Una ragazza fugge di casa per sposare l’amato. Quasi subito si accorge che lui, per procurarsi i soldi necessari alla loro sopravvivenza, non va troppo per il sottile. Sospetta addirittura che abbia ucciso un loro facoltoso amico e stia per eliminare anche lei. Sconvolta, decide di partire. Finale, naturalmente, a sorpresa
Constance Peterson (Ingrid Bergman) è una giovane dottoressa che lavora presso una clinica psichiatrica e che non presta alcuna attenzione ai suoi pur tanti ammiratori. Almeno fino a quando nella clinica arriva il dottor Edwards (Gregory Peck), destinato a prendere il posto del vecchio direttore, il dottor Murchison (Leo G. Carroll), che deve andare in pensione per raggiunti limiti di età. Tra i due scoppia improvviso l’amore, tanto che la riservata dottoressa dedita solo al lavoro si trasforma in una donna follemente innamorata. Ma Edwards ha comportamenti alquanto strani – ad esempio non sopporta la visione della neve e delle righe – che porteranno Constance a scoprire che l’uomo non è il dottor Edwards, ma un misterioso John Ballantine che ha perso la memoria e crede di aver ucciso il vero dottor Edwards per prenderne il posto. Ben presto i sospetti trapelano anche nella clinica e i due sono costretti a fuggire e a rifugiarsi in casa del dottor Brulov (Michael Chekhov), di cui Constance era stata in passato la giovane assistente, che dopo gli iniziali dubbi aiuterà l’uomo a recuperare finalmente la memoria. Definito dallo stesso autore come una “caccia all’uomo in un involucro di pseudo-psicoanalisi”, Io ti salverò costituisce uno dei più celebri e complessi thriller di Hitchcock, impreziosito dalle immagini oniriche realizzate appositamente da Salvator Dalì e sorretto dalla coppia Ingrid Bergman-Gregory Peck.
Il film, l’ultimo film del periodo inglese di Alfred Hitchcock, tocca due dei motivi preferiti dall’eccentrico regista inglese, che diventarono ossessivamente ricorrenti nel suo cinema: lo scambio causale di persona e il terrore dell’ignoto che può crollarci addosso da un momento altro. Il film è tratto da un romanzo di Josephine Tey, A Shilling for Candels,e narra la storia di un giovane scrittore accusato dell’omicidio dell’amica, delitto in realtà compiuto da un altro. Il giovane è costretto a fuggire. Braccato dalla polizia inizia da solo la ricerca del vero assassino. Lo aiuterà una giovane donna. Il film è ricco di virtuosismi tecnici come la carrellata attraverso la sala da ballo.
Eve Gill (Wyman), studentessa della Royal Academy Dramatic Arts, cerca di scagionare l’amico Jonathan (Todd) che pretende di essere ingiustamente sospettato di avere ucciso il marito della sua amante Charlotte (Dietrich), diva del music-hall. Oltre a innamorarsi dell’ispettore (Wilding) che indaga sul caso, scopre alla fine chi è il vero colpevole. Noto per un lungo flashback menzognero che gli fu rimproverato come una sleale trasgressione alle regole del poliziesco, è uno dei 2 film americani di A. Hitchcock girati a Londra. Tratto da 2 racconti di Selwyn Jepson (Man Running, Outrun the Constable), sceneggiato da Whitfield Cook, è un poliziesco di routine, ma vale più della sua fama. Ha il torto di raccontare una storia in cui sono i cattivi che hanno paura e di avere in J. Wyman un’attrice fuori parte, ma l’ambientazione londinese e teatrale è deliziosa; la prima mezz’ora (con la festa di beneficienza in giardino) e il finale sono notevoli e, in bilico tra ambiguità e volgarità, M. Dietrich lascia il segno.
Alla vigilia della 2ª guerra mondiale, un giovanotto che lavora in una fabbrica di munizioni del Nevada è accusato ingiustamente di sabotaggio. Si nasconde, incontra una ragazza che l’aiuta a smascherare i veri sabotatori. Coinvolgente thriller bellico girato con molti mezzi che si conclude con la famosa sequenza mozzafiato sulla statua della Libertà. C’è un uso ripetuto del teleobiettivo. Alla sceneggiatura collaborò la squisita Dorothy Parker.
Roddy, primogenito di una famiglia benestante, viene espulso da scuola, accusato di un furto commesso dal suo amico Tim. La famiglia lo allontana e tutti i suoi amici lo abbandonano, così decide di andare a Parigi, dove spende i pochi soldi che ha. Roddy comincia a lavorare come ballerino, ma presto diventa vittima dell’alcolismo. Sogna di andarsene dall’Europa, verso una delle colonie inglesi, ma quando cerca di partire alcuni marinai lo riportano indietro, confidando in una ricompensa da parte dei suoi familiari…
Per una serie di incredibili coincidenze, Manny Ballister viene scambiato per un ladro che ossessiona un’intera città con i suoi furti. L’uomo deve provare la sua innocenza, ma le persone che potrebbero aiutarlo sembrano scomparse dalla circolazione. La moglie di Manny è quella che risente in modo più drammatico della situazione.
Iconiugi Smith, che pur bisticciando spesso si amano teneramente, scoprono un bel giorno di non essere ufficialmente sposati, perché il loro matrimonio, per un disguido burocratico, non è valido. Prima di regolarizzare la posizione, lui farà sospirare a lungo la sposina per ammorbidirne il carattere.
Un giovane inglese giunto in Australia verso il 1830 conosce la misteriosa Lady Considine, una nobile che è fuggita con uno stalliere il quale per amor suo ha commesso un omicidio. L’uomo è stato condannato alla deportazione in colonia e la moglie lo ha seguito. Ormai indifferente al marito, è divenuta alcolizzata. L’invidiosa governante dei Considine mette il giovane in cattiva luce presso il padrone di casa.
Scienziato USA, specialista in congegni antimissilistici, finge di passare al servizio dei comunisti e con la fidanzata si reca a Berlino Est e a Lipsia, s’impadronisce di una formula segreta. Il rientro è rocambolesco. 50° film di Hitchcock, scritto da Brian Moore e riscritto da Keith Waterhouse e Willis Hall (non accreditati). Non è uno dei suoi film più riusciti anche perché, trasformata la formula segreta in un tipico MacGuffin, cioè un pretesto, Hitch s’interessa soprattutto al conflitto psicologico tra i due protagonisti, sui dubbi che lei, ignara (una Andrews fuori parte, imposta dall’Universal), ha sulla fedeltà personale e patriottica di lui. Memorabili momenti di suspense. L’uccisione di Gromek è da antologia. Spionaggio alla terza potenza e risvolti di umor nero.
Un pescatore dell’isola di Man, Pete, ama Kate, ragazza figlia di un albergatore. Non avendo però il coraggio di andare dal padre di lei a chiedergli la benedizione per il matrimonio, prega un suo amico, Philip, di farlo al posto suo. Riceve un netto rifiuto poiché troppo povero e, col cuore a pezzi, parte alla ricerca di fortuna: Kate gli promette che lo aspetterà e Philip che veglierà su di lei fino al suo ritorno. Col passare del tempo i due giovani però si innamorano ma mostrano i loro sentimenti solo dopo la notizia della morte di Pete. La verità, invece, è che il pescatore è riuscito a scampare ad un terribile naufragio e, fatto ritorno sull’isola, ignaro della relazione tra i due, sposa comunque Kate. Il figlio che la ragazza aspetta è però di Philip, al quale Kate aveva chiesto di fuggire insieme a lei, ma dal quale aveva ricevuto un netto rifiuto a causa del timore del ragazzo di rovinare la sua carriera di magistrato. Kate non regge alla disperazione e cerca il suicidio in mare: viene salvata, ma, secondo la legge inglese, deve presentarsi in tribunale come imputata. Il giudice del suo processo è proprio Philip, che viene accusato in aula dal padre di Kate che nel frattempo ha scoperto tutto. Il ragazzo è ora costretto ad assumersi le proprie responsabilità e ad abbandonare l’isola di Man con Kate e il loro figlio, sotto lo sguardo di una folla minacciosa ed ostile
Un sacerdote che ha preso i voti dopo una delusione d’amore viene accusato di assassinio. Egli conosce il colpevole che si è confessato subito dopo il delitto, ma naturalmente non può parlare. Al processo viene assolto per insufficienza di prove e rischia di essere linciato dalla folla; il vero assassino, temendo che la moglie, presa dal rimorso, dica la verità, la uccide e si scopre.
Dal romanzo di Leon Uris. Nel 1962 un agente francese fornisce alla CIA le prove della presenza di missili sovietici sull’isola di Cuba. “Un vero disastro” (Hitchcock). Non piaceva alla produzione, non piacque al pubblico e nemmeno ai critici. Per la prima volta nella sua carriera Hitchcock non sapeva come concludere una storia. Girò – si dice – 5 finali. Un’edizione USA in DVD ne riporta 3.
Il sesto film muto di Alfred Hitchcock, The ring-Vinci per me!, era uno di quelli che più soddisfava il regista inglese, ed è anche il primo realizzato con il direttore della fotografia Jack Cox, che lavorò con lui fino al 1933. Il protagonista è Jack Sander (Carl Brisson), un pugile che si esibisce nelle fiere di paese – detto “One Round” perché vince sempre alla prima ripresa – e che viene battuto dal campione australiano Bob Corby (Ian Hunter), che finisce anche per insidiargli la moglie (Lilian Hall-Davies). Ma sarà proprio sul ring che Jack si prenderà una doppia rivincita, battendo il rivale e riconquistando la donna. Vivace e ricco di finezze registiche che hanno finito per fare scuola, il film si segnala anche per le straordinarie qualità dinamiche del montaggio. Il titolo originale ha una pluralità di significati: si riferisce infatti sia al ring del pugilato, che alla fede matrimoniale, che a un braccialetto regalato dal rivale del protagonista, emblema dell’adulterio.
Otto persone si rifugiano a bordo di una scialuppa di salvataggio dopo che la nave è stata affondata da un sottomarino tedesco. Reazioni e crisi di ognuno di loro; c’è anche un tedesco che finge di non capire l’inglese: è un capitano del sottomarino, spietato e crudele come deve essere un tedesco.
Durante un viaggio in treno dai Balcani verso Londra, Iris Henderson (Margaret Lockwood), una giovane inglese, si mette alla ricerca di un’anziana signora, Miss Froy, conosciuta durante il viaggio e poi misteriosamente scomparsa. Tutti i passeggeri, così come il personale di bordo, negano di averla mai vista, e cercano di convincere la ragazza che si tratta di un frutto della sua immaginazione. Sempre più allarmata, Iris si imbatte in Gilbert Redman (Michael Redgrave), un giovane studioso di musiche popolari con il quale la sera precedente aveva avuto un vivace battibecco, che però cerca di aiutarla. Le indagini alla fine aiuteranno a svelare il mistero: il treno è pieno di spie, e Miss Froy, che è un agente segreto, è stata catturata, e alla fine tutti i passeggeri si ritroveranno a Scotland Yard. Questa commedia nera costituisce l’unico caso in cui Hitchcock prestò esplicitamente la sua attenzione alla politica che, nel periodo, attanagliava l’Europa a causa dall’insorgenza del nazismo. E’ infatti uno dei suoi rari film situati in un preciso contesto storico, l’immediato anteguerra pieno di minacce e ambiguità. Schierato su posizioni interventiste, Hitchcock approfitta degli ostacoli che l’eroina incontra e che nutrono la suspense del film, per denunciare l’indifferenza e l’egoismo delle scelte politiche inglesi.
Lo spione di turno è il proprietario di un cinema londinese. Ottima libera trasposizione de L’agente segreto di Conrad, girata da Hitchcock in patria prima del trasferimento a Hollywood.
Da una pièce teatrale di Charles Bennett, sceneggiata da A. Hitchcock. Fidanzata a un ispettore di Scotland Yard, Alice White uccide con un pugnale un pittore che nel suo atelier aveva cercato di violentarla. Un delinquentello, testimone del fatto, la ricatta; braccato dalla polizia, precipita e muore. Il fidanzato le impedisce di raccontare la verità alla polizia. Il caso è chiuso. Dopo una prima versione muta, fu in gran parte rigirato col sonoro e distribuito nel giugno 1929 con grande successo. 2 mesi dopo, quasi alla chetichella, circolò nelle sale non ancora equipaggiate anche la versione muta. Dura 10 minuti in meno, ma è più intensa, svelta e meglio equilibrata. Opera di incipiente maturità, thriller carico di libidine in cui Hitchcock sperimenta l’uso di suoni e rumori, ma non il parlato.
In una casa abbandonata di Londra, al numero civico diciassette, è custodito un prezioso collier che fa gola a tre fuorilegge, una giovane inglese, un vagabondo, uno sconosciuto ed un avventuriero, i quali si scontrano duramente per entrarne in possesso.Mentre la collana passa in modo repentino di mano in mano, la scena si sposta su un treno merci a seguito di un folle inseguimento tra i banditi in autobus. Sul convoglio i sospetti che attanagliano i personaggi sul fatto che uno di loro possa essere un detective si fanno così forti da originare una sparatoria vera e propria, con salti da un vagone all’altro e con l’uccisione del macchinista. Il treno, ormai senza controllo, finisce la sua folle corsa piombando su un traghetto ormeggiato in porto. Si salvano solo la ragazza e lo sconosciuto (che si rivela essere il detective) che, consapevoli del pericolo scampato, si abbracciano dalla gioia.
Un film di Alfred Hitchcock. Con Herbert Marshall, Nora Baring, Phyllis Konstam, Edward Chapman, Miles Mander.Titolo originale Murder!. Giallo, b/n durata 108 min. – Gran Bretagna 1930. MYMONETRO Omicidio valutazione media: 3,46 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Diana Baring è un’attrice di una piccola compagnia teatrale che viene accusata di omicidio perché è stata trovata vicino al cadavere di un’amica. Tra i giurati che la condannano c’è Sir John Menier, un celebre attore non convinto della sua colpevolezza che inizia ad indagare per non restare tutta la vita con il dubbio di avere compiuto un terribile errore giudiziario.
Le richieste di reupload di film deve essere fatto SOLO E ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.
Visto il poco spazio su Mega (2 terabyte) NON caricherò più serie tv e fumetti.
Se interessati a serie o fumetti contattatemi via email che vi spiego un metodo alternativo