Locandina italiana Lo sconosciuto del lagoUn film di Alain Guiraudie. Con Pierre de Ladonchamps, Christophe Paou, Patrick d’Assumçao, Jérôme Chappatte. Titolo originale L’inconnu du lac. Poliziesco, durata 97 min. – Francia 2013. – Teodora Film uscita giovedì 26 settembre 2013. – VM 18 – MYMONETRO Lo sconosciuto del lago * * * - - valutazione media: 3,03 su 27 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un lago d’estate e una spiaggia di soli uomini, circondata da una boscaglia deputata agli incontri sessuali tra gli stessi. Qui, all’inizio della stagione, Franck conosce Henri, separatosi di recente dalla moglie, che siede ogni giorno di fronte all’acqua, semplicemente in cerca di serenità, e, dopo pochi giorni, incontra Michel, per il quale prova immediatamente una forte passione. Michel è un ottimo nuotatore, un amante prestante e un uomo estremamente pericoloso. Franck lo sa, ma non si tira indietro e s’innamora di lui.

Lo sconosciuto del lago non è un film che scandalizza, ma è un film che in un certo senso confonde. Le scene di sesso tra uomini non potrebbero essere più esplicite, le inquadrature non potrebbero essere più frontali, al punto che si ha quasi l’impressione che a dialogare tra loro, nelle giornate sulla spiaggia, siano i membri dei bagnanti anziché i loro volti; eppure si percepisce con altrettanta evidenza che Guiraudie non sta cercando la provocazione e pare anzi mosso dalla volontà di parlare chiaro e di guardare le cose come stanno, senza ambiguità. Tuttavia il film confonde, perché mescola le carte, restituisce la contraddizione nella mente del protagonista, cambia più di una volta registro, pur restando sempre dentro i confini di una messa in scena estremamente geometrica, eloquente ed elegante. E di ciò il lago è l’emblema perfetto: specchio d’acqua limpida e dunque sinonimo di libertà, lo è però di una libertà confinata, chiusa dalla terra tutt’attorno. Nel microcosmo recintato in cui il regista ambienta il suo sesto lungometraggio, le automobili parcheggiano con la stessa abitudinaria geometria con cui i loro autisti occupano gli angoli del piccolo lido o gli anfratti della boscaglia e i giorni sembrano ripetersi uguali a se stessi, ma la tensione magistralmente sale.
Nel clima di un paradiso naturale, primitivo come gli istinti che lì si esprimono, la leggenda di un siluro smisurato e la realtà di un corpo trovato annegato intorpidano la routine e l’animo di Franck. La luce brillante del primo pomeriggio lascia sempre di più il posto a quella del crepuscolo, una luce che confonde -appunto- e che nasconde, in aperta contraddizione con l’esordio senza sottintesi del film. Una luce raramente esplorata al cinema, specie in tutte le sfumature in cui compare qui: precaria e da sfruttare urgentemente, come i rapporti che gli uomini stringono in questo spazio, che in brevissimo tempo segna la fine della sicurezza del giorno e l’immersione nel cuore nero della notte. Là, dice il film, c’è lo spettro del lupo cattivo, ma anche e soprattutto quello della solitudine e dell’indifferenza.

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