Category: Celestini Ascanio


Locandina Parole sante

Regia di Ascanio Celestini. Un film con Ascanio Celestini e i lavoratori precari. Titolo originale: Parole sante. Genere: Documentario. Paese: Italia. Anno: 2008. Durata: 58 min. Consigliato a: Per un pubblico interessato al teatro civile e alle tematiche sociali. Valutazione IMDb: Non disponibile.

Il documentario porta sullo schermo l’indagine condotta dall’attore e regista teatrale Ascanio Celestini sul precariato e sulle condizioni di lavoro in Italia, concentrandosi in particolare sulle vicende dei dipendenti di un grande call center telefonico. L’opera è strutturata principalmente sulle interviste dirette ai lavoratori, che raccontano in prima persona le proprie esperienze di sfruttamento, contratti flessibili e assenza di tutele, in un ambiente lavorativo spesso alienante. Celestini si pone come mediatore e narratore, raccogliendo le testimonianze che costituiscono la vera spina dorsale del film, a cui aggiunge solo in apertura e chiusura dei monologhi recitati.

Parole sante è un’operazione di cinema civile, che trae la sua forza dalla cruda autenticità delle parole dei protagonisti, qui chiamati in un certo senso a “recitare” la propria realtà. Nonostante la regia adotti un approccio quasi televisivo, mantenendo la telecamera fissa sui volti degli intervistati, questa scelta è funzionale all’obiettivo di restituire integralmente la dignità e la verità delle loro testimonianze. Il film denuncia l’emergenza sociale del precariato in Italia e il lato oscuro della modernizzazione aziendale. Si tratta di un’opera apprezzabile per il suo impatto etico e la sua urgenza politica, che riesce a trasformare un tema complesso in un racconto corale e toccante, anche se la sua natura ibrida tra teatro e inchiesta giornalistica non lo rende un esempio di innovazione stilistica.

La pecora nera (2010 film) - Wikipedia

Regia di Ascanio Celestini. Un film con Ascanio Celestini, Giorgio Tirabassi, Maya Sansa, Alba Rohrwacher. Genere: Drammatico. Paese: Italia. Anno: 2010. Durata: 93 min. Consigliato a: da 14 anni. Valutazione IMDb: 6.9.

Tratto dall’omonimo spettacolo teatrale di Celestini, il film narra la storia di Nicola, un uomo che ha trascorso quasi tutta la sua vita in un ospedale psichiatrico e che, dalla sua stanza, rivive i ricordi e le storie di un passato doloroso. Attraverso un flusso di coscienza tra realtà e fantasia, Nicola ci presenta un’Italia dimenticata, fatta di manicomi e di persone ai margini. Con l’aiuto della sua amica Marinella, che ha una storia di sofferenza simile, Nicola cerca un modo per uscire da quel limbo e riappropriarsi della sua vita.

La pecora nera è un’opera unica e toccante, che si distingue per il suo stile narrativo non convenzionale e per la forza della sua denuncia sociale. La regia di Ascanio Celestini, sebbene non priva di qualche ingenuità visiva, riesce a tradurre efficacemente il linguaggio teatrale in quello cinematografico, creando un’atmosfera sospesa tra il sogno e la cruda realtà. La performance dello stesso Celestini è intensa e credibile, sostenuta da un cast di attori di grande talento. Il film affronta il tema delicato degli ospedali psichiatrici con sensibilità e intelligenza, mettendo in discussione la definizione stessa di normalità. Un’opera che, pur essendo di nicchia, ha un valore culturale e umano notevole e rappresenta un cinema italiano coraggioso e autoriale.

Nonostante sia preso dalla tv è meglio di altre versioni dvdrip che ho trovato in rete.

Regia di Ascanio Celestini. Un film con Ascanio CelestiniAlba RohrwacherSalvatore StrianoFrancesco De MirandaVeronica CrucianiCast completo Genere Drammatico – ItaliaFranciaBelgio2015durata 85 minuti. Uscita cinema giovedì 22 ottobre 2015 distribuito da Parthénos. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: – MYmoro 2,44 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nicola passa il tempo bevendo e fingendo che sta smettendo di bere. Questa è la storia sua e di tanti altri personaggi che incontra per un destino o per caso come in un road movie. Perciò è anche la storia di Sabatino che truffa le assicurazioni. Pure il Concellino vive truffando le assicurazioni, ma vuole fare carriera. È la storia di Salvatore, figlio di Anna e forse anche di Nicola, ma Anna è una prostituta e non lo sa chi è il padre di suo figlio. È la storia di Sofia che dice che scappa in Spagna con l’amica. Lo dice, ma poi resta a Cinecittà. È la storia dell’Abruzzese che fa il carrozziere, ma anche il parcheggiatore notturno. È la storia di Sasà che una notte finirà peggio di tutti nella stanza di una questura di periferia. E in mezzo a tutte queste storie c’è quella dell’americana che gira l’Italia vestita da sposa.
Quella di cui sopra è la sintesi della trama che si può trovare sul catalogo delle “Giornate degli Autori” del Festival di Venezia 2015 ed espone con precisione tutte le vicende che percorrono il film di Celestini. A fare da fondamentale trait d’union è appunto Nicola ma si potrebbe chiamare anche Ascanio perché lo sguardo di comprensione con cui l’attore/regista si rivolge all’umanità dolente (ma non del tutto vinta) che popola il film è il suo.
A fare da bussola e da chiave di lettura è la battuta pronunciata da Nicola/Ascanio in apertura e che ribalta il finale del Pinocchio collodiano. L’essere umano è buffo, meglio il burattino. Perché l’essere umano celestiniano è fragile e contraddittorio. Cerca il prossimo ma al contempo lo teme. Fa propositi che poi non mantiene e cerca di sopravvivere ai margini del luogo dove la finzione si fa arte (Cinecittà). Anche vivendo al limite della legalità o addirittura superandolo cercando una bellezza che è negata sia dagli esterni che dagli interni, siano essi un’abitazione/ricovero degradata o un bar di periferia ultimo approdo di chi vorrebbe raggiungere un porto sicuro. Magari con in mano una bottiglia di vino con un fiocco rosso

Long Live the Bride (2015) on IMDb
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