Tamar Rabinyan, nata in Iran ma cresciuta in Israele, è una hacker informatica che lavora per l’agenzia di intelligence israeliana, Mossad. Le viene affidata una missione del tutto nuova: sotto falsa identità dovrà tornare in Iran e manomettere la centrale nucleare Iraniana. Durante la missione però, le cose si complicano
1997. Durante una missione in Medio Oriente, l’agente segreto Harry Hart, dal nome in codice di “Galahad“, vede morire il suo giovane protetto Lee Unwin a causa di un suo errore. Tornato in Inghilterra, consegna personalmente una medaglia d’onore alla vedova del caduto e all’orfano, Eggsy, dicendo loro che, se un giorno dovessero aver bisogno di aiuto, dovranno chiamare il numero inciso sul retro della medaglia.
Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti e nomination ai Golden Globe, agli Emmy Awards, agli Screen Actors Guild Award e ai People’s Choice Awards. Nel 2003 l’American Film Institute ha inserito Alias nella top 10 delle migliori serie televisive dell’anno[1], e in seguito diverse testate l’hanno proclamata uno dei miglior show televisivi di tutti i tempi[2]. Nel 2010 il canale satellitare E! ha classificato Aliasal quarto posto nella top 20 delle migliori serie televisive del ventennio 1990–2010[3].
Scrittore USA alcolista a Stoccolma per il Nobel scopre un complotto di potenze straniere ai danni di uno scienziato. Thriller in cadenze di commedia sofisticata, ricco di garbo, suspense, divertimento. Alla Hitchcock. Lo sceneggiatore è Ernest Lehman, che ha adattato un romanzo di Irving Wallace.
Lo spione di turno è il proprietario di un cinema londinese. Ottima libera trasposizione de L’agente segreto di Conrad, girata da Hitchcock in patria prima del trasferimento a Hollywood.
Durante un viaggio in treno dai Balcani verso Londra, Iris Henderson (Margaret Lockwood), una giovane inglese, si mette alla ricerca di un’anziana signora, Miss Froy, conosciuta durante il viaggio e poi misteriosamente scomparsa. Tutti i passeggeri, così come il personale di bordo, negano di averla mai vista, e cercano di convincere la ragazza che si tratta di un frutto della sua immaginazione. Sempre più allarmata, Iris si imbatte in Gilbert Redman (Michael Redgrave), un giovane studioso di musiche popolari con il quale la sera precedente aveva avuto un vivace battibecco, che però cerca di aiutarla. Le indagini alla fine aiuteranno a svelare il mistero: il treno è pieno di spie, e Miss Froy, che è un agente segreto, è stata catturata, e alla fine tutti i passeggeri si ritroveranno a Scotland Yard. Questa commedia nera costituisce l’unico caso in cui Hitchcock prestò esplicitamente la sua attenzione alla politica che, nel periodo, attanagliava l’Europa a causa dall’insorgenza del nazismo. E’ infatti uno dei suoi rari film situati in un preciso contesto storico, l’immediato anteguerra pieno di minacce e ambiguità. Schierato su posizioni interventiste, Hitchcock approfitta degli ostacoli che l’eroina incontra e che nutrono la suspense del film, per denunciare l’indifferenza e l’egoismo delle scelte politiche inglesi.
Il distratto e pigro professore Horatio Smith (L. Howard), apparentemente impegnato in scavi archeologici in Germania, si occupa di far evadere artisti e intellettuali dalle carceri naziste. 1ª regia del celebre attore “…sa far emergere la commozione dai sottotoni e bilancia con destrezza l’andamento svagato della commedia con le improvvise aperture drammatiche” (Emanuela Martini). Uno dei più fini film di propaganda antinazista. 2 titoli USA: Mister V e Fighting Pimpernel.
Da un romanzo di Ken Follett: due storie che alla fine s’intrecciano. Un’inafferrabile spia nazista che si nasconde in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale e una giovane coppia che, dopo nozze infauste, va ad abitare al largo delle coste britanniche. Comincia come un film d’inseguimento, continua come un thriller, si conclude come una tragedia d’amore, ma è una spy-story . Tutto funziona, ma il vero punto di forza è D. Sutherland che dà credibilità a un personaggio multiforme.
La tamburina è una miniserie portata sul piccolo schermo per la britannica BBC e la statunitense AMC da Park Chan Wook basandosi sul romanzo La tamburina dell’amato autore di thriller John Le Carré. Il drama è ambientato negli Anni ’70 e segue la storia della giovane e talentosa attrice Charlie (Florence Pugh), la quale durante una vacanza in Grecia conosce e si invaghisce di un affascinante straniero di nome Becker (Alexander Skarsgård). Ben presto, Charlie si rende conto che le intenzioni del misterioso uomo sono tutt’altro che romantiche: lui è un agente segreto dell’intelligence israeliana e vuole reclutarla per diventare una doppiogiochista e partecipare a un intricato piano di spionaggio ideato dal suo direttore, Kurtz (Michael Shannon). Charlie accetta di interpretare il ruolo più importante della sua carriera per porre fine a una serie di attacchi terroristici perpetrati da un gruppo di palestinesi, senza avere la certezza di essere dalla parte dei buoni. La miniserie è prodotta dal team di The Night Manager e vede tra gli altri membri del cast Simona Brown e l’italiano Alessandro Piavani.
Dal romanzo di John Le Carré su sceneggiatura di Andrew Davis, riscritta dallo stesso Le Carré e dal regista. Dopo la cessione del canale nel 1999 al governo panamense, il sarto Harry Pendel, oppresso da un pesante debito, fornisce a Andy Osnard, agente segreto di Londra che lo ricatta, false e sensazionali notizie che provocano la mobilitazione del Pentagono. Spy-story anomala fatta in barba alla Columbia da Boorman che, come produttore (Merlin Film), detiene il final cut . Si fa satira al vetriolo sui “falchi” dell’US Army, sulla politica di Londra subalterna a quella di Washington, sulla credulità e l’ignoranza rapace dei diplomatici, sulla disinformazione generale. Il nucleo del film, però, è nel rapporto tra i due protagonisti che impersonano due visioni del mondo: materialismo contro sensibilità, realtà contro sogno. G. Rush è straordinario; P. Brosnan recita benissimo la sua parte di sopravvissuto senza scrupoli all’era Thatcher-Reagan.
Con impeccabile e asciutto stile documentaristico, il prolifico regista hollywoodiano Henry Hathaway racconta una vittoriosa azione del controspionaggio americano, che grazie a un suo agente infiltrato fra spie naziste scardina l’intera rete negli Stati Uniti.
Un giovanotto inglese, cameriere dell’ambasciatore britannico ad Ankara durante la seconda guerra mondiale, offre ai tedeschi i piani dello sbarco in Normandia. I documenti sono autentici, ma i tedeschi non si fidano
Agente speciale (The Avengers nell’originale inglese) è una serie televisivabritannica prodotta negli anni sessanta. Tratta di agenti segreti in un’ambientazione di fantasia. Il programma, prodotto dalla compagnia televisiva Associated British Corporation e ideato da Sydney Newman, è uno dei primi esempi del genere fanta-spionistico (SpyFi in inglese) che combina trame di spionaggio con elementi fantascientifici.
La serie si compone di 6 stagioni, nelle quali il protagonista John Steed, un agente speciale, è affiancato da un partner nella risoluzione delle indagini, spesso ai confini della realtà. In queste 6 stagioni, John Steed è sempre impersonato da Patrick Macnee. Tutte le stagioni sono state realizzate in Inghilterra, dal gennaio 1961 al settembre 1969, le prime 4 in b/n e le ultime 2 a colori per un totale di 161 episodi. La sigla di coda della serie è il brano Avengers (di G. Ferrio, P. Cassia e F. Monti Arduini), cantato da Nancy Cuomo. Fu un notevole successo, anche radiofonico. View full article »
Nominato capo dell’FBI dal Presidente Calvin Coolidge, J. Edgar Hoover è un giovane uomo ambizioso nell’America proibizionista. Figlio di un padre debole e di una madre autoritaria, Edgar è ossessionato dalla sicurezza del Paese e dai criminali che la minacciano a suon di bombe e volantini. Avviata una lotta senza esclusione di colpi contro bolscevichi, radicali, gangster e delinquenti di ogni risma, il direttore federale attraversa la storia americana costruendosi una reputazione irreprensibile e inattaccabile. A farne le spese sono i suoi nemici, reali o supposti, tutti ugualmente ricattabili dai dossier confidenziali raccolti, archiviati e custoditi da Helen Gandy, fedele segretaria che rifiutò il suo corteggiamento e ne sposò la causa. Quarantotto anni di ‘azioni’ (il)legali, otto presidenti e un sentimento dissimulato dopo, quello per il collaboratore Clyde Tolson, Edgar detterà la sua biografia e le sue imprese: la rivoluzione investigativa, la consolidazione del Bureau, la ‘deportazione’ dei comunisti, la cattura di John Dillinger e George Kelly, le indagini lecite sui rapitori di Baby Lindbergh e quelle illecite sulle Pantere Nere o sul Movimento per i Diritti Civili di Martin Luther King. Una vita romanzata e smascherata al tramonto dalla coscienza di Tolson e dall’incoscienza del peggiore dei presidenti.
Una ragazza dell’alta società incontra durante una vacanza un uomo che le affida un gioiello: da quel momento la sua vita diventa una serie di avventure, tutte pericolose. Recatasi in Africa del Nord per consegnare il gioiello alla persona che le è stata indicata, Marie Chantal è fatta prigioniera dal terribile dottor Kha.
Una superspia sovietica disillusa dal comunismo e una piacente 007 americana disillusa dall’amore si incontrano alle Barbados. Cia e Kgb, increduli ed allarmati, ordinano il rimpatrio dei rispettivi agenti, ma il colonnello russo preferisce scappare e chiedere asilo politico in Gran Bretagna. Gli inglesi lo accettano in cambio di favori spionistici, ma i servizi segreti russi lo vogliono morto.
Dal romanzo di Leon Uris. Nel 1962 un agente francese fornisce alla CIA le prove della presenza di missili sovietici sull’isola di Cuba. “Un vero disastro” (Hitchcock). Non piaceva alla produzione, non piacque al pubblico e nemmeno ai critici. Per la prima volta nella sua carriera Hitchcock non sapeva come concludere una storia. Girò – si dice – 5 finali. Un’edizione USA in DVD ne riporta 3.
Appartenente al periodo inglese del grande maestro del cinema, è la prima versione di questo titolo. Infatti anni dopo, nel 1956, con il medesimo intreccio Hitchcock avrebbe girato a Hollywood il remake con James Stewart e Doris Day. Una spia viene pugnalata, ma prima di morire rivela a un turista inglese il nascondiglio di un importante messaggio. Verrà rapita la figlia del turista, ma quest’ultimo riuscirà sia a smascherare l’organizzazione, che sta preparando un attentato, sia a salvare la propria bambina. Più onesto e più ironico rispetto alla versione hollywoodiana.