiva e ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni. Gli attori parlano il linguaggio-slangs delle strade di Soweto; il mondo di Tsotsi è un mondo di contrasti: baracche/grattacieli, ricchezza/povertà, rabbia/dolore. I personaggi – o meglio, i ragazzi – hanno un’anima duplice: dietro alla corazza di rabbia e violenza si cela la loro umanità, il loro grido di aiuto, di attenzione e di rispetto. Quello vero.

Tsotsi (2005) on IMDb
Risultati immagini per I Raptus segreti di Helen

Un film di Curtis Harrington. Con Shelley Winters, Debbie Reynolds, Dennis Weaver Titolo originale What’s the Matter with Helen?. Drammatico, durata 101′ min. – USA 1971. MYMONETRO I raptus segreti di Helen * * - - - valutazione media: 2,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Per rifarsi una vita, le madri di due giovani condannati a morte aprono a Hollywood nel 1934 una scuola di danza. Una s’innamora di un ricco vedovo, l’altra dà segni di grave squilibrio psichico. Scritto e sceneggiato da Henry Farrell _ autore del racconto da cui fu tratto Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) di Robert Aldrich _ è uno psicodramma trucido e grottesco con 2 protagoniste in gara di bravura e con interessanti note sulla Hollywood degli anni ’30.

 I raptus segreti di Helen
(1971) on IMDb

Regia di John Hillcoat. Un film Da vedere 2009 con Viggo MortensenKodi Smit-McPheeCharlize TheronRobert DuvallGuy PearceCast completoGenere Drammatico – USA2009durata 111 minuti. Uscita cinema venerdì 28 maggio 2010 distribuito da Videa. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,74 su 129 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sulla strada un uomo e un bambino procedono dietro a un carrello e dentro “una notte più buia del buio e un giorno più grigio di quello passato”. Una pioggia radioattiva ha spento i colori del mondo, una guerra o forse un’apocalisse nucleare ha terminato la natura e le sue creature: gli alberi cadono, gli uccelli hanno perso l’intenzione del volo, il mare ha esaurito il blu, gli uomini non sognano più e si nutrono di uomini e crudeltà. Dal passato verso un futuro che non si vede si muovono un padre e un figlio, resistendo alle intemperie e agli assalti dei disperati con due colpi in canna e il fuoco dell’amore. In viaggio verso sud, il genitore racconta al bambino la sua vita a colori, piena di musica e della dolcezza bionda di sua madre, inghiottita dalla notte e dalla paura di sopravvivere. Lungo la strada il ragazzo esplorerà la propria umanità, imparando la conoscenza del bene e del male. 

 The Road
(2009) on IMDb
Locandina italiana Il discorso del re

Un film di Tom Hooper. Con Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Jennifer Ehle. Titolo originale The King’s Speech. Storico, durata 111 min. – Gran Bretagna, Australia 2010. – Eagle Pictures uscita venerdì 28 gennaio 2011. MYMONETRO Il discorso del re * * * 1/2 - valutazione media: 3,84 su 213 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Duca di York e secondogenito di re Giorgio V, Bertie è afflitto dall’infanzia da una grave forma di balbuzie che gli aliena la considerazione del padre, il favore della corte e l’affetto del popolo inglese. Figlio di un padre anaffettivo e padre affettuoso di Elisabetta (futura Elisabetta II) e Margaret, Bertie è costretto suo malgrado a parlare in pubblico e dentro i microfoni della radio, medium di successo degli anni Trenta. Sostituito il corpo con la viva voce, il Duca di York deve rieducare la balbuzie, buttare fuori le parole e trovare una voce. Lo soccorrono la devozione di Lady Lyon, sua premurosa consorte, e le tecniche poco convenzionali di Lionel Logue, logopedista di origine australiana. Tra spasmi, rilassamenti muscolari, tempi di uscita e articolazioni più o meno perfette, Bertie scalzerà il fratello “regneggiante”, salirà al trono col nome di Giorgio VI e troverà la corretta fonazione dentro il suo discorso più bello. Quello che ispirerà la sua nazione guidandola contro la Germania nazista.
Dopo aver raccontato la storia della Rivoluzione americana in nove ore, dentro una mini-serie e attraverso gli occhi del secondo presidente degli States (John Adams), Tom Hooper volge lo sguardo verso il vecchio continente, colto in tribolazione e alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale. Al centro del palcoscenico la cronaca del malinconico e addolorato Duca di York, figlio secondogenito dell’energico Giorgio V, inchiodato dalla balbuzie e da una complessata inferiorità di fronte allo spigliato fratello maggiore David. Crogiolo d’angoscia (im)medicabile e di squilibri emotivi sono quelle esitazioni, quei prolungamenti di suoni, quei continui blocchi silenti che impediscono a Bertie di esprimersi adeguatamente, ingenerando una sensazione di impotenza.
Il regista britannico si concentra sul vissuto interno del protagonista, rivelando le conseguenze emotive del disagio nel parlato ai tempi della radio e in assenza del visivo. Il discorso del re non si limita però a drammatizzare la stagione di vita più rilevante del nobile York e relaziona un profilo biografico di verità con un contesto storico drammatico e dentro l’Europa dei totalitarismi, prossima alle intemperanze strumentali e propagandistiche di Adolf Hitler. Non sfugge al re sensibile di Colin Firth e alla regia colta di Hooper l’abile oratoria del Führer, che intuì precocemente le strategie di negoziazione tra ascoltatore e (s)oggetto sonoro, il primo impegnato nel tentativo di ricostruire l’immagine della voce priva di corpo, il secondo istituendo un rapporto di credibilità se non addirittura di fede con la voce dall’altoparlante.
Se il mondo precipitava nell’abisso non era tempo di guardare al mondo con paura, soprattutto per un sovrano. Bertie, incoronato Giorgio VI, doveva ricucire dentro di sé il filo interrotto della relazione con l’altro, affrontando il suo popolo dietro al microfono e l’immaginario radiofonico. Fu un illuminato e poco allineato logopedista australiano a correggere il “mal di voce” di un re che voleva imporsi al silenzio. Lionel Logue sostituì col metodo il protocollo di corte, educando la balbuzie del suo blasonato allievo e incoraggiandolo a costruire la propria autostima, a riprendere il controllo della propria vita e a vincere prima la guerra con le parole e poi quella con le potenze dell’Asse.
A guadagnare la fluenza e a prendersi la parola è il ‘regale’ protagonista di Colin Firth, impeccabile nell’articolare legato, solenne nella riproposta plastico-fisica del suo sovrano e appropriato nell’interpretazione di un re che ‘ingessa’ emozioni e corporeità nel rispetto rigoroso della disciplina. Dietro al ‘re’ c’è l’incanto eccentrico di Geoffrey Rush, portatore di una “luccicanza” che brilla, rivelando la bellezza della musica (Shine) o quella di un uomo finalmente libero dalla paura di comunicare. Lunga vita al re (e al suo garbato precettore dell’eloquio).

The King's Speech (2010) on IMDb

Regia di Sian Heder. Un film Da vedere 2021 con Emilia JonesMarlee MatlinTroy KotsurDaniel DurantEugenio DerbezCast completo Titolo originale: Coda. Genere Drammatico, – USAFrancia2021durata 111 minuti. Uscita cinema giovedì 31 marzo 2022 distribuito da Eagle Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,39 su 21 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ruby, una ragazza diciassettenne, è l’unica persona udente di una famiglia di persone sorde. Ogni mattina, prima di andare in classe, dove viene ignorata e presa in giro dalle altre studentesse, aiuta i genitori e il fratello a gestire l’attività di pesca ed è lei il referente principale per contrattare la vendita del pesce. Al tempo stesso ha una grande passione per il canto ed entra nel coro della scuola diretto dal maestro Bernardo Villalobos che con lei è molto severo, la rimprovera spesso per i suoi ritardi ma riconosce che ha un grande talento e cerca così di prepararla per l’audizione a una prestigiosa scuola. Ruby si trova ora a un bivio: seguire i propri sogni o continuare ad aiutare la sua famiglia?

CODA (2021) on IMDb

Risultati immagini per Crash - Contatto FisicoUn film di Paul Haggis. Con Sandra Bullock, Don Cheadle, Matt Dillon, Jennifer Esposito, William Fichtner. Titolo originale Crash. Drammatico, durata 113 min. – USA, Germania 2004. uscita venerdì 11 novembre 2005. MYMONETRO Crash – Contatto fisico * * * 1/2 - valutazione media: 3,78 su 93 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Visto che Robert Altman si è preso una vacanza dopo gli ultimi, deludenti film realizzati, a raccogliere il testimone del genere “pellicola corale impregnata di pessimismo diffuso”, ci pensa lo sceneggiatore dello splendido Million dollar baby, Paul Haggis, qui anche nelle vesti di regista, che ci racconta, in una pellicola appassionante e vibrante, le vite di numerosi personaggi in cerca d’autore, alle prese con i problemi di tutti i giorni, dovuti all’ignoranza, al razzismo, alla ostentata misantropia che uno dei protagonisti ritiene causa principale del dissesto di una Los Angeles cupa e oscura, spettro di un paese, l’America, il cui sogno pare essere svanito nel nulla. Eccezionale il cast: è davvero difficile decidere quale dei numerosi attori di talento emerga rispetto agli altri. Triste, pessimista, a volte persino senza speranza, Crash mostra in maniera evidente il grande paradosso del mondo contemporaneo: abbiamo tantissimi strumenti per comunicare, ma non ne utilizziamo nessuno e, soli, sprofondiamo nell’abisso. Un film a volte brutale, ma allo stesso tempo pudico ed etico, da vedere, pensare e ripensare.
Crash (2004) on IMDb
Risultati immagini per Mildred Pierce

Un film di Todd Haynes. Con Kate Winslet, Brian F. O’Byrne, Mare Winningham, James LeGros, Melissa Leo. Formato Serie TV, Titolo originale Mildred Pierce. Drammatico, – USA 2011. MYMONETRO Mildred Pierce * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Mildred Pierce è mamma, moglie e casalinga nell’America della Grande Depressione. Tradita e abbandonata dal marito, tra una torta e l’altra cerca lavoro a Los Angeles per garantire futuro e privilegi alle sue bambine, Ray e Veda. Assunta come cameriera in una tavola calda, Mildred rivela presto il suo talento di cuoca e pasticcera, che mette in pratica aprendo un ristorante. Rialzata la testa ma segnata da un lutto profondo, Mildred prende letteralmente in mano il suo futuro e quello di Veda, musicalmente dotata e in evidente conflitto con lei. Tra una mamma indefessa e una figlia insidiosa si insinua Monty Beragorn, giocatore di polo ricco e viziato che pratica il dolce far niente.
Ambientato negli anni Trenta e nell’America in crisi del repubblicano Herbert Hoover, Mildred Pierce è un (melo)dramma in cinque atti prodotto dalla HBO e magnificamente diretto da Todd Haynes. Mildred Pierce, come Lontano dal paradiso nove anni prima, mostra un’ossessiva fedeltà formale nei confronti di un genere che viene nondimeno attualizzato e modificato.

Haynes di fatto trasforma l’infiammabilità inesplosa e trattenuta dei mélo americani in un film (a puntate) che divampa sotto i nostri occhi. Un violento e viscerale congegno narrativo che non si limita a riesumare spoglie di un genere che fu per giocare col cuore e la memoria colta dei cinefili ma che affronta, sotto la compostezza della messa in scena, il sogno americano declinato al femminile. Al centro del dramma e alla periferia di Los Angeles abita una donna che sceglie di affermare la propria fermezza e il conseguente bagaglio di sofferenza. Adattamento fedele e puntuale dell’omonimo romanzo di James M. Cain, Mildred Pierce riprende un discorso cinematografico che non sembra soltanto citato e rivisitato nelle musiche, nelle scene, nei costumi e nella grafica dei titoli di testa ma pure splendidamente proseguito e aggiornato. Scegliendo il mélo come territorio della sua autopsia dell’America di quegli (e questi) anni, la mini-serie diventa una messa in discussione del presente compiuta attraverso uno sguardo predatato. Il vero dramma è che quella società è quasi uguale a questa, soltanto un po’ meno consapevole della propria stritolante violenza. Meno ‘nero’ e più ‘osservante’ della trasposizione del ’45 di Michael Curtiz (Il romanzo di Mildred) interpretata da Joan Crawford, la versione di Todd Haynes è un’esperienza emotiva purificatrice che mette in schermo il bene e il male, la luce e il buio, schierando davanti allo ‘specchio della vita’ una madre intraprendente che lotta e ‘impone’ la sua gentilezza e una figlia inappagata la cui cruda concupiscenza per la celebrità ignora tutti tranne se stessa. Black melodrama familiare, Mildred Pierce trova in Kate Winslet un’interprete mirabile nel restituire una donna che, emancipata dalla subalternità del ruolo, fa carriera nell’America ‘riformata’ e recuperata di Franklin Delano Roosevelt. Caparbia e ostinata, la sua Mildred è ‘al volante’ della vita e di quell’auto in cui trova riparo dalla pioggia e dalle afflizioni e da cui ‘riparte’ per ricominciare. Condotta via da un amante o ‘trasportata’ da un taxi è invece la Veda civettuola e crudele di Evan Rachel Wood decisa ad affrancarsi dalla provincia e dalla sua condizione a colpi di voce e di note. Insieme le due attrici daranno vita a un dramma di assordante tristezza, che non ha più i connotati fiabeschi del sogno ma quelli asfissianti di una sopportazione che diventa abitudine. Ma l’insurrezione è dietro la porta.

Mildred Pierce (2011) on IMDb