Regia di Alain Resnais. Un film Da vedere 2009 con Sabine Azéma, André Dussollier, Anne Consigny, Emmanuelle Devos, Mathieu Amalric. Cast completo Titolo originale: Les Herbes Folles. Genere Drammatico – Francia, Italia, 2009, durata 104 minuti. Uscita cinema venerdì 30 aprile 2010 distribuito da Bim Distribuzione. – MYmonetro 3,60 su 41 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Marguerite esce da un negozio di scarpe e subisce il furto della borsa. Georges trova il suo portafoglio per terra, nel parcheggio di un centro commerciale e comincia a fantasticare su di lei, ancora prima di contattarla, senza conoscerla. Il desiderio di questa donna che fa la dentista e il pilota di aerei leggeri è così forte che riempie la sua vita di padre di famiglia e di marito di pensieri e azioni irrazionali. Marguerite resiste, ma per poco. È una corsa verso l’errore, piena di vita, inarrestabile.
A quasi novant’anni, Alain Resnais, con Les Herbes Folles, tratto dal libro di Christian Gailly “L’incident”, elabora un film che si può dire virtuoso, tanto nel senso di musicalmente inappuntabile, quanto in quello di visivamente e narrativamente acrobatico.
Storia di una passione irragionevole, spuntata come l’erba che esce dall’asfalto là dove non ce la si aspetta, rigogliosa e capricciosa in età matura, l’opera di Resnais vola in alto come il velivolo di Sabine Azéma, diverte con dialoghi-piroette, fa desiderare di non scendere mai a terra, di restare in sella al film, dove tutto è sorpresa e tutto è affrontabile e affascinante, anche il disarcionamento.
Esperto di costruzioni non lineari, di realtà binarie e sovrapposizioni temporali, Resnais -che con Mon Oncle d’Amérique riscrisse le accezioni del vocabolo “sceneggiatura”, influenzando tra gli altri anche Kaufman e Gondry- continua il suo viaggio tra determinismo e aleatorietà dell’esistenza, legandolo alla forma cinema, forma a sua volta aperta e costretta insieme.
Se i personaggi di Parole, parole, parole più che esprimersi, si ritrovavano dentro dei testi che parevano scritti per loro, quelli di Les Herbes Folles fanno della letteratura di Gailly, della costruzione della sua sintassi, un trampolino di lancio per la loro avventura di sognatori, di verificatori di qualcosa che potrebbe esistere, potrebbe non iniziare mai (lo dicono loro stessi), potrebbe suscitare il riso, il sorriso, l’emozione. E lo fa.
Cineasta moderno e cerebrale, qui Resnais si scuote di dosso la neve di Cuori e realizza uno dei suoi film più caldi, con punte di ghiaccio bollente, dove i personaggi assomigliano sempre meno a delle cavie e la più generale delle esperienze -quella amorosa- si fa in fine particolarissima. Un film conclusivo, che (ri)apre sulla speranza
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