3° film ispirato al popolare personaggio di Giulio Cesare Croce (1550-1609), il villano (scarpe grosse e cervello fino) che, alla corte di re Alboino, dà lezione e rischia la vita. Come spasso, è modesto. Come moralità, è innocuo, senza grinta né irriverenza. Come favola, non ha scatti né voli nell’immaginario. Brancaleone è lontano. La recitazione, un minestrone di dialetti. Lello Arena è il migliore.
John Milner è impegnato per vincere la “Grande corsa” e, per quanto sia il beniamino del pubblico locale, non avrà la vita facile poiché da solo deve competere contro avversari appoggiati da danarose scuderie. Prima di giungere alla vittoria, diviene amico di Eva, una ragazza islandese che gli viene presentata dall’amica Teensa. John morirà investito da un camionista ubriaco, in una notte di capodanno. 2. Terry Fields, detto “il Rospo”, non è riuscito ad evitare la spedizione in Vietnam. … [continua a leggere]Deciso a farsi rispedire a casa, tenta invano di procurarsi una ferita. Un poco alla volta farà amicizia con il tenente Sinclair e gli salverà la vita. Viceversa, verrà perseguitato dal pazzo maggiore Creech e, prima di involarsi disertando, si vendicherà su di lui e su di un politico altrettanto sciocco. 3. Debbie, già fidanzata del lontano Terry, non è molto più fortunata con Lance che vorrebbe sposare e per il quale guadagna del denaro come ballerina. Decisa a fare assumere Lance nel complesso “Electric Hanze”, segue a lungo gli stravaganti Felix e Newt. Finirà per affermarsi come cantante. 4. Laurie e Steve Bollander sono due giovani coniugi in crisi poiché lei vorrebbe lavorare per cooperare al benessere della famigliola (hanno già due gemelli di 4 anni); ma lui, orgoglioso e agente di una assicuratrice, non vuole. Separatisi per ripicca, finiscono casualmente nel bel mezzo di manifestazioni pacifiste e, una volta arrestati, Steve si dimostrerà un rivoluzionario molto intraprendente: impadronitosi del pullman ove sono imprigionate le ragazze arrestate, le condurrà alla libertà.
Da un romanzo di Brian Garfield che lo ha sceneggiato. Per vendicarsi dei superiori, agente della CIA decide di pubblicare un libro di memorie. I colleghi americani vogliono eliminarlo, quelli sovietici assoldarlo. Difficile immaginare una CIA buona contrapposta a una CIA cattiva, ma la farsa è spassosa, raccontata di buona lena con preziose citazioni musicali e con due attori di prima classe
La dolce Nanninella (Rosè Angione), inserviente in un caffè, mantiene con il suo salario il padre, un uomo alcolizzato che la maltratta. Corteggiata da Tore (Alberto Danza), la ragazza vorrebbe fidanzarsi con lui, ma il padre la promette in moglie a Carluccio (Antonio Palmieri).
Un film di William Nigh. Con Evelyn Brent, Boris Karloff Titolo originale Mr. Wong, Detective. Poliziesco, b/n durata 69 min. – USA 1938. MYMONETRO La morte invisibile [1] valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
E’ di scena il signor Wong, interpretato da Boris Karloff (il famoso mostro del cinema), che deve risolvere un misterioso caso d’omicidio. Scoprirà che l’assassino commette i suoi delitti con ampolle di vetro riempite di gas mortale.
Hyuk-jin è un giovane schivo dal cuore spezzato: è appena stato lasciato dalla fidanzata. Durante una classica sbronza a base di soju – alcol coreano ottenuo dal riso o dalle patate dolci – il suo amico Gisang, per strapparlo a quel disperato torpore, gli propone di prendere il largo e raggiungere suo fratello, proprietario di una pensione poco lontano dal mare. Hyuk-jin, che passa le giornate a contemplare la fotografia digitale della sua bella, si sente in dovere di accettare e i due si danno appuntamento il giorno successivo in quel luogo di villeggiatura. Ma quando Hyuk-jin giunge sul posto, ad aspettarlo non c’è nessuno e tutti i negozi sono chiusi. I suoi amici l’hanno dimenticato, e passerà del tempo prima che lo raggiungano; è l’inizio di un viaggio dalla meta mutevole che porterà il giovane a prendere coscienza della propria vita, delle proprie amicizie e della propria ingenuità. Scombussolato, incapace di prendere una decisione e di attenercisi, Hyuk-jin si lascia continuamente travolgere dalla speranza di assaporare nuovi piaceri: dal soju al whisky, passando per degli alcolici ancora più esotici, il suo viaggio si trasforma in un’ubriacatura infinita
Il commissario Francesco De Bernardi (Nuti) è un uomo stanco. Ha un figlio che lo contesta, non crede più nel suo lavoro. Finché un’indagine su un omicidio di tanti anni prima, non lo riporta a riconsiderare il proprio passato. Emergerà che i colpevoli sono un gruppo di compagni “ex-rivoluzionari”, poi perfettamente integrati nel sistema. Compreso lui, Francesco. Velleitario e banale, dialogo antico e demagogico. Davvero superfluo.
Tre ragazze di provincia affittano un appartamento di lusso a New York e se ne servono come base per la loro caccia a un marito milionario (in dollari, cioè miliardario). Ciascuna delle tre ha il suo metodo efficace. Fu la prima commedia girata con il cinemascope della Fox: lo scambio di battute assomiglia a una partita di tennis. Il tema delle cercatrici d’oro con fiori d’arancio è vecchio, ma sviluppato con frivolo garbo. Sceneggiatura di Nunnally Johnson.
L’ex agente della Cia Jack Ryan sta trascorrendo una breve vacanza a Londra con la sua famiglia. Rimane involontariamente coinvolto in un attentato terroristico alla Corte d’Inghilterra che riesce a sventare, uccidendo nella sparatoria il fratello di uno dei terroristi. Ryan si vede costretto ad accettare l’incarico della CIA di seguire le tracce dei terroristi e dovrà usare tutta la sua forza e la sua intelligenza per sventare il piano destinato a distruggere lui e la sua famiglia.
Jack Ryan, uomo della Cia, è coinvolto suo malgrado in un’azione fatta eseguire segretamente dallo stesso presidente degli Stati Uniti contro alcuni membri del cartello colombiano della droga. Non un’azione di pulizia, ma solo il tentativo di evitare al presidente stesso di essere coinvolto in uno scandalo, visto che uno dei narcotrafficanti era un suo amico.
La moglie di un noioso funzionario inglese commette adulterio con un affascinante medico hindu. Terremoto e inondazione. Da un romanzo (1937) di Louis Bromfield _ già portato sullo schermo nel 1939 (La grande pioggia di C. Brown) _ un melenso melodramma esotico di ambiente indiano.
Nel 1994 una coppia di giovani gemelle viene brutalmente assassinata in un cottage estivo. Le indagini portano a sospettare degli studenti di un vicino college fino a quando un uomo si dichiara colpevole e viene condannato. Venti anni dopo, il caso finisce sulla scrivania del detective Carl Mørck, che si rende subito conto che qualcosa non quadra. Insieme al collega ed amico Assad, Carl inizia ad indagare nuovamente sulla vicenda e, trovando una vecchia chiamata d’emergenza di una ragazza disperata, si rende conto che questa sembri sapere cosa sia accaduto allora. Carl e Assad si mettono così sulle tracce della giovane, scomparsa dai tempi dell’omicidio, ma a tentare di rintracciarla è anche un gruppo di uomini influenti, che faranno di tutto per farla restare in silenzio.
Clive ed Elsa sono due scienziati che lavorano in un laboratorio di genetica. I due sono anche sentimentalmente uniti e stanno tentando di creare un gene animale ibrido da cui estrarre proteine. La coppia vorrebbe spingersi oltre nella ricerca ma il committente intende invece entrare subito sul mercato. Elsa però non si arrende e procede con l’innesto di DNA umano. Ne ‘nasce’ un essere (battezzato Dren) che ha in parte le caratteristiche di un corpo umano e in parte quelle di un volatile.
I due ventenni Dave e Andrew sono coinquilini e non se la passano troppo bene. Dave viene licenziato dalla società in cui lavora e Andrew viene accusato di stupro. Inoltre le autorità dichiarano la loro casa inagibile, decidendo di demolirla. Con i poliziotti intorno all’edificio e le ruspe a motori accesi, Dave e Andrew esprimono un desiderio: che il mondo sparisca in quell’istante. Ed è proprio ciò che accade. Improvvisamente i nostri antieroi sono trasportati in un bianco nulla dove niente esiste tranne loro stessi e la loro casa
Morgan, stanco del tran-tran quotidiano, si fa assumere dalla Digicorp in veste di spia. Sotto falsa identità, viene inviato alle convention di ditte concorrenti, che registra di nascosto. In una missione conosce Rita, che gli rivela che in realtà egli è solo la pedina di un gioco più grande. Morgan accetta di sottoporsi ad un intervento per recuperare la memoria, accetta la proposta della concorrente Sunways e comincia un pericoloso doppio gioco.Film costato ‘solo’ 10 milioni dollari (cifra assolutamente bassa per gli standard americani) il film segna l’uscita di Natali dal ‘Cubo’ e l’apertura a nuove atmosfere e a spazi diversificati. Il confine tra realtà e sogno è quantomai sottile e il regista sa come gestirne le ambiguità.
Dal romanzo di Rona Jaffe. Tre giovani provinciali carine trovano lavoro e perdono le penne della loro virtù negli sterilizzati uffici di una casa editrice di New York. Sottoprodotto del fortunatissimo I peccatori di Peyton , non tralascia alcun effetto per raggiungere i suoi scopi melodrammatici. H. Lange è la migliore della compagnia. La Crawford sopra le righe.
L’impianto è quello de La Finestra sul cortile di Hitchcock. Washington sostituisce Stewart, guardone alla finestra, e la Jolie è nel ruolo (più o meno) di Grace Kelly. C’è il solito serial killer di New York. Registicamente c’è un altro riferimento, nelle atmosfere inquietanti e violente: sarebbe l’ormai irrinunciabile Seven. Appunto, sono più citazioni che sostanza.
Momoko fila su un motorino per le campagne giapponesi quando è travolta e sbalzata a un incrocio. Rivive così a flashback tutta la sua vita. L’incontro con Ichigo, una coetanea motociclista dai modi rozzi, segna in modo significativo la sua esistenza. Le 2 ragazze, diametralmente opposte per carattere e stili di vita, si ritrovano coinvolte a piccoli passi in un’amicizia che rivela la loro forza o fragilità interiore a dispetto delle apparenze: delle vere e proprie kamikaze dei sentimenti, come suggerito dal titolo internazionale. La semplicità della trama si contrappone a uno stile pop colorato e ricco di riferimenti al background iconico giapponese. Inserti manga e scritte da videoclip non sminuiscono l’attenzione di Tetsuya per i sentimenti.
Gli anni ’80 nella vita di un gruppo di gay benestanti di New York, amici o amanti, tra cui l’Aids semina la morte. Rimangono in due, Willy (C. Scott) e il suo compagno. Otto anni per scoprire che l’Aids non era un’invenzione della CIA e dei giornali. Scritto con ammirevole ritegno da Craig Lucas che, come il regista, viene dal teatro, non era facile da fare. “Non è facile l’asciuttezza della progressione drammatica su cui si fonda… non è ovvia la castità dei sentimenti a cui si attiene” (Gualtiero De Marinis). Un po’ didattico, ma senza tracce di sentimentalismo. Attori funzionali. Unica pecca: la sequenza finale sulla spiaggia.
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