Un vampiro si aggira sulla Terra da 250 anni, a partire dalla Rivoluzione francese, nutrendosi del sangue di tutti (ma schifando il “bouquet plebeo” del plasma dei lavoratori). Nel Settecento quel vampiro si chiamava Claude Pinochet, ma dopo varie identità transitorie ha trovato la sua definitiva incarnazione in Augusto Pinochet Ugarte, il generale autore del colpo di Stato contro Salvador Allende e diventato dittatore del Cile. Pinochet, soprannominato El Conde (“il conte”), ha governato per un ventennio macchiandosi (mai direttamente) di omicidi, torture, incarcerazioni e ruberie, affiancato dalla moglie Lucia, stratega di grande influenza.
Nel 2006 El Conde, immortale in quanto vampiro, ha simulato la propria dipartita, continuando a campare nell’oscurità. Ma ora ha deciso di andare all’inferno sul serio, e convoca i cinque figli per stanare insieme a loro un’infinità di proprietà e denari nascosti. I figli, avidi e gretti, si recano nella landa desolata dove i genitori abitano insieme al maggiordomo cosacco Fyodor. Ma una suora esperta di esorcismi li raggiunge per estirpare il diavolo dal Conte e salvare quel che resta della sua anima (e dei suoi beni).
Il film, recitato in farsi, racconta la storia di una città fantasma iraniana, Bad City, dove una strana e stanca popolazione è diventata la preda di un vampiro solitario che divora gli abitanti della città. La città è dominata da “cattive” persone. È sede di spacciatori, prostitute, criminali e altri strani e insoliti individui. Ma c’è un giovane che nutre ancora speranza per il futuro. Un giovane che crede ancora nell’amore. Nella colonna sonora verrà utilizzata della musica western suonata con la chitarra, e del pop iraniano. Le riprese cominceranno a gennaio a Taft, in California.
Siamo nel 1922, il cinema allora, oltre ad un’ancor immatura consacrazione, possedeva quel merito di cui gode ciò che per primo riesce ad esplorare, e talvolta superare, gli argini e i limiti della sperimentazione. Il compito più difficile e apprezzato di alcuni registi del periodo, è stato indubbiamente quello di aver rapprersentato visioni e idee prima d’allora presenti solo in letteratura. In un asssurdo antropomorfismo cinematografico, potremmo affermare che in quegli anni la settima arte, attraversava pressappoco il periodo dell’infanzia, fase che, come per l’uomo, segna e caratterizza notevolmente la propria personalità e l’intera vita futura. Allo stesso modo, questo film segnerà e caratterizzerà molte produzioni successive, e non di meno, saprà imprimersi nella mente d’ogni spettatore. Ispirato al romanzo “Dracula” di Bram Stoker, il regista attraversò non pochi problemi legali. Variò infatti nomi, titolo e luoghi, tuttavia fu egualmente costretto a distruggere ogni copia. Per fortuna, clandestinamente Murnau ne conservò una copia, permettendo alla pellicola di sopravvivere fino ai nostri giorni. La storia racconta di Hutter, giovane impiegato immobiliare, inviato presso il conte Orlok, affinchè permetta l’acquisto di una casa da parte di questi. Lungo il viaggio, Hutter, apprende dalla popolazione locale l’esistenza del famoso vampiro Nosferatu.
Raggiunto il suo cliente, già dai primi giorni l’impiegato realizza una terrificante verità: dietro la figura del conte si cela in realtà quella del famigerato vampiro. Fuggito dal castello, Hutter ritorna dala moglie Ellen, turbata durante la sua assenza da continui presagi notturni. La maledizione di Nosferatu tutttavia si abbatte sullo stesso Hutter e sulla popolazione . Il conte, spostatosi anch’esso dal castello, prende possesso della sua nuova dimora, e silenziosamente ogni notte scruta e spia la moglie dell’impiegato, reso ormai debole e malato. Sarà Ellen ,sacrificando se stessa, a salvare il paese dalla pestilenza e dalla presenza malefica del conte Orlok. Di carattere profondamente psicanalitico, la pellicola si discosta da tutte le altre opere di natura espressionista. Simbolica la scelta del regista di rappresentare spazi aperti e luoghi che, seppur vasti, appaiono comunque immersi in un’atmosfera cupa e visionaria. Peculiare scelta di Murnau, è l’utilizzo di effetti speciali, ombrosi e spettrali sensazionalismi che riescono ad aumentare la dimensione occulta della pellicola. Celebri alcune scene, come l’immagine spettrale della foresta “in negativo” attraversata dal giovane Hutter, o il movimento della carrozza che procede a balzi. Il film, complesso ed elaborato, è ricco di simboli e metafore, diverse inoltre possono essere le diverse interpretazioni e chiavi di lettura. Indubbiamente, la pellicola rappresenta una profonda immersione nel mondo dell’occultismo, trascendendo e spaziando su figure, immagini e temi che rappresentano l’uomo e la sua esistenza. Sequenze e fotografie anacronistiche, forse a qualcuno potranno risultare attempate e ridicolmente minimaliste, ma meritano osservazione e acuta analisi.Sinteticamente una sola parola: Storia.
Un film di Werner Herzog. Con Klaus Kinski, Bruno Ganz, Isabelle Adjani, Jacques Dufilho Titolo originale Nosferatu, Phantom der Nacht. Drammatico, durata 107′ min. – Francia, Germania 1978. – VM 14 – MYMONETRO Nosferatu il principe della notte valutazione media: 4,24 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Dal romanzo (1897) di Bram Stoker. Jonathan Harker parte per la Transilvania per trattare un affare col conte Dracula. Riportato in vita, Nosferatu semina la peste in Olanda, ma Lucy _ la moglie di Jonathan _ lo sconfigge sacrificando la sua vita. Omaggio al capolavoro muto (1922) di Murnau, non è un film dell’orrore né del terrore: raggiunge il fantastico con le immagini della realtà e per virtù di stile, con l’uso della luce. Del suo eroe, incarnazione del Male, Herzog sottolinea la profonda, insondabile tristezza; della sua triplice qualità di Morto Redivivo, Stregone ed Entità Diabolica privilegia la prima. Leggerlo come una metafora sul Male e sulla Paura che, ieri (Hitler) come oggi, abitano la Germania (e l’Europa) sembra una forzatura. Un Kinski insolitamente sobrio e una sonnambolica, esangue Adjani.
Un film di Terence Fisher. Con Peter Cushing, Melissa Stribling, Michael Gough, Christopher Lee Titolo originale Dracula. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 82′ min. – Gran Bretagna 1958. MYMONETRO Dracula il vampiro valutazione media: 3,83 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Dal romanzo (1897) di Bram Stoker: Jonathan Harker e la sua fidanzata Lucy sono stati trasformati in vampiri dal conte Dracula. Il prof. Van Helsing scopre la terribile identità di Dracula e _ con l’aiuto di Arthur Holmwood, fratello di Lucy _ lo distrugge. Con La maschera di Frankenstein, è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni ’60, è il film che definisce l’aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. Titolo in USA Horror of Dracula.
Requiem pour un Vampire ( inglese : Requiem for a Vampire , noto anche come Caged Virgins ) è un film horror / fantasy erotico del 1971 diretto da Jean Rollin.
Due donne vestite da pagliacci e un autista vengono inseguiti per la campagna, per ragioni sconosciute. Mentre l’uomo guida, le donne sparano ai loro inseguitori. Quando l’uomo viene colpito, le donne sono costrette a bruciare l’auto con il suo corpo all’interno e una volta tolti i costumi, corrono attraverso una foresta, e poi un cimitero, in cui una delle donne, Michelle, è quasi sepolta viva. Attraversando un campo, arrivano all’esterno di un castello gotico.
Un film di Carl Theodor Dreyer. Con Sybille Schmitz, Julian West, Henriette Gérard, Rena Mandel Titolo originale Vampyr ou l’étrange aventure de David Gray. Drammatico, b/n durata 75 min. – Francia 1932. MYMONETRO Vampyr valutazione media: 3,89 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
David si ferma per una notte in una locanda e conosce uno strano vecchio che gli lascia un incartamento che gli chiede di leggere dopo la propria morte. Ripreso il viaggio giunge al maniero dell’anziano personaggio ed è testimone della sua morte. Letto il manoscritto scopre l’esistenza di una vampira, certa Marguerite Chopin. Dopo alterne vicende David riesce a sconfiggere il male, colpendo al cuore la vampira con un paletto. Capolavoro pieno di inquadrature mirabili come la soggettiva di David che viene condotto, nella bara, verso la sepoltura. Dreyer miscela realtà e onirismo in uno spettacolo di grande effetto. Tratto dal libro Camilla di Sheridan Le Fanu e fotografato da Rudolph Matè. In circolazione non esistono copie in italiano restaurate. Per poterlo vedere al meglio bisogna accontentarsi di copie in originale con sottotitoli in inglese.
Una strana storia di un ladro che cerca rifugio in un castello di proprietà di due bellissime donne: Eva ed Elizabeth. Entrambi gli aristocratici appartengono a una setta che pratica il culto vampirico. Un piacere visivo di amore lesbico e sanguinario ricreato in un ambiente macabro, ma di oscura e misteriosa bellezza.
Nel 1480 Vlad Drakul, feroce paladino dell’Europa cristiana contro i turchi invasori, maledice Dio e diventa un vampiro dopo che sua moglie muore suicida, credendo che lui sia morto in battaglia. Nel 1897 a Londra Dracula vede in Mina Murray la reincarnazione della consorte e per amore si rifiuta di farne una sua simile, ma lei, innamorata, beve il suo sangue. In Romania i due si riuniscono. Ridotto a un mostro, Dracula le chiede di dargli pace. Lei obbedisce. Su una sceneggiatura di James Hart – che attinge anche da The Annotated Dracula di Leonard Wolf – e con almeno 40 milioni di dollari della Columbia Tristar (Sony) a disposizione, Coppola dà una struttura epica, romantica e luciferina al personaggio, e continua il suo lavoro di sperimentazione stilistica con una serie di invenzioni narrative, tecniche, cromatiche, figurative. Incorpora nel film la dimensione diaristica del libro. Fa subire a Gary Oldman numerose metamorfosi zoologiche o diaboliche. Ricorre soltanto a effetti speciali di carattere fotografico (e non computerizzato). Fa una puntigliosa ricostruzione della Londra vittoriana del 1897 con qualche civetteria e almeno un anacronismo storico (la sequenza del cinematografo). Riempie il film di rimandi al romanticismo e al simbolismo pittorico dell’Ottocento con curiose escursioni orientaleggianti (i costumi della giapponese Eiko Ishiota), ed espliciti agganci alla più raffinata grafica del fumetto, oscillando dal poetico al ridicolo involontario, dal gratuito al grossolano. È un film senza stile perché ne insegue troppi. È il Dracula di Winona Ryder: la bella parte è la sua, non quella di Oldman, troppo coperto dai trucchi e dai travestimenti. 3 Oscar: costumi, trucco, montaggio della colonna sonora.
Brigida, una ragazza andata alla fonte a prendere l’acqua per le mucche viene aggredita da un essere mostruoso che le succhia il sangue. Attirati dalle sue grida, i contadini arrivano con forconi e bastoni, ma è troppo tardi: Brigida, ferita, viene portata dal medico. È la terza a essere stata colpita nel giro di un anno. I contadini ritengono sia colpa di un vampiro, ma il medico rassicura tutti, non è niente di grave. Il professore presso la cui casa Brigida è stata momentaneamente portata sta dando ospitalità a un gruppo di ragazze che prepara un balletto con suo nipote Luca (Isarco Ravaioli). Questi è fidanzato con una delle ragazze, Francesca (Tina Gloriani), e ha organizzato tutto per stare con lei. Brigida intanto muore, ma in realtà è diventata una vampira. Sorpresi nel bosco da un temporale, Luca, Francesca e l’amica Luisa (Hélène Remy) si rifugiano in un castello abbandonato. O meglio creduto tale perché i nostri vi trovano un’austera contessa (Maria Luisa Rolando) e il suo truce servitore Herman (Walter Brandi). Sulla scia del successo del #Vedi#Dracula con Christopher Lee, Polselli realizza un film in parte derivativo, ma in gran parte originale nelle atmosfere e nel connubio apertamente voluto tra horror d’atmosfera e sleaze puro, con un paio di lunghi numeri di danza piuttosto lascivi per i tempi. La storia è semplice e i personaggi sono dei cliché, ma il racconto procede bene e ha un fascino tra l’ingenuo e il morboso arricchito da alcune ricercatezze visive, come la soggettiva della non-morta trasportata nella bara sino alla sua fossa in un’estensione della famosa soggettiva dreyeriana da #Vedi#Il vampiro. I mezzi sono pochi, ma le ambientazioni azzeccate consentono al film di avere una certa ricchezza visiva, valorizzata da un bel bianco e nero. Anche se il vampiro è un essere mostruoso e incartapecorito, la cui identità sarà svelata solo nel finale, l’effetto che sprigiona sulle ragazze colpite è quello di aumentarne la sensualità. Bella la prova di Walter Brandi in un ruolo di sottomissione-dominazione con la sensuale Maria Luisa Rolando, contessa morbidamente scosciata che dice almeno una frase sublime (“Sono prigioniera di un pazzo che ha la passione per la sua pazzia”). Nel cast anche l’efficiente Isarco Ravaioli, frequente collaboratore di Polselli
Un film di Dan Curtis. Con Joan Bennett, Jonathan Frid, Grayson Hall, Thayer David Titolo originale House of Dark Shadows. Horror, durata 90 min. – USA 1970. MYMONETRO La casa dei vampiri valutazione media: 2,00 su 1 recensione.
Un uomo sconosciuto si presenta alla ricca dimora della famiglia Collins e sostiene di essere Barnabas, un lontano parente. Effettivamente assomiglia molto al ritratto di un antenato dei Collins, ma da quando si stabilisce nella villa iniziano misteriosi delitti.
Un secolo dopo la sua morte, Dracula viene riportato in vita nel corso di una misteriosa cerimonia. La persona che lo ha resuscitato lo aiuta prima a procurarsi vittime per placare la sua sete di sangue, poi a catturare la discendente dell’uomo che cent’anni prima lo uccise.
Gli omicidi di Whitechapel sono forse la serie di delitti che più hanno risvegliato la fantasia di molti autori; se aggiungiamo il fatto che sono avvenuti in concomitanza col periodo di maggiore attività del famoso detective vittoriano, allora la coincidenza non può che essere una spinta in più per inserire nella vicenda anche il celebre consultant detective di Baker Street. Dean D. Turnbloom ci presenta fin dall’inizio il vampiro responsabile, il Barone Barlucci, ex cavaliere templare diventato vampiro dopo essere stato ferito in battaglia, che non esita a definirsi, attraverso un racconto in terza persona, totalmente al di fuori di ogni sospetto. Un’epoca che crede nella scienza e ha abbandonato la superstizione non potrà mai pensare ad un vampiro che si aggira per le strade di Londra in cerca di sangue. La complicata vicenda costringerà Scotland Yard a richiedere l’intervento di Sherlock Holmes che, ritenendo soltanto delle leggende i racconti sui vampiri, si mette alla caccia dell’uomo responsabile. Il Barone si trova così costretto ad agire, proprio nel momento in cui è riuscito a trovare un metodo per alleviare i sintomi della sua “malattia” e, sul lungo periodo, riuscire a guarirne. Sherlock Holmes e il vampiro di Whitechapel si inserisce in modo interessante nella serie di resoconti sherlockiani riguardanti lo Squartatore, di cui ricordiamo i più noti Uno studio in nero di Ellery Queen e L’ultimo caso di Sherlock Holmes di Michael Dibdin, senza contare gli incontri con i vampiri da parte di Holmes, a partire dal canonico L’avventura del vampiro del Sussex, ai numerosi apocrifi e film che lo vedono affrontare Dracula e vampiri meno noti, alcuni più riusciti di altri.
Un film di Peter Sasdy. Con Linda Hayden, Christopher Lee, Anthony Corlan Titolo originale Taste the Blood of Dracula. Horror, durata 95′ min. – Gran Bretagna 1970. MYMONETRO Una messa per Dracula valutazione media: 1,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Nella Londra vittoriana tre nobilastri annoiati convincono Lord Courtley a ridestare il suo maestro, il vampiro Dracula ma poi, terrorizzati, uccidono l’amico. Per vendicarsi, Dracula sottomette alla sua volontà i figli dei tre malvagi. Solo uno dei giovani riesce a sottrarsi e affronta il vampiro. 4° Dracula della Hammer con C. Lee, banale e stracolmo di insulse trovate macabre. Seguito da Il marchio di Dracula.
Un film di Roy Ward Baker. Con Christopher Lee, Dennis Waterman, Jenny Hanley, Richard Durden Titolo originale Scars of Dracula. Horror, durata 94′ min. – Gran Bretagna 1970. MYMONETRO Il marchio di Dracula valutazione media: 1,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Albert e Sara si trovano nel castello di Dracula in cerca del fratello di lui scomparso. Uno dei più anemici Dracula della Hammer. Dopo l’assenza giustificata in Le figlie di Dracula, C. Lee tornerà al personaggio in 1972: Dracula colpisce ancora.
Il conte Dracula (Udo Kier) è ormai in fin di vita perché gli manca il nutrimento, cioè il sangue di vergini. Ritenendo che in Italia se ne possa trovare a profusione – è la terra del cattolicesimo, le vergini dovrebbero abbondare – il conte vi si reca. Naturalmente scoprirà che le cose non stanno così. È il secondo film della bizzarra accoppiata (l’altro è #Vedi#Il mostro è in tavola… barone Frankenstein), realizzata in Italia da Paul Morrissey con il coinvolgimento di Antonio Margheriti. A mio avviso, è il migliore dei due, più divertente e, a suo modo, compatto. Udo Kier è grandissimo nella parte di un Dracula malato e perverso (che vomita, quando beve sangue di una non vergine), attorniato da un cast stellare che comprende, oltre al consueto (nei film di Morrissey), ineffabilmente inespressivo, Joe Dallesandro, un divertito Vittorio De Sica, Roman Polanski in un bel cameo, Milena Vukotic e un bel gruppo di bellezze loca li tra cui Stefania Casini e Silvia Dionisio. Naturalmente, tutto si regge su una semplice gag – che il vampiro debba esclusivamente nutrirsi di sangue di vergini – senza riscontri nella vasta cinematografia in materia. Ma non importa, il film è brioso ed eccentrico.
Lei ha trascorso tutte le sue vite precedenti impalando vampiri. Lui è Donald Sutherland che, con un impermeabile di bogartiana memoria, fa il suo istruttore. Il vampiro è l’ormai perso alla causa Rutger Hauer che si butta via in B-movie come questo. Ennesima rivisitazione del genere con la figlia di Natalie Wood in una particina.
Capitan Kronos è un giovane cacciatore di vampiri con un passato come guardia imperiale. Nel suo oscuro peregrinare è accompagnato dal suo assistente, il professore Grost, esperto in scienze e magia. I due che arrivano un villaggio, chiamati da un vecchio compagno d’armi di Kronos. Il mistero riguarda la sparizione di alcune fanciulle, ritrovate poi morte, prosciugate della linfa vitale…
Un film di Stan Dragoti. Con George Hamilton, Susan Saint James Titolo originale Love at First Bite. Commedia, durata 96 min. – USA 1979. MYMONETRO Amore al primo morso valutazione media: 3,25 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il conte Dracula, estromesso dal suo castello, sequestrato dal governo rumeno, si trasferisce a New York con il fido servo Renfield gran mangiatore di scarafaggi. In America conosce la bella indossatrice Cindy Sondheim. Tra i due sboccia il grande amore. Al terzo morso Cindy diventa, consenziente, una vampira.
New York, 2012. Un virus ha ucciso tutti gli uomini e li ha trasformati in vampiri. La città è deserta, e l’unico sopravvissuto è il Dottor Robert Neville (Will Smith), scopritore di un possibile siero che potrebbe salvare l’umanità. Neville si muove alla luce del giorno con il suo cane lupo seguendo la quotidianità, in attesa della notte, in cui i vampiri escono dalla penombra, attaccando tutto ciò che incontrano. Will Smith sa il fatto suo. È nato come rapper, è diventato una star della televisione, e da tempo ha affrontato il cinema. Sempre da protagonista. Dopo il film diretto da Muccino dove recitava con suo figlio, adesso si confronta con se stesso e con una metropoli spettrale che mette in evidenza ogni suo movimento. Forse non sarà candidato all’Oscar, ma la sua interpretazione è degna di nota.
Le richieste di reupload di film deve essere fatto SOLO E ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.
Visto il poco spazio su Mega (2 terabyte) NON caricherò più serie tv e fumetti.
Se interessati a serie o fumetti contattatemi via email che vi spiego un metodo alternativo