Un giovane avvocato approfitta dell’assenza della moglie per darsi alle avventure galanti. Gli capita per caso una bella bionda inseguita da un marito geloso, ma il velleitario leguleio non riesce ad approfittare dell’occasione. È duro però persuadere della sua (forzata) innocenza la moglie (tornata in anticipo) e il furente marito della sconosciuta.
È la storia di una compagnia di guitti. Il capocomico (De Filippo) è innamorato della soubrette (Del Poggio). Glielo dice e la ricatta (bonariamente). Lei sarebbe pronta a cedergli, ma lui alla fine si vergogna di se stesso.
Moglie di un diplomatico sconvolta dal suicidio del figlio dodicenne, Irene si accosta prima al marxismo e poi alla religione, dedicandosi a opere di beneficenza e allontanandosi dal suo ambiente finché, per soffocare lo scandalo, la chiudono in clinica. Scritto dal regista con S. De Feo, M. Pannunzio, I. Perilli, B. Rondi, fa parte – con Stromboli e Viaggio in Italia – di una trilogia delle donne inquiete che hanno in comune la solitudine. Diseguale, vanta momenti di grande intensità in una sceneggiatura un po’ rigida e dimostrativa. Fotografia: Aldo Tonti. Musica: Renzo Rossellini. Prodotto da Ponti/De Laurentiis (Lux), fu distribuito negli anni in diversi montaggi: impossibile stabilire la versione “originale”. A Venezia ’52 premio internazionale della giuria. Nel 2009 edito da Dolmen in 2 dischi. Edizione imperdibile che comprende un’intervista (40′) a Elena Dagrada, un documentario (60′) di C. Lizzani, interventi di giovani autori, un saggio di A. Aprà.
Dal romanzo di Isa Mari Via delle Mantellate . Galleria di donne in un carcere romano: Egle, prostituta incallita; Lina, servetta spaurita accusata ingiustamente di complicità in un furto; una ragazzina già pentita e innamorata di un ragazzo che vede dalla finestra. Egle insegna come farsi furba a Lina che impara anche troppo bene. Sceneggiato con Suso Cecchi D’Amico, è più un film d’attori (anzi di attrici) che d’autore, ma contraddistinto, come quasi sempre in Castellani, da un sapiente ritmo narrativo: una macchina che funziona come un orologio, nonostante l’intelaiatura.
Fortunella è l’amante di un rigattiere trafficone per il quale finisce anche in galera. Quando ne esce lo scopre con un’altra e lo lascia. Il caso la fa incontrare con un nobile del quale è convinta di essere la figlia. Svanita l’illusione, si unisce ad una compagnia di guitti dove interpreterà quel personaggio, la principessa, che credeva di poter essere nella vita.
Ragazza-madre che ha partorito un figlio morto dopo 12 giorni, Angela scappa da un istituto religioso per andare nella pineta del Tombolo (LI) in cerca di un fratellino e diventa l’amante di Jerry, sergente nero USA. L’aspetta una fine luttuosa: uccisa all’alba, in uno scontro a fuoco, facendo scudo all’amato che ne carica il cadavere sul camioncino nel suo ultimo viaggio. Come e più che nel precedente Il bandito , Lattuada contamina la volontà neorealistica di documentazione sociale col melodramma, ricco di echi del cinema gangsteristico hollywoodiano e del cupo fatalismo dei film prebellici di Carné e Duvivier. Alta tensione stilistica, competente direzione degli attori professionisti e non, bianconero di taglio espressionista (Aldo Tonti), scene e costumi di Piero Gherardi, musica di Nino Rota. Fellini (anche aiutoregista) collaborò al soggetto e alla sceneggiatura col regista e Tullio Pinelli. In concorso a Venezia 1948; Nastro d’argento a G. Masina attrice non protagonista. Appena discreto il successo in Italia, in altri paesi europei e in USA: il tema di un amore interetnico era ancora tabù
Un film di Federico Fellini. Con Leopoldo Trieste, Alberto Sordi, Giulietta Masina, Brunella Bovo, Gina Mascetti.Commedia, Ratings: Kids+16, b/n durata 85′ min. – Italia 1952. MYMONETRO Lo sceicco bianco valutazione media: 3,56 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Due sposini meridionali vanno in viaggio di nozze a Roma dove lei, accanita consumatrice di fotoromanzi, va a far visita all’eroe dei suoi sogni. 1° film di F. Fellini dopo la regia a mezzadria di Luci del varietà (1951). Irridente parata dei mediocri all’insegna di una vena caricaturale che qua e là diventa graffiante satira di costume. Un A. Sordi memorabile e una Roma ancora realistica, ma già deformata da un talento visionario. Da un’idea di M. Antonioni. Scritto da Fellini con T. Pinelli e E. Flaiano. 1° incontro Fellini/Nino Rota. Giulietta Masina nella particina di una prostituta: Cabiria View full article »
Un film di Federico Fellini. Con Franca Marzi, Giulietta Masina, Amedeo Nazzari, Dorian Gray, François Périer.Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 110 min. – Italia 1957. MYMONETRO Le notti di Cabiria valutazione media: 4,25 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Cabiria è una prostituta che esercita la professione nell’area della passeggiata archeologica. Derubata e gettata in un fiume dal fidanzato Giorgio viene salvata da dei ragazzi. Momentaneamente disillusa nei confronti dell’amore affronta le colleghe con un misto di arroganza e ingenuità. Una sera, lasciata la zona abituale, si avventura in via Veneto e viene agganciata da un divo del cinema in crisi di coppia. Costretta a lasciare la sua lussuosa abitazione di nascosto, tornerà alla solita vita sperando in un miracolo che sembra improbabile.
Immediatamente successivo a Il bidone e in attesa de La dolce vita rappresenta un punto di svolta nella filmografia felliniana. Ha al suo centro un unico personaggio interpretato da una Masina magistrale (premio per la migliore attrice a Cannes). Tutti gli altri, Amedeo Nazzari compreso, sono messi al suo servizio quasi che Fellini fosse totalmente consapevole di avere sintetizzato in Cabiria gli aspetti principali di molti dei temi a lui cari all’epoca. View full article »