Category: Corea del Sud


Regia di Kim Ki-Duk. Un film Da vedere 2011 Genere Drammatico – Corea del sud2011durata 100 minuti. – MYmonetro 3,17 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Kim Ki-duk vive da solo in una disordinata casa di campagna al cui interno ha installato una tenda in cui dorme. Ha lasciato il cinema dopo che, nel corso delle riprese di Dream la protagonista ha rischiato di morire impiccata. Ora Kim vive una vita di afflizione lontano dal set in cui per lui urge il bisogno di riflettere sul senso del fare cinema. Decide allora di riprendere se stesso realizzando così una lunga dichiarazione in cui si mette totalmente a nudo.
Kim Ki-duk, il prolifico regista sudcoreano che ha realizzato 15 film in 13 anni ottenendo prestigiosi riconoscimenti a Venezia, a Cannes e a Berlino, era scomparso da 3 anni. Le voci lo davano come malato e comunque ormai fuori dalla produzione di film. Stava invece realizzando questa disperata confessione che è al contempo una richiesta di aiuto. Con il solo supporto di una camera digitale Kim mette in scena tutto il suo travaglio interiore.

Arirang (2011) on IMDb

Regia di Kim Ki-Duk. Un film Da vedere 2007 con Chen ChangPark Ji-aHa Jung-woo, Hang In-Hyung, Kim Ki-Duk, Lee Joo-Seok. Titolo originale: Breath. Genere Drammatico, – Corea del sud2007durata 84 minuti. Uscita cinema venerdì 31 agosto 2007 distribuito da Mikado Film. – MYmonetro 3,45 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La scultrice Yeon, moglie tradita e madre riluttante di una bimbetta, comincia a far visita, spacciandosi per una sua ex fidanzata, a un condannato a morte che ha tentato due volte il suicidio. Seminvisibile demiurgo elettronico del plot, il direttore del carcere non solo la fa passare, ma gradualmente l’asseconda nelle sue bizzarrie scenografiche con cui si propone di ridare all’omicida il gusto della vita e di sedurlo. Entra in azione il marito geloso (musicista?) che vuole riconquistarne l’affetto. In concorso a Cannes 2007, quest’enigmatico film a basso costo, chiuso in 3 stanze e sul grigio percorso stradale dalla città al carcere, è piaciuto assai, forse troppo, ai critici. C’è chi l’ha definito “un kammerspiel sublime”. Anche allo spettatore medio, spiazzato dal cattolico Ki-duk che toglie più del solito (il mutismo quasi assoluto di Yeon), rimarrà nella memoria la rutilante tappezzeria mobile delle quattro stagioni (ancora…) con cui la donna arreda la stanza delle visite. Soom (titolo inglese più corretto: Breath , respiro) si presta a riserve. C’è una certa premeditazione artificiosa che qui vizia il suo indubbio talento. Riguarda soprattutto il personaggio femminile che lentamente rivela una insondabile violenza ferina.

Breath (2007) on IMDb
Locandina L'arco

Un film di Kim Ki-Duk. Con Min-jung Seo, Jeon Sung-hwan, Han Yeo-reum, Seo Ji-seok, Jeon Gook-hwan.Titolo originale Hwal. Drammatico, durata 90 min. – Corea del sud 2005. uscitavenerdì 28 ottobre 2005. MYMONETRO L’arco * * * 1/2 - valutazione media: 3,76 su 25 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il cinema di Kim Ki-duk è un coacervo di topoi ricorrenti, fortemente caratterizzato ma costantemente a rischio di manierismo o di stasi eccessiva sui medesimi temi. Talora sembra quasi che il regista giochi con lo spettatore, sviandolo con elementi accessori per poi riportarlo nel suo regno, costellato di ossessioni onnipresenti. Quelle che da Crocodile in avanti tormentano i sogni e le visioni di Kim: un eroe o un bruto o entrambi, taciturno e iracondo, che prova per una ragazza, una donna o forse La donna, un amore insano, possessivo, violento e inaccettabile per la società, ma che è anche capace di tenerezze imprevedibili.
Con l’acqua come tessuto connettivo delle diverse storie, liquido amniotico da cui (ri)nascere e simbolo di una sessualità che segue leggi feroci e imperscrutabili. Le accuse di misoginia e di astuto compiacimento non sono mai mancate, almeno fino all’accettazione universale del talento di Kim, coincisa con il successo di Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera e di Ferro 3.
Una visione più sfumata e incline al simbolismo, in odore di estasi mistica, che rende l’esperienza fruibile a più livelli senza che risulti meno disturbante. Una tendenza che prosegue intensificandosi con L’arco, a metà tra parabola morale e allegorica rappresentazione: una storia che se da un lato si presta allo scandaloso punto di vista di un vecchio che rapisce una bambina per sposarla una volta cresciuta, dall’altro si apre a molteplici interpretazioni sul karma e sul ciclo della vita.
Un’effigie del Budda e un simbolo di yin e yang che richiama visibilmente la bandiera sudcoreana fanno da bersaglio per le frecce dell’anziano protagonista, in un misto di rituale profetico e sfogo rabbioso. Difficile dire se l’ermetismo dei simboli rappresenti una scelta di stile o un astuto mezzo per suggerire e lasciare lo spettatore estasiato a interrogarsi sul loro significato, ma è tutto il linguaggio del Kim Ki-duk maturo a nutrirsi di queste ambiguità. E a svestire la messa in scena, appiattendo volutamente lo stile da lussureggiante che era, conducendo verso la claustrofobia di un kammerspiel interamente giocato su una barca-mondo, legata intimamente al destino dei protagonisti.
Una mutazione comunque interessante del discorso autoriale di Kim, una svolta sempre più dominata dall’occhio voyeuristico del regista – la ragazza come reificazione di un desiderio lascivo, sottolineato dal rosso della bocca carnosa – in cui affiorano crepe sensazionalistiche che in seguito diventeranno preponderanti.

The Bow (2005) on IMDb

Regia di Bong Joon-ho. Un film Da vedere 2006 con Song Kang-hoByeon Hee-bongKo Ah-SungDoona BaePark Hae-Il. Titolo originale: Gwoemul. Genere Horror – Corea del sud2006durata 118 minuti. – MYmoro 3,63 su 26 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un mostro marino, la cui nascita è probabilmente imputabile allo smaltimento abusivo, avvenuto anni prima, di agenti inquinanti da parte di un’equipe di scienziati, emerge dal fiume Han, a Seul, attaccando e uccidendo i villeggianti intenti a godersi una bella giornata di sole: la creatura mutante, dopo aver mietuto numerose vittime, prende prigioniera una bambina, Hyun-seo. Nonostante l’intervento militare americano, che finirà per fare più danni che altro, sarà la disastrata famiglia della piccola a risolvere la situazione…
L’impatto con The Host è al tempo stesso spiazzante ed esaltante. Sulla carta, la pellicola di Bong Joon-ho, sembra un classico “b-movie con mostro gigante e assassino”, ma mano a mano che passano i minuti, lo spettatore si rende conto di stare assistendo a uno spettacolo completamente diverso. Lo splendido script infatti, permette al film di cambiare registro narrativo con una velocità che lascia senza fiato: commedia, tragedia, azione, riflessione politico-sociale, tutti elementi mischiati assieme e atti a ottenere un genere nuovo e inclassificabile.

Bong Joon-Ho, oltre che abile sceneggiatore, si dimostra regista talentuoso, capace di regalare sequenze visionarie e memorabili (il primo attacco del mostro, l’arrivo sulla scena dell’arciera Bae Doo-na, l’inquietante finale), mentre l’eccellenza degli effetti speciali made in Weta, la peculiarità della colonna sonora e la perfetta interpretazione di tutto il cast fanno il resto. Sottesi, ma non troppo, molti temi scottanti e attuali: l’ambiente e la sua distruzione da parte dell’uomo, l’onnipresenza militare americana, il ruolo politico della Corea del Sud nello scenario globale, l’ottusità dei governi. Sopra ogni cosa, la speranza, incarnata da una famiglia di losers che lottando contro tutti e tutto, salva il mondo. Fino all’arrivo della prossima creatura…

The Host (2006) on IMDb
Locandina italiana Memories of Murder

Un film di Bong Joon-ho. Con Kang-ho Song, Sang-kyung Kim, Roe-ha Kim, Song Jae-ho, Hie-bong Byeon. Titolo originale Salinui chueok. Poliziesco, durata 129 min. – Corea del sud 2003. MYMONETRO Memories of Murder * * * * - valutazione media: 4,00 su 1 recensione.

1986. Il detective Seo è inviato da Seul in una piccola città tra le campagne coreane per indagare sugli omicidi di un serial killer, ma si scontra con l’ottusità e la superficialità dei poliziotti locali. Tratto dal romanzo di Kim Kwang-rim, si basa su una storia vera avvenuta alla fine degli anni ’80 in Corea del Sud. È un periodo difficile, gli interrogatori risentono ancora del periodo della dittatura, quando estorcere le confessioni era all’ordine del giorno. L’urgenza di trovare un colpevole a tutti i costi annebbia il giudizio dei poliziotti. Ma c’è aria di cambiamento e alcune scene lo indicano chiaramente, come quella in cui i bambini non ubbidiscono all’ordine del coprifuoco urlato dai soldati per le strade: piccoli indizi della democrazia a venire. Un buon thriller, giocato sui campi lunghi di grande respiro. Vincitore, tra gli altri, anche di 3 premi al Torino Film Festival.

Memories of Murder (2003) on IMDb

Regia di Bong Joon-ho. Un film Da vedere 2000 con Sung-jae LeeDu-na BaeDoona Bae. Genere Commedia – Corea del sud2000durata 106 minuti. Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Yun-ju è un nullafacente che non ha i soldi per corrompere il suo preside e diventare professore; frustrato, si sfoga con i cani del vicinato, cercando goffamente di eliminarli. Di contro Hyun-nam, giovane svampita ma di buon cuore, decide di indagare per scovare il rapitore di cani.
Mascherato sotto i panni della commedia surreal-demenziale, Barking Dogs Never Bite lavora sottopelle e insinua più di un dubbio sulla sua reale natura. Commedia bizzarra o riflessione tutt’altro che banale e tutt’altro che ottimista sul quotidiano? Verrebbe da propendere per la seconda ipotesi, anche considerato il prosieguo della carriera – Memories of MurderThe HostMother – di uno dei maggiori talenti emersi dalla Corea del Sud di terzo millennio, quel Bong Joon-ho che si rivelerà solidissimo autore apprezzato internazionalmente e nel contempo brillante interprete dei gusti del pubblico sudcoreano, da cui sarà sistematicamente ripagato con incassi da capogiro.

È negli anfratti della vicenda, anziché nell’intreccio principale, che si coglie l’amarezza dell’analisi di Bong; un aspirante professore che deve pagare per diventarlo, la Tv come unica via per il successo dei più sfortunati in una vita altrimenti inutile, ma soprattutto le condizioni di lavoro disagiate di una donna incinta in un sistema fondamentalmente misogino come quello coreano. Nell’assurdo della superficie, invece, pullula una fauna variegata di psicosi umane, talora a livelli parossistici, come il custode che si cucina cani nello scantinato o il barbone che ripara le antenne e vive nei ripostigli del condominio.
Un mondo caotico e privo di un filo logico, che porta naturalmente a solidarizzare con i reietti, i disadattati, coloro che si rifiutano di aderire a comportamenti e priorità che implicano comportamenti nel migliore dei casi stupidi, nel peggiore malvagi. Per i teneri di cuore come Hyun-nam – una giovane e già bravissima Bae Doo-na (Mr. Vendetta), di lì in avanti specializzata nella parte della ragazza stralunata – resta solo tanta frustrazione, benché questa non incrini minimamente l’ottimismo proprio dei semplici. Pregevole anche la colonna sonora, a base di un avant-jazz schizoide che si rivela appropriato per punteggiare le sequenze più folli, quelle in cui il Fato più si diverte a prendersi gioco dei personaggi, permettendo loro di incontrarsi e/o scontrarsi senza che possano mai capire – ammesso che esista – la direzione corretta da seguire.

Barking Dogs Never Bite (2000) on IMDb

Regia di Kim Ki-Duk. Un film Da vedere 2006 con Ha Jung-wooSung Hyun-ahJi-Yeon Park. Genere Drammatico – Corea del sudGiappone2006durata 97 minuti. Uscita cinema venerdì 25 agosto 2006 – MYmonetro 3,03 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ossessionata dall’idea di non essere più amata come prima dal suo compagno Ji-woo, la fragile Seh-hee si sottopone a un intervento chirurgico al volto per trasformarsi in un’altra donna di cui l’altro possa innamorarsi. Dopo qualche mese di assenza gli compare davanti. Nasce tra i due una relazione, ma l’ignaro Ji-woo è turbato dal ricordo dell'”altra” Seh-hee. Scoperta la verità, sconvolto, decide a sua volta di farsi operare e sparisce. Lei cerca di individuarlo tra i volti degli sconosciuti. Il nucleo del film è l’analisi del sentimento amoroso nella vita di coppia, legato ai temi dell’identità e delle sue apparenze, al rapporto tra permanenza e trasformazione, e del tempo che passa, ma basato su una grave inverosimiglianza narrativa, quella della voce che rimane la stessa: possibile che nessuno dei due se ne accorga? Sul piano figurativo, comunque, ha molti meriti. Oltre ai due ambienti fissi che fanno da contenitore (il bar e la camera da letto), c’è quello, suggestivo nel suo erotismo, del Parco delle Sculture in riva al mare, già usato da Kim nei film precedenti.

Time (2006) on IMDb
Locandina Indirizzo sconosciuto

Un film di Kim Ki-Duk. Con Jang Dong-GunBan Min-jungYoung-min Kim (II)Bang Eun-jinGye-nam Myeong. continua» Titolo originale Suchwiin bulmyeongDrammaticodurata 117 min. – Corea del sud 2001.

Pyongtaek, cittadina coreana contaminata dalla presenza di una base militare USA, vive di un dolore intrinseco a se stessa. Tre personaggi, a cavallo tra l’adolescenza e la maturità, diventano gli eroi di questa storia, fondendosi in sentimenti forti, per la vita e tessendo le loro avventure con o contro molti altri personaggi, specchio di se stessi e della misera realtà che li incatena. Chang-gook è un “mezzo sangue”, frutto dell’amore illegittimo tra una donna coreana e un soldato afroamericano; vive con la madre in un autobus tra i campi di periferia. Ji-hum è figlio di un reduce della guerra di Corea e vive timidamente aiutando il padre nel suo lavoro di ritrattista. Eun-ok è una studentessa in lotta con se stessa, orfana del padre e del suo occhio destro, perso da piccola per colpa di un gioco di guerra del fratello.
Degno dei suoi film di maggior successo, questo gioiello cinematografico di Kim Ki-duk è praticamente inattaccabile, a cominciare dalla recitazione, caratterizzata da forte espressività e molto “occidentale”, al ritmo cadenzato, alla struttura narrativa, capace di mettere a nudo così tante piaghe culturali, con brutalità e al tempo stesso con dolcezza, in questo aiutata dalla ricerca visiva, marchio inconfondibile e sublime dell’autore.
Violenza. Silenzi e parole che non si riescono a condividere. Mutilazioni.
Straziante il percorso che Chang-gook è costretto a viversi e che lo porta alla distruzione, narrato per inquadrature che sembrano quadri, dove la morte si mescola armonicamente al senso estetico dell’immagine per diventare poesia. Kim Ki-duk, un gioiello. Una lettera spedita. Dispersa nei campi. Racconta tristezze. A nessuno. Un omaggio alle miserie della vita. Un inno alla morte. Poesia violenta e violentata.

Address Unknown (2001) on IMDb

Regia di Kim Ki-Duk. Un film Da vedere 2004 con Uhl LeeJi-min KwakMin-jung SeoKwon Hyun-MinOh YoungGyun-Ho ImCast completo Titolo originale: Samaria. Genere Drammatico – Corea del sud2004durata 95 minuti. Uscita cinema venerdì 17 giugno 2005 – MYmonetro 3,43 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

10° film del regista coreano, è diviso in 3 parti: 1) “Vasumitra”. A Seul, figlia di un poliziotto e orfana di madre, la ragazzina Yeo-jin aiuta l’amica del cuore Jae-young a prostituirsi. Mettono da parte i guadagni per fare insieme un viaggio in Europa. Sorpresa dalla polizia con un cliente in un motel, Jae-young si butta dalla finestra. 2) “Samaria”. Yeo-jin comincia a prostituirsi, incontrando uno a uno i clienti dell’amica ai quali, invece di farsi pagare, restituisce i soldi dati a Jae-young. Il padre poliziotto la scopre e uccide uno dei clienti. 3) “Sonata”. Il poliziotto invita la figlia a far visita alla tomba della madre in campagna. Le insegna a guidare l’auto e poi si costituisce. Orso d’argento a Berlino 2004, è un film dissonante che spiazza gli spettatori e ha spaccato in due le accoglienze critiche. Disorienta, turba, sorprende. Comincia, partendo da un’antica storia indiana, con una visione idillica del sesso e della prostituzione dal punto di vista innocente di una ragazzina immatura, ma poi, attraverso la torva figura del padre poliziotto, la smentisce descrivendo la miseria meschina dei clienti, adulti della sua generazione. Pessimista, ma non nichilista alla moda, impregna il racconto di un furente moralismo che è anche un atto d’accusa contro la società del benessere. Rimane intatta la maestria stilistica del regista che l’ha anche prodotto per essere più libero.

Samaritan Girl (2004) on IMDb

Regia di Kim Ki-Duk. Un film con Dong-seok MaYoung-min KimYi-Kyeong LeeDong-in JoTeo YooJi-hye AhnCast completo Titolo originale: Il-dae-il. Genere Drammatico, – Corea del sud2014durata 122 minuti. Uscita cinema giovedì 28 agosto 2014 distribuito da Fil Rouge Media. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 2,72 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Una ragazzina viene uccisa. 7 colpevoli, dal sicario ai mandanti, sono catturati uno a uno e torturati da un gruppo terroristico per estorcere la confessione. Kim tratteggia personaggi semplici, caratterizzati da sentimenti primordiali e (dis)umani attraverso la negatività dei loro comportamenti. L’espediente narrativo è l’omicidio e la conseguente vendetta, ma, come sempre, il punto di arrivo non è la mera scoperta di un colpevole su cui potersi rivalere, bensì il percorso interiore che le parti sono costrette a intraprendere. I ruoli si invertono e si rincorrono: l’impunità di chi commissiona delitti e l’inconsapevolezza di chi li perpetra senza tenere conto delle ripercussioni sono contrapposte alle torture di chi si erge a giustiziere popolare, divorato e accecato dal sentimento di vendetta. Una dittatura dell’anima di cui non si scorge altra soluzione che perdersi per ritrovarsi. Vincitore a Venezia 2014 del premio Fedeora, assegnato dalla Federazione di Critici Cinematografici Europei e del Mediterraneo.

One on One (2014) on IMDb

Regia di Kim Ki-Duk. Un film Da vedere 2016 con Ryoo Seung-BumLee Won-GeunChoi Gwi-HwaJo Jae-RyongWon-geun LeeCast completo Titolo originale: Geumul. Genere Drammatico, – Corea del sud2016durata 114 minuti. Uscita cinema giovedì 12 aprile 2018 distribuito da Tucker Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,48 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nam Chul-woo è un povero pescatore nordcoreano che nella sua barca ha l’unica proprietà e l’unico mezzo per dare da mangiare a sua moglie e alla loro bambina. Un giorno gli si blocca il motore mentre sta occupandosi delle reti in prossimità del confine tra le due Coree e la corrente del fiume lo trascina verso la Corea del Sud. Qui viene preso sotto controllo delle forze di sicurezza e trattato come una spia. C’è però chi non rinuncia all’idea di poterlo convertire al capitalismo lasciandogli l’opportunità di girare, controllato a distanza, per le strade di Seoul.

The Net (2016) on IMDb

Regia di Sang-ho Yeon. Un film Da vedere 2016 con Gong YooMa Dong-SeokJung Yu-miChoi Woo-SikAhn So-HeeKim Soo-AhnCast completo Titolo originale: Bu-san-haeng. Genere Drammatico – Corea del sud2016, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un padre troppo occupato trascura la figlia e per farsi perdonare la porta a Busan dalla madre. Intanto un virus che trasforma in zombi si diffonde e mette in ginocchio il paese. Quel che è accaduto al paese accade in piccolo anche sul treno: una singola persona infetta scatena una reazione a catena in un ambiente ristretto e lanciato a tutta velocità verso la salvezza, e i caratteri dei personaggi emergono, le differenze sociali veicolano la lotta per sopravvivere, minacciata dall’egoismo di chi è abituato a esercitare il potere. Alcune soluzioni sono troppo facili per dare allo spettatore la possibilità di empatizzare con i buoni, sminuendo il climax emotivo. Trucco ed effetti speciali strabilianti premiati in svariati festival internazionali.

Train to Busan (2016) on IMDb

Regia di Chan-wook Park. Un film Da vedere 2016 con Min-hee KimTae-ri KimHa Jung-wooJin-woong ChoHae-sook KimSo-Ri MoonCast completo Titolo originale: Ah-ga-ssi. Titolo internazionale: THE HANDMAIDEN. Genere DrammaticoSentimentale, – Corea del sud2016durata 144 minuti. Uscita cinema giovedì 29 agosto 2019 distribuito da Altre Storie. – MYmonetro 3,09 su 19 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Corea, 1930. Sotto la dominazione giapponese della Corea, Sookee viene coinvolta nel complotto ordito dal (falso) conte Fujiwara, che mira al patrimonio di una ricca ereditiera nippo-coreana, Hideko. Sookee diviene la domestica privata di Hideko.

The Handmaiden (2016) on IMDb

Regia di Jee-woon Kim. Un film Da vedere 2010 con Byung-Hun LeeChoi Min-sikJeon Kuk-HwanOh San-HaKim Yun-SeoChoi Moo-SungCast completo Titolo originale: Akmareul Boattda. Genere Horror – Corea del sud2010durata 141 minuti. – MYmonetro 3,42 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La moglie incinta di Soo-hyeon, poliziotto con promettente carriera davanti a sé, è rapita e uccisa dal serial killer Kyung-chul. Lui decide di scovare l’assassino e di tormentarlo fino alla resa dei conti finale. Kim gioca con lo spettatore e lo porta quasi ad approvare le torture fisiche e mentali perpetrate nei confronti del killer: un sadismo difficilmente accettabile in contesti differenti. La vendetta, inesorabile e abominevole, pianificata e freddamente portata avanti, travalica il confine etico di essere umano e quello morale di poliziotto, e la furia inarrestabile si fa strada in Soo-hyeon, creando un alter ego mostruoso che prende possesso di lui, come era stato per Oh Dae-su in Oldboy (2003) di Park Chan-wook. Vincitore di svariati premi e riconoscimenti internazionali, equamente distribuiti tra i 2 protagonisti maschili e il regista.

I Saw the Devil (2010) on IMDb

Regia di Han-min Kim. Un film con Choi Min-sikRyu Seung-RyongJin-woong ChoMyung-gon KimKu JinJung-hyun LeeCast completo Titolo originale: Myeong-ryang – Hoe-o-ri-ba-da. Titolo internazionale: Roaring Currents. Genere GuerraAzioneBiografico – Corea del sud2014, Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

1597, seconda guerra nippo-coreana. La flotta giapponese tenta un nuovo assalto per annientare ciò che resta delle navi da guerra coreane e poter così invadere il regno di Joseon. Ma l’ammiraglio Yi Sun-shi, dapprima imprigionato e torturato dagli uomini del re perché sospettato di tradimento, raduna le 12 navi rimaste e rifiuta la resa: ha in mente un piano temerario per affrontare le 300 e più imbarcazioni dell’esercito dell’invasore.
Le ragioni dell’incredibile successo di pubblico del film (noto anche con il titolo di The Admiral), che ha obbligato a riscrivere i libri dei record di incassi in Corea del Sud, sono evidenti: un racconto epico, patriottico, sontuoso, che allude a una grandeur e a un gigantismo eroico di cui il popolo sudcoreano sente un gran bisogno. Per dimenticare la crisi economica, la divisione tra Nord e Sud, l’inquietudine del domani.

The Admiral: Roaring Currents (2014) on IMDb

I subita della versione 1080p sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.

Locandina italiana The Yellow Sea

Un film di Na Hong-jin. Con Ha Jung-woo, Kim Yun-Seok, Jo Sung-Ha, Lee Cheol-Min, Kwak Byung-Kyu. Titolo originale Hwanghae. Thriller, durata 136 min. – Corea del sud, USA, Hong Kong 2011. MYMONETRO The Yellow Sea * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 1 recensione.

Gu-nam fa il tassista a Yanji ed è un Joseonjok, ossia un sino-coreano che parla entrambe le lingue, sostanzialmente visto come uno straniero dai primi e come uno schiavo dai secondi. Gu-nam deve infatti ripagare un debito enorme, contratto in seguito all’acquisto di un visto da parte della moglie, tornata in Corea. Approfittando della sua disperazione, il sordido Myun Jung-hak gli propone un modo per riappropriarsi della sua libertà: tornare in Corea per uccidere un uomo. Per Gu-nam si presenta l’occasione duplice di affrancarsi e di ritrovare la moglie.

The Yellow Sea (2010) on IMDb

Regia di Na Hong-jin. Un film Da vedere 2016 con Do Won KwakHwang Jeong-minWoo-hee CheonWoo-hee ChunHan-Chul JoCast completo Titolo originale: Gokseong. Genere Drammatico, – Corea del sud2016durata 156 minuti. distribuito da Movies Inspired. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,79 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nella cittadina di Goksung (Corea), l’arrivo di un giapponese coincide con l’inizio di un’epidemia mortale. La polizia brancola nel buio fino a quando la figlia del detective Jong-hoo si ammala. Thriller rurale tipico della produzione sudcoreana di genere dell’ultimo ventennio – a partire dal capolavoro Memories of murder (2003) in poi – con un ritmo non serrato, efficace nel catturare lo spettatore. Ma la sceneggiatura mescola (male) diversi elementi horrorifici che solo la bravura dei protagonisti tiene insieme. Interessante la tematica religiosa: lo sciamanesimo e i suoi riti sono ancora molto considerati in alcune zone, dove la superstizione popolare resiste e sfrutta la chiusura mentale delle generazioni passate.

The Wailing (2016) on IMDb
Locandina italiana Chaser

Un film di Hong-jin Na. Con Yun-seok Kim, Jung-woo Ha, Yeong-hie Seo, Yoo-Jeong Kim, In-gi Jeong. Titolo originale Chugyeogja. Thriller, durata 125 min. – Corea del sud 2008. – VM 18 – MYMONETRO Chaser * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 1 recensione.

L’ex-poliziotto e attuale lenone Jung-ho si insospettisce dopo che un po’ delle sue ragazze scompaiono nel nulla. Temendo una fuga o peggio un acquisto sottobanco da parte di terzi, decide di indagare per conto suo sul mistero, finendo così per scoprire un orrore ben più profondo.
Sono diversi i motivi per cui Chaser alla sua uscita ha rappresentato una splendida sorpresa. In primis il fatto che per Na Hong-jin si tratti di un debutto (e un debutto di questo livello in Corea non lo si vedeva da anni), secondariamente il fatto che, pur aggiungendosi alla già nutrita galleria di film coreani sui serial killer, riesca a brillare per più di un verso. Antesignano e pietra di paragone per tutto ciò che concerne il binomio serial killer-polizia inefficiente è (e rimarrà) il capolavoro Memories of Murder, ma il fattore doppiamente inquietante di Chaser è la differente ambientazione; se il film di Bong Joon-ho era ambientato durante il disfunzionale e sanguinario regime militare degli anni ’70-’80, Chaser mostra che anche in tempi di democrazia i mali che affliggono la società sono i medesimi. La politica, ancora una volta, si piglia la precedenza anche quando non dovrebbe e il personalismo del sindaco, preoccupato solo degli attentati e della popolarità, finirà per causare un meccanismo domino con ripercussioni gravissime sull’intera faccenda.

 The Chaser
(2008) on IMDb

Regia di Jee-woon Kim. Un film Da vedere 2005 con Lee Byeong-HeonShin Min-aKim Young-cheolHwang Jeong-minJeong-min HwangCast completo Titolo originale: Dal kom han in-saeng. Genere Drammatico – Corea del sud2005durata 118 minuti. Uscita cinema venerdì 12 maggio 2006 – MYmonetro 2,97 su 12 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Al suo 4° film, esposto fuori concorso a Cannes 2005, Ji-woon Kim, anche sceneggiatore, racconta la storia di una caduta, quella di Sunwoo, giovane direttore di albergo, che, trasgredendo a un ordine del suo padrone, boss malavitoso, inizia una inesorabile traiettoria che, in un crescendo di violenza, lo porta all’uccisone dei suoi nemici e all’autodistruzione. È un noir dove – più dei personaggi, pur ben delineati – contano gli spazi in cui si muovono. Conta l’atmosfera più che l’azione. Conta soprattutto il contrasto tra luce e buio, l’idea della luce come vita. Lo indicano concretamente le tante lampadine che i personaggi accendono e spengono. È un efficace esempio del modo con cui un regista di talento ricorre alle convenzioni di un genere e le cambia per esprimere quel che vuole. Non riproduce la realtà, la inventa.

A Bittersweet Life (2005) on IMDb
Locandina Two Sisters

Un film di Jee-woon Kim. Con Kim Kap-suYum Jung-ahLim Su-jeongMun Geun-yeong Titolo originale Janghwa, HongryeonHorrordurata 115 min. – Corea del sud 2003uscita venerdì 27 agosto 2004. MYMONETRO Two Sisters **1/2-- valutazione media: 2,80 su 32 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Tratto da un racconto folcloristico coreano, Two sisters, fa parte del filone orrorifico del cinema orientale degli ultimi anni. Inquietante e lentissimo, simbolico e con qualche buco di sceneggiatura, il film di Kim Jee-Woon è la storia di due sorelle inseparabili tornate a casa dopo una lunga malattia in seguito alla tragica morte della madre. Su Mi, la maggiore, nutre un grande rancore nei confronti della matrigna e del padre, considerati colpevoli del dramma, e cerca di proteggere la sorellina Su Yeon, terrorizzata dalla situazione domestica. Incubi notturni, immagini del passato, morti che appaiono vivi nella mente. Qualcosa di terribile si nasconde nella mente di Su Mi e nei suoi ricordi.
Formalmente impeccabile, con inquadrature geometriche di spazi e persone, Two sisters esplora i luoghi bui della nostra mente, ricreando fantasmi ed esperienze traumatiche che rimangono segni indelebili di una vita. Sebbene siano presenti violenze di diverso tipo, il sangue appare in un simbolico rosso, privo di ogni elemento granguignolesco, ma estremamente efficace nel generare uno stato di ansia in chi guarda. La sceneggiatura, sfortunatamente, pecca di eccessiva complessità e di alcune contraddizioni che coinvolgono i personaggi, lasciando più di qualche quesito irrisolto nello spettatore. Un lento (anche troppo) e inesorabile viaggio nei tormenti della psiche.

A Tale of Two Sisters (2003) on IMDb