Vagamente ispirato al celebre romanzo di Prévost. Durante l’occupazione nazista della Francia, la giovane Manon fa l’amore coi soldati tedeschi. Dopo la liberazione, il patrigno Robert Des Grieux la porta con sé a Parigi. I due si industriano in traffici di vario genere
Nel 1761 a Londra il manicomio di Bedlam è gestito dal dispotico e malvagio Sims (B. Karloff) che organizza degradanti spettacoli pubblici con i suoi ricoverati. Amante di Lord Mortimer (B. House), l’attrice Nell Bowen (A. Lee) denuncia il fatto, ma, grazie agli intrighi di Sims, è internata a Bedlam dove, commossi dalla sua dolcezza, i malati la proteggono. Ispirato a una stampa della Carriera di un libertino di William Hogarth e prodotto per la RKO dal geniale Val Lewton (che firma la sceneggiatura come Carlos Keith) è un piccolo, intelligente film che curiosamente anticipa alcuni temi del Marat-Sade di Peter Weiss. S’avvale di una preziosa fotografia di Nicholas Musuraca, tiene in sapiente equilibrio melodramma, horror, critica sociale. Bocciato dalla censura britannica che non gli rilasciò il certificato di distribuzione nel Regno Unito.
Studentessa “mascalzona” di una scuola femminile intercetta una lettera d’amore scritta a un personaggio immaginario dalla sua romantica insegnante di corrispondenza commerciale, e la fa arrivare al suo omonimo che vive a Vienna. Equivoci a catena e fiori d’arancio. Tratto da una commedia dell’ungherese Laszlo Kadar di cui conserva l’impianto teatrale, è il 2° film di De Sica regista, che vi interpreta da istrione una triplice parte (Carlo Hartman figlio, padre, nonno) e il 1° della vispa Del Poggio. Irrealista sino all’astrazione, ma con una carica critica verso la rigidità del sistema scolastico.
Un rapporto di sincera amicizia, oltreché il grande amore per il mare, lega un gruppo di marinai. Nonostante si imbattano in situazioni drammatiche e rischiose, troveranno la forza, una volta approdati sulla terraferma, di ricominciare una nuova avventura.
In una pacifica cittadina americana vive un nazista scampato al processo di Norimberga. Si è rifatto un’esistenza e sotto mentite spoglie sposa perfino la figlia di un noto magistrato. Giunge un detective incaricato di indagare sulla vera identità del professore, la cui moglie respinge sdegnata gli insistenti sospetti che l’investigatore le confida.
Un film di Robert Siodmak. Con Olivia De Havilland, Thomas Mitchell, Lew Ayers Titolo originale The Dark Mirror. Poliziesco, Ratings: Kids+16, b/n durata 85′ min. – USA 1946. MYMONETRO Lo specchio scuro valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un medico deve scoprire, parallelamente alle indagini della polizia su un efferato delitto, quale di due sorelle gemelle è una psicopatica assassina. È un piccolo classico del cinema nero degli anni ’40. Partendo da una solida e aguzza sceneggiatura di Nunnally Johnson, da un soggetto di Vladimir Pozner, R. Siodmak lavora bene di chiaroscuro. Esercizio di bravura di O. de Havilland in 2 parti. Rifatto per la TV come Lo specchio nero.
Elisabetta I blandisce l’ambasciatore di Spagna, ma sottobanco non scoraggia il prode capitano Geoffrey Thorpe, che fa la guerra corsara per impossessarsi dell’oro spagnolo. Tratto da un romanzo di Rafael Sabatini, già filmato nel 1924. Scatto, brio, battaglie spettacolari, duelli. E. Flynn in gran forma. Film Warner giunto in Italia a guerra finita con un doppiaggio eseguito con voci di italiani emigrati.
Nel consacrarsi a una passione che non sarà mai ricambiata, una romantica viennese trasforma la sua infatuazione per un pianista in un’ossessione amorosa che la consuma fino alla morte. Da un racconto di Stefan Zweig uno dei più squisiti “film di donna” della storia del cinema, immerso in un clima magico e, insieme, ossessivo. In mano d’altri poteva uscirne una storia sentimentale strappalacrime. Ophüls ne fa un capolavoro romantico.
Fusako Owada è una donna della notte del Giappone del dopoguerra. Prostituta e amante di un pericoloso trafficante di droga, vive la sua quotidianità fra le viuzze di una città in rovina, devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, e il sollievo di alcuni piccoli vezzi che il suo uomo le offre. Ma a risvegliarla da questo torpore esistenziale, facendole perdere tutta la solidità e riscoprendola fragile e labile, è la scoperta che un’altra donna è nel cuore del suo amante… E questa altri non è che la sorella Kumiko. Terribilmente contemporaneo, con una precisione antropologica e una feroce poetica, Kenji Mizoguchi firma questo piccolo gioiellino cinematografico, lontano dai suoi territori prediletti. Si parla di gagnster, violenza, donne e uomini sanguinosi, riti barocchi e miti torbidi e spietati… ma dove aleggia sempiternamente la speranza di cambiar vita. I personaggi di questa storia sembrano portare dentro di loro un inferno personale: «Donne come me», dice Fusako alla sorella «non devono più esistere». Dannati e dannate da un’esistenza vissuta nel Male. Bravissima (e meritatamente premiata in patria) l’attrice Kinuyo Tanaka, nel ruolo della protagonista, che ben disegna le iperboliche emozioni che la scuotono, facendo sciogliere quel gelo e quella metallicità che facevano parte del suo ruolo nella prima parte della pellicola. Altrettanto valente anche Tomie Tsunoda nel ruolo della sorella nervosa, pericolosa e fragile. Ottime la scenografia e la fotografia che rendono veramente mefistofelico il microcosmo in cui si sviluppa la trama (che evoca un po’ la tragedia greca), direttamente creata da un romanzo di Eijiro Hisaita e sceneggiata da Yoshikata Yoda. Lontano da preoccupazioni politiche e formali, Mizoguchi fa un film che non è dei migliori, ma senza alcun dubbio, è uno dei più fluidi della sua filmografia.
Dal romanzo Build My Gallows High di Geoffrey Homes. Il passato ritorna nella vita di un detective privato, ritiratosi in provincia, quando il suo losco ex datore di lavoro e la sua ex amante gli fanno un’offerta che non può rifiutare, coinvolgendolo in una trappola mortale. Uno dei vertici del cinema noir: fatalismo tragico, impotenza dell’individuo, rapporto avvelenato tra passato e presente, la figura della dark lady (J. Greer). Scritto da Daniel Mainwaring, il labirintico intrigo è messo in immagini da J. Tourneur con stringata intensità. 1° film di R. Mitchum come protagonista, funzionale fotografia di Nicolas Musuraca. La RAI ha restaurato l’edizione distribuita sul mercato italiano, lasciando in inglese le scene tagliate. Esiste anche in versione colorizzata. Insignificante remake diretto da Taylor Hackford: Due vite in gioco (1984). Altro titolo italiano: La banda degli implacabili .
Regia di Amleto Palermi. Un film con Totò, Silvana Jachino, Titina De Filippo, Augusto Di Giovanni, Osvaldo Genazzani. Genere: Commedia. Paese: Italia. Anno: 1940. Durata: 87 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 5.9.
Trama:Agostino Miciacio è un umile ciabattino di Napoli, fortemente devoto a una statuetta di San Giovanni decollato posta in un muro della sua via. La sua fede, tuttavia, si manifesta in modi pittoreschi e spesso esasperanti per gli altri inquilini e per la sua stessa famiglia. I contrasti aumentano quando la figlia Serafina si rifiuta di sposare l’uomo scelto per lei, un guappo del quartiere, preferendo fuggire con il suo amato studente, scatenando una serie di equivoci e rocambolesche avventure.
Commento:”San Giovanni decollato” segna uno dei primi successi cinematografici di Totò, che qui porta sul grande schermo la sua comicità vulcanica e la sua mimica inconfondibile, derivata dal teatro di rivista. Il film, tratto da una commedia di Nino Martoglio e con la sceneggiatura che vede la firma anche di Cesare Zavattini, è un esempio tipico della commedia popolare italiana dell’epoca, basata su situazioni farsesche e personaggi macchiettistici. Pur risentendo in parte della sua origine teatrale, l’opera è un documento prezioso degli esordi di Totò nel cinema e offre uno spaccato divertente e ironico della mentalità e delle superstizioni di un’Italia che stava per entrare nel pieno della Seconda Guerra Mondiale.
Regia di Henri-Georges Clouzot. Un film con Pierre Fresnay, Ginette Leclerc, Micheline Francey, Pierre Larquey, Héléna Manson. Titolo originale: Le corbeau. Genere: Drammatico, Thriller, Mistero. Paese: Francia. Anno: 1943. Durata: 93 min. Consigliato a: da 16 anni. Valutazione IMDb: 7.8.
Trama:In un’apparentemente tranquilla cittadina di provincia francese, una serie di lettere anonime, firmate con lo pseudonimo “Il Corvo”, inizia a seminare il panico tra gli abitanti. Le missive rivelano segreti inconfessabili e accuse diffamatorie, scatenando una psicosi collettiva di sospetto e paranoia. Il principale bersaglio è il dottor Rémy Germain, accusato di relazioni illecite e aborti clandestini, ma presto nessun cittadino si sente al sicuro dagli attacchi velenosi del misterioso scrittore.
Commento:”Il Corvo” è un’opera cinematografica di straordinaria acutezza psicologica e sociale. Clouzot dipinge un ritratto impietoso della meschinità umana, della maldicenza e dell’isteria collettiva, mostrando come il male possa annidarsi e prosperare in contesti apparentemente innocui. Il film, controverso al tempo della sua uscita e persino bandito per un periodo in Francia per le sue presunte implicazioni politiche, si distingue per la sua regia tagliente, la fotografia espressionista e le interpretazioni intense. La sua analisi della natura umana e del potere distruttivo della calunnia lo rende un classico intramontabile e un precursore di molti thriller psicologici successivi, consolidando la reputazione di Clouzot come maestro del genere.
Regia di Jean Negulesco. Un film con Bette Davis, Herbert Marshall, James Stephenson, Frieda Inescort, Gale Sondergaard. Titolo originale: The Letter. Genere: Drammatico, Noir, Thriller. Paese: USA. Anno: 1940. Durata: 95 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 7.6.
Trama: In una piantagione di caucciù in Malesia, Leslie Crosbie spara e uccide un uomo, sostenendo di aver agito per legittima difesa per respingere un’aggressione. Suo marito Robert, ignaro, le crede e ingaggia un avvocato per difenderla. Tuttavia, l’emergere di una lettera compromettente, scritta da Leslie alla vittima, getta un’ombra sulla sua versione dei fatti, costringendo il suo avvocato a navigare in un torbido ricatto per salvarla dalla forca.
Commento: “Ombre Malesi” è un superbo esempio di noir hollywoodiano, intriso di un’atmosfera esotica e opprimente magistralmente creata da Negulesco. La performance di Bette Davis è monumentale: il suo ritratto di una donna manipolatrice e tormentata è uno dei vertici della sua carriera, capace di trasmettere un’inquietudine profonda con un solo sguardo. Il film, tratto da un’opera di W. Somerset Maugham, esplora con eleganza e tensione temi come l’inganno, la colpa e le rigide convenzioni sociali, rimanendo un’opera potente e stilisticamente impeccabile.
Storia romanzata di Belle Star, la banditessa che imperversò nell’Oklahoma nella seconda metà del secolo scorso. Dopo la guerra di Secessione, la vediamo respingere le attenzioni di un innamorato nordista e unirsi alla banda di Sam Starr, un guerrigliero sudista che continua la lotta. Belle e Sam si sposano e per molti anni danno filo da torcere all’esercito, finché l’uomo non viene catturato e Belle non rimane uccisa in un agguato per mano di due sicari.
Un film di Roberto Rossellini. Guerra, b/n durata 77 min. – Italia 1941. MYMONETRO La nave bianca valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una nave di guerra viene colpita da un cannone nemico. La nave bianca, ospedale galleggiante, la soccorre. Film che unisce momenti del conflitto ad altri di finzione.
Da un romanzo di C.E. Scoggins. Ingegnere nordamericano lavora a una linea ferroviaria in uno stato dell’America meridionale. Deve vedersela con la natura ostile e una moglie troppo viziata dal padre. Primo e ultimo film di R. Wallace con J. Wayne che, per conto suo, ha voluto dimenticare questo lavoro che considerava un incidente di percorso. Mai si era visto un attore come lui in scene così impostate e pretenziose.
Da un romanzo (1942) di Cornell Woolrich (firmato William Irish): pochi credono nell’innocenza di un uomo accusato di uxoricidio; il suo unico alibi è una misteriosa signora incontrata per caso in un bar: dov’è? Film nero coi controfiocchi che riesce a coniugare l’espressionismo tedesco e l’ambiente americano. Gli evidenti difetti di sceneggiatura sono riscattati dalla regia. Splendida sequenza di jazz con Elisha Cook Jr. alla batteria. Il bizzarro cappello d’alta moda dell’inizio diventa il deus ex machina dell’intrigo. In una sequenza lo indossa Aurora, sorella di Carmen Miranda.
Tratto da un romanzo di Raymond Chandler, il film racconta la storia del detective Philip Marlowe che deve trovare la moglie scomparsa di un editore. Il film presenta una curiosità tecnica: la macchina da presa si identifica con gli occhi del protagonista. Per cui il protagonista stesso (Robert Montgomery) si vede solo un attimo, quando si guarda in uno specchio.
Regia di John Ford. Un film con Charley Grapewin, Marjorie Rambeau, Gene Tierney, William Tracy. Titolo originale: Tobacco Road. Genere: Drammatico, Commedia. Paese: USA. Anno: 1941. Durata: 84 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.5.
Trama: Nel cuore rurale della Georgia, durante la Grande Depressione, vive la disastrata famiglia Lester. Il capofamiglia Jeeter, pigro e ostinato, si aggrappa con irrazionale speranza alla terra che la sua famiglia coltiva da generazioni, ma che ora rischia di perdere per debiti. Mentre la fame e la miseria li attanagliano, Jeeter e i suoi familiari affrontano la minaccia di sfratto con una miscela di rassegnazione, indolenza e grottesca comicità, incapaci di migliorare la propria condizione e in attesa di un improbabile miracolo.
Commento: Adattamento edulcorato del controverso romanzo di Erskine Caldwell, “La via del tabacco” è un’opera atipica nella filmografia di John Ford, lontana dai suoi epici western. Il regista naviga con abilità tra la commedia gro
Durante un ricevimento ufficiale presso lo shogun di Tokyo, il cerimoniere viene minacciato con la spada all’interno del palazzo. L’autore dell’avventato gesto verrà costretto a fare hara-kiri lasciando i quarantasette samurai al suo servizio senza padrone. I samurai, divenuti quindi ‘ronin’, giurano di vendicare il loro padrone.