
Regia di Tim Russ. Un film con Walter Koenig, Adrienne Wilkinson, Manu Intiraymi, Gary Graham, Robert Picardo. Titolo originale: Star Trek: Renegades. Genere: Fantascienza, Azione, Avventura. Paese: Stati Uniti d’America. Anno: 2015. Durata: 90 min. Consigliato a: da 14 anni. Valutazione IMDb: 6.0 (Dato riferito al film pilota).
La Federazione Unita dei Pianeti si trova in una crisi profonda: i pianeti fornitori di cristalli di dilitio stanno scomparendo a causa di un fenomeno ignoto di piegatura spaziale. Di fronte all’inerzia di Flotta Stellare, l’Ammiraglio Pavel Chekov e il Comandante Tuvok, capo della Sezione 31, sono costretti a operare al di fuori dei protocolli. Assemblano una squadra segreta di “rinnegati” — composta da reietti, criminali e disadattati — per indagare sulla minaccia e prevenirne l’escalation. A guidare la squadra è l’enigmatica Lexxa Singh, discendente del celebre Khan, il cui passato turbolento la rende la candidata ideale per questa missione disperata e moralmente ambigua. Il loro viaggio li porta a confrontarsi con una potenza aliena determinata a distruggere la Terra, sollevando dubbi sulla lealtà all’interno della stessa Flotta Stellare.
Il film, nato come progetto fan-funded per fungere da pilota per una potenziale serie web non ufficiale, si propone come un “Trek più oscuro”, esplorando tematiche di moralità grigia e operazioni clandestine che rimandano alla Sezione 31. A livello tematico, esplora i limiti etici della Federazione e la validità del ricorrere a mezzi discutibili per salvare il bene superiore. La regia di Tim Russ (noto interprete di Tuvok) e la presenza di numerosi volti noti del franchise (Walter Koenig, Robert Picardo, Manu Intiraymi, tra gli altri) sono un punto di forza che attira i fan, ma è l’elemento più “fan-film” a tradire l’ambizione. Pur con effetti speciali a tratti notevoli, la produzione limitata e una sceneggiatura che spesso ricade in tropi fantascientifici datati e dialoghi a volte deboli non permettono al progetto di raggiungere pienamente il potenziale del suo concept. È un’opera audace per l’impegno dei fan e per il tono narrativo, ma è chiaramente frenata dalle sue risorse limitate, risultando più un interessante esperimento che un’opera pienamente realizzata.

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