Un film di Claude Chabrol. Con Sandrine Bonnaire, Jacqueline Bisset, Isabelle Huppert, Jean-Pierre Cassel. Titolo originale La cérémonie. Drammatico, durata 120 min. – Francia 1995. MYMONETRO Il buio nella mente * * * - - valutazione media: 3,06 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Ispirato al romanzo del 1977 “La morte non sa leggere” di Ruth Rendell (già adattato per il grande schermo dal regista Ousama Rawi nel 1986). La premessa narrativa è irrilevante. Sophie (Sandrine Bonnaire) viene assunta dalla benestante famiglia Lelièvre a lavorare come collaboratrice domestica presso la loro residenza. La ragazza è dislessica e nasconde ossessivamente il suo handicap: non sa leggere. Stringerà presto amicizia con una postina (Isabelle Huppert) odiata dalla famiglia Lelièvre. Le due donne caratterialmente opposte ma a loro modo complementari nascondono un passato poco trasparente. Un’amicizia osteggiata che porterà al licenziamento di Sophie e a delle conseguenze imprevedibili.
Claude Chabrol (ribattezzato come il maestro francese della suspance) costruisce un thriller gelidamente controllato, rilettura degli stratagemmi hitckockiani (regista a cui Chabrol è stato più volte comparato) e di suprema eleganza ed estetica minimalista, disarmante e pieno di disperazione. Il titolo originale della pellicola (“La Ceremonie”) richiama lo stile registico. Chabrol delinea gesti e azioni facendoli sembrare rituali ma nello stesso tempo rendendone impercettibili le modifiche infinitesimali, mantenendo ambigue tutte le pedine in gioco fino alla fine, senza far sospettare allo spettatore (quasi come se lo estraniasse e distraesse) l’incombenza e l’ineluttabilità del massacro finale. Di per sé, Il buio nella mente, offre un modello narrativo archetipo, molto familiare al regista, che sovente si spinge dal quotidiano alla tragedia con incursioni nella letteratura poliziesca e in quella più colta. Nel romanzo poliziesco, il comportamento criminale spesso non è tanto un risultato del libero arbitrio quanto qualcosa di determinato da fattori psicologici e sociali. Tuttavia in Chabrol il bisogno di comprendere il crimine è minata dalla visione che il male sia di per sé inspiegabile. I comportamenti illeciti di Sophie e Jeanne non sono semplicemente una reazione compulsiva contro le disuguaglianze di classe, ma un rito curiosamente ordinato, uno sfogo nato dal niente, di inconsapevole valenza rivoluzionaria (o quasi). La pellicola conferma un assioma fondamentale: un capolavoro non può essere “premeditato” in anticipo ma è il risultato di un’imprevedibile alchimia tra sceneggiatura, cast e regia. Superba l’interpretazione delle due protagoniste, Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia.Il buio nella mente - 1995 Chabrol - Xvid Ita Mp3_s

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