Category: Muto


Risultati immagini per Fine di San Pietroburgo

Un film di Vsevolod Pudovkin. Con Aleksandr Cistjakov, Vera Baranowskaja, Sergej Komarov, Vsevolod Pudovkin Titolo originale Konec Sankt-Peterburga. Drammatico, durata 91′ min. – URSS 1927. MYMONETRO La fine di San Pietroburgo * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Nel 1914 a San Pietroburgo un giovane contadino sprovveduto, assunto in fabbrica, denuncia gli organizzatori di uno sciopero, si pente, si rivolta, finisce in carcere da dove lo spediscono al fronte. Nell’ottobre del 1917 partecipa all’assalto del Palazzo d’Inverno. I due temi centrali _ la presa di coscienza rivoluzionaria del protagonista, la trasformazione di Pietroburgo in Leningrado _ non sono bene amalgamati: il primo è sacrificato al secondo. Resta efficace, comunque, grazie alla forza del montaggio, la dialettica tra i motivi collettivi: i movimenti della Borsa, l’attività delle fabbriche di munizioni, la guerra al fronte, la volontà rivoluzionaria. Pur con qualche schematismo nelle trovate simboliche è innegabile l’afflato epico-lirico che gli storici del cinema hanno collocato al centro di una trilogia sulla presa di coscienza del proletariato russo, tra La madre (1926) e Il discendente di Gengis Khan (1928).

Konets Sankt-Peterburga (1927) on IMDb

La qualità video, vista anche l’età della pellicola, non è granchè purtroppo.

Rapsodia satanica

Un film di Nino Oxilia. Con Lyda Borelli, Andrea Habay, Ugo Bazzini, Giovanni Cini, Alberto Nepoti Drammatico, durata 40 min. – Italia 1915.

La storia è una variazione della vicenda faustiana da un poema di Fausto Maria Martini del 1915. Una anziana dama dell’alta società, Alba d’Oltrevita (Lyda Borelli) stipula un patto con Mefisto (Ugo Bazzini), per riacquistare la giovinezza in cambio della quale però lei ha il divieto di innamorarsi. Alba è corteggiata da due giovani fratelli, Tristano (Andrea Habay) e Sergio (Giovanni Cini). Film muto fra i più importanti della sua generazione, sia per l’ispirazione dannunziana, che si riflette nel soggetto e nella scenografia della nobiltà decadente fortemente polarizzata sull’estetica Liberty, sia per l’interpretazione di Lyda Borelli, star del muto italiano. La colonna sonora è firmata da Pietro Mascagni, uno dei maggiori compositori dell’epoca e primo compositore di professione in Italia a firmare una colonna sonora, sincronizzandola con le scene del film (lavoro che definì “lungo, improbo e difficilissimo”)

Satan's Rhapsody (1917) on IMDb

Broncho Billy and the Schoolmistress è un cortometraggio muto del 1912 diretto da Gilbert M. ‘Broncho Billy’ Anderson

Un nuovo insegnante arriva a Snakeville e immediatamente tutti gli uomini sposabili della contea arrivano a corte.

The Resurrection of Broncho Billy (1970) on IMDb

Regia di Giovanni Pastrone. Un film Genere Muto – Italia1912durata 7 minuti.

Un uomo incontra per strada una bella signora e decide di seguirla fino al cinematografo dove, approfittando del buio della sala, tenta una serie di approcci.

Al cinematografo guardate... e non toccate (1912) on IMDb
Risultati immagini per Ventimila Leghe sotto i Mari - 1916 -

Un film di Stuart Paton. Con Allen Holubar, Jane Gail, Dan Hanlon, Edna Pendleton, Matt Moore, Lois Alexander, William Welsh, Curtis Benton, Howard Crampton.  Titolo originale 20, 000 Leagues Under the SeaAvventuradurata 180 min. – A 1916

Il capitano Nemo, nemico giurato di qualsiasi marineria militare, accoglie a bordo del proprio sottomarino alcuni sopravvissuti al naufragio dell’ultima sua preda. Gli ospiti del Nautilus sono di fatto prigionieri, ma imparano a rispettare il nobile comandante e, nel corso di un lungo viaggio, apprendono le meraviglie, i pericoli e i segreti del mare. Durante una sosta su un’isola sconosciuta, l’equipaggio incontra una ragazza selvaggia – forse, figlia a lungo cercata del capitano Nemo – e la mette in salvo da una banda di predoni arabi.
Liberamente tratto dai romanzi “20.000 leghe sotto i mari” e “L’isola misteriosa” di Jules Verne, il film, girato in esterni alle Bahamas, contava numerose scene di azione che culminavano nel combattimento con una piovra gigantesca. I costi per le riprese sottomarine di Ernest e George Williamson furono coperti solo in parte dal grande successo del film al botteghino: una buona accoglienza da parte del pubblico che, comunque, incoraggiò la parodia Crosseyed Submarine: Or, 20,000 Peeks Under the Sea firmata da William Beaudine nel 1917.La Walt Disney girò un fortunato remake nel 1954.Una precedente versione fu realizzata dalla Biograph nel 1905.

20,000 Leagues Under the Sea (1916) on IMDb

Regia di Stellan Rye. Un film Da vedere 1913 con Paul WegenerLyda SalmonovaJohn GottowtLothar Korner. Titolo originale: Der Student von Prag. Genere Drammatico – Germania1913durata 42 minuti. – MYmonetro 3,07 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Praga, 1820. Balduin (Wegener), studente povero, vende a Scalpinelli (Gottowt) la propria “immagine” (l’immagine riflessa che si stacca dallo specchio) per 100 000 fiorini. Con l’oro maledetto spera di avere più facile accesso alla casa della ricca aristocratica (Berger) della quale è invaghito. Il suo “doppio” comincia a perseguitarlo, finché, incontratolo in casa, Balduin gli spara. E ferisce a morte sé stesso. Ispirato a La meravigliosa storia di Peter Schlemihl (1814) di Adalbert von Chamisso, sceneggiato da Hanns Heinz Ewers e ambientato sullo sfondo di una Praga di cui la fotografia di Guido Seeber sottolinea, con sovrimpressioni e trucchi ottici, gli aspetti più angosciosi e inquietanti, è considerato il precursore dell’espressionismo al cinema. Ne riprende temi (sdoppiamento della personalità, violenza del destino), segni, sortilegi, pathos luttuoso. Attraverso la presenza di Wegener, pure collaboratore alla sceneggiatura e futuro regista (e qui, come attore, fisicamente fuori parte), c’è chi vi vede l’influenza del grande ed eclettico Max Reinhardt. Fu considerato la 1ª opera d’arte del cinema germanico. La sua componente espressionista fu accentuata nel rifacimento del 1926, diretto da Henrik Galeen con Conrad Veidt e Werner Krauss. 2° remake nel 1935 con la regia di Arthur Robison.

 Lo studente di Praga
(1913) on IMDb
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Mary Pickford “La giovane donna”, del film, è abbastanza preso da Edwin August; In realtà, egli è il suo “ideale”. Ma il rifiuto del signor agosto a restare coinvolto in una rissa di strada lo fa sembrare un codardo alla signora Pickford. Nel frattempo, il detenuto Alfred Paget è fuggito dal carcere; e, lui è “una bestia a bada”. Mentre la Pickford e August vanno a fare un giro in automobile, Paget riesce, in un’imboscata, a prendere i vestiti e la pistola dell’uomo. Pickford cade ancora sostenendo che August è un vigliacco, e se ne va. Infine August può salvare la sua ragazza, e dimostrare che non è un vigliacco

A Beast at Bay (1912) on IMDb
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Il giro del mondo nel 1896: 17 minuti di filmati reali ti permettono di visitare Parigi, New York, Venezia, Roma, Budapest e altro ancora

Meraviglioso, non lasciatevelo scappare. Lo trovate anche su youtube se non volete scaricarlo

Ali Baba et les quarante voleurs - Corto (1902) | il Davinotti

Ali Baba et les quarante voleurs è un cortometraggio del 1902 diretto da Ferdinand Zecca.

Ali Baba, mentre raccoglie la legna nella foresta accompagnato dal suo asino, sorprende una banda di ladri che trasportano il loro bottino. Si nasconde dietro un albero e impara la formula magica che dà accesso alla grotta dove nascondono i loro tesori. Una volta che i ladri se ne sono andati, entra nella grotta, prende dei sacchi di monete d’oro e corre a riferire la notizia a sua moglie.

Ali Baba and the Forty Thieves (1902) on IMDb

Regia Maya Deren, Alexander Hammid

Uno dei film d’avanguardia più influenti di sempre, realizzato da Alexander Hammid e Maya Deren, vede la stessa Deren intrappolata in un incubo labirintico in cui compaiono il suo doppio e una misteriosa figura incappucciata.

Meshes of the Afternoon (1943) on IMDb

Un film di Joseph Von Sternberg. Con William Powell, Evelyn Brent, Emil Jannings Titolo originale The Last Command. Guerra, Ratings: Kids+16, b/n durata 88′ min. – Germania 1928. MYMONETRO Crepuscolo di gloria * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Uno dei capolavori assoluti del cinema. Emil Jannings vinse l’Oscar come migliore attore protagonista durante la prima assegnazione del premio. Tra gli autori del soggetto il grande Ernst Lubitsch; Josef von Sternberg realizza il suo film migliore, pari solo a L’angelo azzurro. Un generale, parente dello zar, riesce a salvarsi per mezzo di una rivoluzionaria che lo ama. Arrivato a Hollywood farà la comparsa, morendo sul set.

The Last Command (1928) on IMDb
L'Atlantide (1921) — The Movie Database (TMDB)

Un film di Jacques Feyder. Con Stacia Napierkowska, Jean Angelo, Georges Melchior, Marie-Louise Iribe, Paul Francescki, Add-el-Kadr Ben Alì Fantastico, durata 145′ min. – Francia 1921. MYMONETRO L’atlantide * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal romanzo di Pierre Benoît. Due ufficiali francesi, sperduti nel Sahara, scoprono un mondo ignorato dalle carte geografiche, dove regna su una tribù di Tuareg la bella e crudele Antinea che li irretisce. Film di altissimo costo per l’epoca, ebbe grande successo. Girato nel Sahara marocchino. Attori ridicoli

Missing Husbands (1921) on IMDb

Alice in Wonderland è un film muto del 1915 diretto da W.W. Young.

Una delle prime versioni cinematografiche tratte dai romanzi di Lewis Carroll; il film aveva come protagonista Viola Savoy. Nata nel 1899 a Brooklyn, l’attrice interpretò sullo schermo solo questo ruolo insieme a un altro film, The Spendthrift.

Alice, recatasi a un picnic con la sorella, mentre quest’ultima legge ad alta voce vicino a un ruscello, si mette a sonnecchiare. In sogno, Alice è condotta dal coniglio bianco nel paese delle meraviglie dove la ragazza vivrà una serie di avventure: incontrerà un bruco che fuma il narghilè, la duchessa, Panco Pinco e Pinco Panco, lo Stregatto. Giocherà a croquet con il re e la regina di cuori usando come mazza un fenicottero e vedrà eseguire la quadriglia da trichechi e aragoste. Dopo essere stata chiamata come testimone a un processo che potrebbe finire con una condanna capitale, lei si rifiuta di testimoniare dichiarando che tutti i partecipanti non sono altro che un mazzo di carte da gioco.

Alice in Wonderland (1915) on IMDb

Regia di Raoul Walsh. Un film Da vedere 1924 con Douglas FairbanksAnna May WongJulianne JohnsonJohn JustinMorten Selten. Titolo originale: The Thief of Bagdad. Genere Avventura – USA1924durata 115 minuti. – MYmonetro 3,26 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nell’antica Baghdad un giovane ladro, mani leste e testa fine, aiuta il Sultano, detronizzato dal malvagio Gran Visir, a riconquistare il trono. Celebre versione muta di un racconto delle Mille e una notte nata dall’incontro felice tra due grandi personalità del muto, tra l’energia narrativa di Walsh e l’ilare atletismo di Fairbanks: dinamismo, umorismo, esotismo, erotismo. Come film di Fairbanks gli sono preferibili, forse, Robin Hood (1922) o The Gaucho (1928) perché l’ambientazione favolosa e il fasto cinematografico si sovrappongono qua e là al personaggio; come film di Walsh è un punto d’arrivo, notevole per l’entusiasmo con cui il giovane regista si lanciò nel gioco della sperimentazione linguistica per far coincidere la magia araba con quella del cinema.

 Il ladro di Bagdad
(1924) on IMDb

Un film di David Wark Griffith. Con Lillian Gish, Douglas Fairbanks, Constance Talmadge, Alfred Paget, Max Davidson. Muto, Ratings: Kids+13, b/n durata 171′ min. – USA 1916. MYMONETRO Intolerance * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Fedele a quella che era ormai diventata una sua prassi abituale, Griffith cominciò a lavorare al suo nuovo film durante il montaggio di The Clansman, nel tardo autunno del 1914. Il nuovo film, intitolato The Mother and The Law, era stato pensato come un progetto complementare a The Escape, già distribuito nei primi mesi dello stesso anno. Griffith scritturò nuovamente Mae Marsh e Bobby Harron per un secondo studio sulla prostituzione e la lotta tra bande nei bassifondi della città. Nel gennaio del 1915, quando il film in 3 rulli era praticamente completato, Griffith poté dedicarsi interamente alla promozione del suo lungometraggio sulla guerra civile. Verso la fine di febbraio lasciò la California per sovrintendere alla “prima” newyorchese e dare battaglia ai suoi avversari scatenati sul fronte della censura. Nel maggio, quando le controversie suscitate da The Birth avevano raggiunto il loro apice, Griffith tornò a dedicarsi alla sua storia di bassifondi, intenzionato a sfruttare il grande successo di The Birth. Fu allora che prese la fatidica decisione di ampliare la vicenda, trasformando The Mother in una denuncia dello sfruttamento industriale. Fece allestire set sontuosi (in particolare il ballo di Mary Jenkins, la sala da ballo degli operai, il tribunale di Chicago e le forche di San Quintino), aggiunse la sequenza dello sciopero e il salvataggio in extremis; e introdusse il tema del proprietario della fabbrica, Jenkins, della sua sgraziata sorella e dei crudeli riformatori sociali. I nuovi sviluppi della trama furono determinati, in parte, dal tentativo di sfruttare l’attualità giornalistica delle vicende che vedevano coinvolto John D. Rockfeller Jr., che già nel 1913 aveva suscitato controversie e rancori con la creazione della Fondazione Rockfeller e che ora si trovava a dover rispondere a una commissione d’inchiesta governativa sul ruolo da lui svolto durante lo sciopero di minatori che nel 1914, a Ludlow, nella sua Colorado Fuel and Iron Company, era sfociato in un massacro. Per creare questa nuova possente introduzione, Griffith intrecciò dettagli di quello sciopero con i disordini ancora più sanguinosi che nello stesso anno avevano accompagnato lo sciopero della Rockfeller Standard Oil di Bayonne, nel New Jersey. Nella nuova versione ampliata di The Mother, sono un industriale tirannico e una organizzazione benefica puritana a scatenare le disgrazie che cadono su Mae Marsh e sul suo sfortunato innamorato e che non conducono solo all’ingiusta condanna di Bobby Harron per omicidio, ma anche alla sottrazione coatta del loro bambino e a un’elaborata, nuova lunghissima sequenza di salvataggio in extremis che comprende una locomotiva, un’auto da corsa, un telefono e i famosi rasoi dell’impiccagione.Griffith continuò le riprese della sua storia moderna durante l’estate del 1915, girando ex novo il processo di Harron, le scene del carcere e la corsa risolutiva di Marsh. Nel frattempo (a metà settembre) iniziò a lavorare alla storia francese. Questo fu il primo dei due memorabili sviluppi legati all’evoluzione del film: la decisione di creare una controparte storica da raccontare parallelamente alla storia moderna. Non possiamo dire con esattezza se a questo punto Griffith intendesse contrapporre solo l’episodio francese e il moderno – mettendo a confronto gli eventi scaturiti dal massacro di Ludlow con quelli che, nella Francia del 1572, si conclusero con il massacro della notte di San Bartolomeo – o se invece l’idea della struttura in 4 episodi fosse nata simultaneamente. Già di per sé, l’aggiunta dell’episodio francese apriva il film in modo sorprendentemente innovativo, fornendo uno straordinario capovolgimento della storia moderna. L’attenzione ora era focalizzata interamente su due eventi sanguinari provocati da donne nevrotiche e violente insensibili ai diritti della famiglia in un film ancora appropriatamente intitolato The Mother and the Law. Sia che Griffith avesse contemplato o meno l’idea di fermarsi alla storia francese, fin dall’inizio dell’espansione l’accento è posto sulla spettacolarità. I fotogrammi depositati per il copyright con alcuni interni del palazzo del Louvre imbibiti a mano [o colorati con il procedimento Handschiegl?] provano che Griffith aveva girato una versione più lunga del letale intrigo di corte che coinvolgeva l’ammiraglio de Coligny, il re di Navarra e la famiglia Guisa, che in seguito avrebbe tagliato.La seconda importante decisione da parte di Griffith emerse solo verso la fine dell’anno, quando i famosi set dell’episodio babilonese cominciarono a giganteggiare sulle villette hollywoodiane di Sunset Boulevard. L’inizio delle riprese dell’episodio più costoso ebbero tutti i crismi del primo giorno di lavorazione di un nuovo film; e del resto, in un certo senso, di questo si trattava. Griffith dette un nuovo assetto e ridefinì drasticamente il suo film, poiché ora all’episodio francese e a quello moderno veniva contrapposta la fastosa e chimerica ricostruzione storica di un edonistico e pre-cristiano regno delle meraviglie. Ad alcune celebrità dell’epoca – tra cui il governatore della California Hiram Johnson – venne concesso di visitare i set. Nel gennaio del 1916 Griffith mise a pieno regime le maestranze della Fine Arts. Bitzer poté disporre di quattordici cameraman, che si alternavano sul set in base ai rispettivi impegni di routine, e “non era affatto inusuale vedere al lavoro otto cineprese contemporaneamente” (da The Brooklyn Citizen, 6 novembre 1916). L’episodio babilonese richiese 4 mesi di riprese, dal gennaio all’aprile del 1916, più di quanto avesse richiesto l’intera lavorazione di The Birth of a Nation. E, quando fu terminato, Griffith rimaneggiò nuovamente la storia moderna. Ancora insoddisfatto delle scene del processo e dell’esecuzione, fece ricostruire i set che aveva mandato al macero l’estate precedente. Una foto di scena ritrovata da Marc Wanamaker verso la fine degli anni ’80 ci mostra i set delle forche e di una porzione dell’aula giudiziaria appena ricostruiti sul pavimento della gigantesca scenografia babilonese. Poi Griffith fece allestire un altro set per girare la sequenza di Lillian Gish che dondola la culla.Il risultato finale, con l’aggiunta delle scene della Passione (girate nel dicembre del 1915) era un conglomerato di storie e stili diversi in cerca di un principio unificatore. In parte dramma allegorico, in parte circo a tre piste, il film era in carattere con il nuovo eclettismo estetico che aveva definitivamente sepolto il vecchio ideale di sintesi organica. Insieme con Treemonisha di Scott Joplin e la Terza Sinfonia di Charles Ives, Intolerance rimane uno dei grandi ibridi dell’epoca. Le “prime” e la distribuzione di Intolerance costituiscono un racconto molto complesso, come ho descritto abbastanza dettagliatamente in occasione della presentazione della copia restaurata dal Museum of Modern Art’s nel 1989 (Merritt, “D.W. Griffith’s Intolerance: Reconstructing an Unaittanable Text”, Film History, Vol. 4, inverno 1990, p. 337-375). [Il film restaurato venne presentato al MoMa di New York nell’ottobre del 1989, e vide la sua anteprima europea a Pordenone un anno dopo]. Ma dall’inizio, Griffith continuò a considerare il suo film come “una maestosa improvvisazione” (la definizione è di Richard Schickel), rimaneggiandolo a più riprese per almeno altri 10 anni. La prima proiezione pubblica di Intolerance ebbe luogo all’Orpheum Theater di Riverside, in California, il 4 agosto del 1916, dove tenne cartellone per due giorni con il titolo alquanto pomposo di The Downfall of All Nations, or Hatred The Oppressor, diretto da un certo Dante Guilio [sic] – che la stampa definiva “il famoso regista italiano attualmente prigioniero degli austriaci nelle prigioni viennesi”. Secondo gli annunci pubblicitari, il film epico di Dante Guilio – che si proclamava “PIÙ GRANDE DI ‘THE KLANSMAN’, ‘CABIRIA’ E ‘BEN-HUR’ MESSI INSIEME” – era costituito da 11 rulli. In quella fatidica occasione, le didascalie soporifere e
i dettagli tediosi del film fiaccarono la resistenza di almeno un paio di spettatori; gli stessi due che in seguito – in modo abbastanza fuorviante – gli attribuirono tempi di durata wagneriana. Negli anni ’20, Lillian Gish ricordava quella serata come un’esperienza estenuante che sembrava non dovesse “finire mai”. Mentre il rettore della Stanford University, David Starr Jordan, ricordando l’anteprima di Riverside a sei mesi di distanza, le attribuiva una durata di almeno 6 ore, anche se ammetteva di aver assistito solo alla prima parte. Da questi racconti, sono nate le leggende sulla lunghezza smodata del film; che in realtà – anche alle sue anteprime – si ritiene non raggiungesse le 3 ore di durata. Ciò non di meno, anche dalle recensioni dell’epoca emerge chiaramente che il film era considerato lento e le sue didascalie verbose. Riverside fu solo la prima tappa di una lunga serie di anteprime pubbliche di Intolerance. Griffith tornò a Los Angeles per modificare le didascalie e il montaggio, e dieci giorni dopo organizzò una seconda proiezione, stavolta a Pomona, in California. Il titolo era ancora The Downfall of All Nations, e Griffith continuava a chiamarsi Dante Guilio, ma la nuova pubblicità annunciava un film di 12 rulli e il giornalista del Progress di Pomona gli attribuiva una durata di “quasi 3 ore”. Il film, presentato con l’accompagnamento musicale di “un’orchestra sinfonica” di 8 elementi, riempì le prime pagine dei giornali di titoli trionfali, ma lo spettacolo continuava chiaramente a non funzionare (The Pomona Bulletin, 17 agosto 1916).Dietro le quinte, l’aiuto regista Joseph Henabery esprimeva il proprio senso di delusione, peraltro condiviso da altri, su questo secondo tentativo: “Il film mi lasciava molto perplesso. Ero scoraggiato e insoddisfatto… Griffith aveva accumulato troppo materiale… Ma la cosa che mi disturbava più di tutto erano le didascalie”. La stampa locale dette voce allo scontento generale. Per il Progress di Pomona “Il dramma umano emerge solo nelle scene in cui la povera madre mostra la sua devozione per il bambino e per il marito perseguitato”. Un altro giornalista, dopo aver intervistato Griffith, scrisse: “Occorre un riordinamento delle migliaia di scene, un drastico taglio delle sequenze inutili, e un adeguato commento musicale – affinché il carattere di ogni singola scena, immagini e musica, possa raggiungere il suo culmine drammatico. Il signor Griffith ha davanti a sé ancora parecchi giorni di duro lavoro prima che il suo ponderoso dramma sia pronto per il pubblico”. Griffith rimaneggiò nuovamente il film, e organizzò una terza anteprima pubblica a San Luis Obispo, cui fece seguire una proiezione privata per la stampa al Tally’s Broadway Theater di Los Angeles. Infine decise di portare il film a New York per il suo debutto ufficiale.La sera della “prima” al Liberty, il 5 settembre del 1916, fu uno spettacolo nello spettacolo. Lo scenografo di Griffith aveva trasformato il teatro in un tempio assiro, con incensi che bruciavano nel foyer adorno di sagome di legno e decorazioni di gusto orientale. Le mascherine erano vestite da sacerdotesse babilonesi, mentre gli uscieri esibivano smoking di raso rosso e nero. Per preparare la serata, Griffith visse praticamente nel teatro per 10 giorni di fila, controllando di persona non solo le prove dell’orchestra di 40 elementi e del coro, ma anche lo speciale sistema d’illuminazione appositamente ideato per proiettare sullo schermo varie sfumature di colore, e l’imponente carico di marchingegni per gli effetti sonori che, stando ai resoconti dei giornali, era così ingombrante da dover essere stipato nel retropalco del Liberty. Anche i proiezionisti furono impegnati 18 ore al giorno per mettere a punto le varie velocità richieste per sincronizzare il film con la musica e gli effetti sonori. The Moving Picture World (30 settembre 1916) calcolava che, in totale, per la presentazione newyorchese erano state coinvolte 134 persone, ivi compresi i 7 uomini responsabili del “considerevole quantitativo di esplosivi” usato per le scene di battaglia.Alla fine, per un motivo o per l’altro, i critici dell’anteprima newyorchese rimasero sbalorditi. Malgrado la sua pessima nomea critica, Intolerance ricevette recensioni decisamente positive. La stampa locale, quella di categoria e anche le riviste per amatori saltarono sul carro del vincitore, esprimendo solo qualche riserva su dettagli minori. Julian Johnson di Photoplay (dicembre 1916) scrisse: “È una piacevole carrellata storica; un veloce viaggio attraverso i secoli, un corso didattico condensato in una sola serata. Intolerance è il più straordinario esperimento di racconto per immagini mai tentato prima”.Secondo l’Herald di New York (6 settembre 1916), “…le scene della guerra babilonese hanno spinto il pubblico elettrizzato a un applauso spontaneo per il loro intenso realismo. La festa indetta da Baldassarre per celebrare la vittoria sull’assalitore Ciro si svolge in un ambiente di dimensioni colossali, con l’occhio onniveggente della cinepresa che segue passo per passo lo spettacolare evento”. Il critico del N.Y. Call (10 ottobre 1916) esibì una personale predisposizione all’epica già nel titolo della sua recensione: “L’opera più grandiosa fin qui realizzata nell’arte della regia cinematografica”. L’articolo cominciava così: “Fa sembrare Cabiria uno spettacolino di marionette – tanto per parlar chiaro”.E perfino Alexander Woollcott, pur riservando a Intolerance una stroncatura sul New York Times (10 settembre 1916) – “Lo splendore senza precedenti della ineffabile ricostruzione storica si combina con una grottesca incoerenza di disegno e una totale vacuità di pensiero” – ammetteva che “le scene spettacolari valgono abbondantemente una visita al Liberty… L’immaginazione e la forza personale che emergono da questa impresa suggeriscono un uomo di grande statura. Il signor Griffith si configura come un novello Ciro. Entrambi hanno conquistato Babilonia. E varrebbe la pena di percorrere svariate miglia anche solo per vedere l’episodio babilonese”. E sicuramente molte ne percorse Griffith, che accompagnò le anteprime del suo film attraverso tutta l’America, prima a Brooklyn e a Pittsburgh, poi a Filadelfia, Milwaukee e Saint Louis. Griffith modificò e perfezionò la presentazione, ritoccando di volta in volta alcune parti del film. Tra le altre cose, lui e la sua società decisero di ampliare l’organico del coro quando il film giunse a Chicago e a Pittsburgh; mentre, a Washington DC, al posto del coro, preferì avvalersi di solisti che cantavano sulle musiche degli episodi babilonese e francese. Quando poi, nel 1917, vendette i diritti di distribuzione di Intolerance in tutto il Paese, introdusse una clausola contrattuale che impegnava il distributore “a dedicare al film la [sua] massima attenzione e a sperimentare l’impiego di un conferenziere (il corsivo è un’aggiunta; contratto Wark/McCarthy, 9 giugno 1917; cfr. accordo Wark/McSween, 6 settembre 1917).Non sappiamo con certezza se Griffith, dopo la “prima” newyorchese, abbia aggiunto nuovo materiale fotografico al suo film, ma se così fu, ciò avvenne sicuramente a breve distanza dal debutto. Le parti in questione riguardano le sequenze con le donne seminude in posa nel tempio dell’amore, poi nuovamente inserite nella danza del Tammuz. In realtà è impossibile stabilire se le scene del tempio dell’amore e della danza del Tammuz come le vediamo oggi siano apparse in tempo per la “prima” newyorchese. Ma verso la metà di novembre quelle scene erano sicuramente al loro posto, perché un fan newyorchese mandò a Griffith un rotolo di 26 piedi di versi scadenti che vi facevano esplicito riferimento. Sappiamo che le scene erano presenti anche quando il film fu presentato a Chicago, dove il locale comitato di censura fece pressione perché Griffith le tagliasse. I nudi sopravvissero all’attacco dei censori di Chicago, così come uscirono indenni da scontri simili a San Francisco e a Los Angeles. Poi cadd
ero nel mirino dei furibondi censori della Pennsylvania, cui Griffith dette strenuamente battaglia. A Pittsburgh e a Filadelfia, le scene di nudo vennero usate come oggetto di contrattazione, ma anche come elemento di distrazione per sviare l’attenzione dei censori dallo sciopero operaio e dalla satira antiriformista che molte commissioni esaminatrici ritenevano diffamatori.Vergini sacre a parte, le modifiche che Griffith apportò al film a partire dal settembre 1916 fino alla fine di febbraio del 1917, quando il tour delle anteprime americane di Intolerance si concluse, furono solo ritocchi di poco conto a un’opera anomala e di difficile controllo che sin dall’inizio si era sviluppata come una “maestosa improvvisazione”. Stabilire con esattezza quando abbia eliminato le scene descrittive dall’episodio sulla Passione di Cristo, quando abbia tolto la breve e inessenziale sequenza dell’assassinio di de Coligny durante il massacro degli ugonotti, o alterato questa o quella didascalia, è virtualmente impossibile perché Griffith non smise mai di considerare il suo film come un work in progress. Senza meno le modifiche continuarono fino al 27 febbraio del 1917, quando Griffith presenziò alla sua ultima anteprima a St. Louis. A partire da quella data, la versione del film aveva raggiunto la sua forma definitiva – e tale restò almeno fino alla fine di giugno, quando il road show di Intolerance, in sale selezionate e a prezzi speciali, ebbe termine.

Intolerance (1916) on IMDb
Locandina italiana Tempi moderni

Un film di Charles Chaplin. Con Charles Chaplin, Paulette Goddard, Henry Bergman, Tiny Sandford, Allan Garcia.Titolo originale Modern Times. Comico, b/n durata 80 min. – USA 1936. – Cineteca di Bologna uscita lunedì 8 dicembre 2014. MYMONETRO Tempi moderni * * * * 1/2 valutazione media: 4,77 su 46 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Charlot lavora in una fabbrica i cui ritmi disumani lo conducono al ricovero in manicomio. Quando esce si trova coinvolto in una manifestazione sindacale e viene arrestato. Dopo aver sventato un’evasione ritorna in libertà e salva una ragazza di strada dall’arresto innamorandosi di lei. La loro vita non sarà facile ma la speranza in un futuro migliore non verrà a mancare.
Chaplin, nonostante l’avvento del sonoro, rimane legato ai tempi e ai ritmi del cinema muto e anche in questo caso si affida all’audio per l’indimenticabile colonna sonora musicale e per i suoni e i rumori ma evita il più possibile le parole (e quando ne fa uso le assemblea con effetti surreali). In un’intervista rilasciata al “New York World” nel febbraio 1931 aveva affermato: “I macchinari che consentono di risparmiare manodopera ed altre invenzioni moderne non sono stati fatti per ricavare profitto ma per assistere l’umanità nella ricerca della felicità. La speranza per il futuro dipende da cambiamenti radicali per far fronte a questa situazione. I benestanti non vogliono che la situazione presente cambi. Non è certo questo il modo di impedire che si affermino idee bolsceviche o comuniste”. Cinque anni dopo la luce dei proiettori si accendeva su un operaio vittima dell’automatizzazione e su quel gregge di pecore che si sovrapponeva alle masse.
La catena di montaggio, gli scioperi, la povertà che colpiva chi, in seguito alla Grande Depressione, era finito ai margini del sistema produttivo, tutto questo e molto di più entrava a far parte di uno dei capolavori della storia del cinema. Nessun atteggiamento predicatorio inficia la narrazione. Anzi le gag che si susseguono nella prima parte dedicata alla fabbrica sono perfette nei ritmi e nei tempi di esecuzione (prima tra tutte la scena del pasto ‘meccanizzato’).
Charlot sta dalla parte degli ultimi sempre, anche quando fa la guardia notturna, e ciò gli procurò accuse di comunismo che ebbero le loro conseguenze anni dopo quando, ai tempi del maccartismo, fu costretto a lasciare gli Stati Uniti. Questo è anche l’ultimo film in cui compare il personaggio di Charlot. Il suo allontanarsi di spalle verso il futuro a fianco della monella è un addio destinato a rimanere per sempre nella memoria.

 Tempi moderni
(1936) on IMDb
Locandina La Via senza Gioia - L'Ammaliatrice

Un film di Georg Wilhelm Pabst. Con Greta GarboAsta NielsenValeska GertValéry InkijinoffWerner Krauss. continua» Titolo originale Die freudlose GasseDrammaticob/n durata 110 min. – Germania 1925.

Èl’ultimo film tedesco di Greta Garbo prima della partenza per Hollywood. Melodramma tratto da un feuilleton. In via Melchior, a Vienna, vicino a una macelleria c’è un negozio di abiti che in realtà è la copertura di un bordello.

The Joyless Street (1925) on IMDb

Gli occhi della mummia (Die Augen der Mumie Ma) è un film muto del 1918 diretto da Ernst Lubitsch.

In Egitto, Wendland, un giovane pittore, vuole a tutti i costi vedere una mummia che terrorizza tutti quelli che vanno a visitare la sua tomba. Dalle bende, sembra che due occhi vivi scrutino i visitatori. 

 Gli occhi della mummia
(1918) on IMDb
Film (1964) | FilmTV.it

Film è un cortometraggio del 1964, unica sceneggiatura cinematografica di Samuel Beckett e diretto da Alan Schneider. Esso è stato scritto nel 1963, prodotto nel 1964 a New York e presentato la prima volta nel 1965 alla Mostra del Cinema di Venezia. L’attore protagonista è Buster Keaton, una figura molto importante della storia del cinema.

La sceneggiatura con fotografie dal film è stata pubblicata in inglese nel 1967 da Faber & Faber, tradotta in francese dall’autore nel 1972 per Les Éditions de Minuit e in italiano da Maria Giovanna Andreolli per Einaudi (1985). Le edizioni recenti contengono anche un articolo-ricordo di Alain Schneider, Com’è stato girato «Film» (1969).In una strada fatiscente si vede un uomo rifuggire affannosamente dallo sguardo della macchina da presa. Lo si vedrà inquadrato di schiena fino al finale del cortometraggio. Il personaggio (chiamato O nella sceneggiatura) subisce alcuni avversi contatti umani: scontra una coppia di passanti, raggiunto l’interno di un edificio, incontra un’anziana, tutti reagiscono sgomenti alla sua visione. Segue il rifugio in una camera dell’edificio, di cui esso possiede la chiave. Se la corsa è finita, continua l’angoscioso agire del personaggio, che si rivolge ora agli animali ed oggetti presenti nella stanza. Dopo aver preso visione del luogo cala la tendina della finestra e copre lo specchio alla parete. Ancora un’altra perlustrazione e si accomoda in una sedia a dondolo nel centro della stanza.
Lo scopo di O è aprire una busta contenuta in una valigetta ed esaminarne il contenuto

 Film
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Regia di Yasujirô Ozu. Un film Da vedere 1932 con Tatsuo SaitôHideo SugawaraTomio Aoki. Titolo originale: Umarete wa mita keredo. Genere Drammatico – Giappone1932durata 90 minuti. – MYmonetro 2,99 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Due ragazzi diventano compagni di giochi del figlio del datore di lavoro del padre. Tra i ragazzi c’è un rapporto paritario, che però non esiste tra gli adulti. Il padre dei fanciulli deve sottostare non di rado al dispostismo del suo principale. I ragazzi assistono alle sue piccole umiliazioni e ne sono scioccati. Arrivano a disprezzare il padre. Ma perché sono piccoli. Quando diventano adulti, capiscono. 

I Was Born, But... (1932) on IMDb