Da un racconto di Ladislas Bus-Fekete. A Parigi, occupata dai tedeschi, una disegnatrice di moda (J. Crawford) egoista e un po’ snob si rende conto che intorno a lei il mondo è cambiato. Lascia il moroso filonazista (P. Dorn) e aiuta a fuggire un pilota americano (J. Wayne, naturalmente!). Melodramma di propaganda targato M-G-M che tenta invano di essere insieme uno sventolabandiere e un ritratto di donna.
Un film di Jack Hill. Con Pam Grier, Brooker Bradshow, Robert Doqui, Bill ElliottDrammatico, durata 91 min. – USA 1973. MYMONETRO Coffy valutazione media: 2,00 su 1 recensione. Coffy, infermiera in una clinica, scopre che la giovanissima sorella è una drogata ormai irrecuperabile. Decide di vendicarla. Riesce a introdursi nel mondo degli spacciatori e a ucciderne i vari componenti, tra i quali il suo ex fidanzato.
Un film di Leni Riefenstahl. Con Leni Riefenstahl, Mathias Wieman, Max Holboer, Beni Führer, Franz Maldacea Titolo originale Das blaue Licht. Drammatico, b/n durata 84′ min. – Germania 1932. MYMONETRO La bella maledetta valutazione media: 2,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Soltanto la bella e selvaggia Junta, tenuta per strega dai valligiani, riesce a scalare una montagna da dove, nelle notti di luna piena, emana una misteriosa luce blu. Girato sulle Dolomiti del Brenta e sui monti del Canton Ticino, opera prima dell’attrice L. Riefenstahl, ha un indubbio fascino visivo, una sorta di magia fantastica cui non è estranea la lezione del cinema espressionista. Legato all’ideologia völkisch (popolare) e al suo dubbio misticismo nazionalistico, è di un’ingenuità enfatica che sfiora il ridicolo. Alla sceneggiatura, da un racconto di Gustav Renker, collaborò Béla Balász, scrittore e teorico del cinema; al montaggio Arnold Fanck, noto regista di film di montagna.
Rosa, infermiera a Rio de Janeiro, ha sette amanti ai quali è equamente legata. Quando uno di questi, il barista italiano, comincia a dimostrarsi eccessivamente geloso, lo lascia. La donna inizia poi un rapporto con un dottore, anch’esso italiano (Manfredi), che, con discorsi persuasivi, le dà un certo equilibrio. Ma le successive incertezze del dottore la risospingono gradatamente al suo precedente sistema di vita.
I soldati a guardia di una miniera sono stati decimati da un’epidemia. Su un treno che dovrebbe contenere medicinali viaggiano invece le armi destinate agli indiani. Un agente del servizio segreto non può impedire alcune morti misteriose;
Turi e Teresa sono figli di un pescatore che vive e lavora in un’isola siciliana. La loro è una vita semplice e pacifica, fatta di abitudini e fatiche quotidiane: accudire la nonna, pescare, gestire il bar al centro del paese. Ma Turi, ormai, è quasi un uomo e deve iniziare ad uscire in mare con il padre. Questo fatto finirà con il rivoluzionare per sempre i rapporti tra fratello e sorella. Lungometraggio d’esordio di Costanza Quatriglio, trentenne palermitana la quale non dimentica le sue origini documentaristiche e le innerva con una narrazione che sembra rimandare al cinema di matrice iraniana. La trama è molto esile e il film è legato a un lavoro di ricerca di sguardi e relazioni con la scabra struttura dell’isola di Favignana. Il montaggio, perfettamente sintonizzato con la colonna sonora musicale di Paolo Fresu, prova a fornire compattezza a un’opera prima che, pur con qualche intellettualismo di troppo (vedi la presunzione di poter pensare di fare a meno di una struttura narrativa solida), lascia ben sperare per il futuro.
Due ladruncoli scalcagnati, con tre amici e due ragazze organizzano un grosso colpo. Per difficoltà tecniche affidano il furto a un professionista che dovrebbe poi essere derubato da loro. Ma non tutto va come dovrebbe. È un film a risvolti caricatural-umoristici di gusto francese, di spirito sottile e intelligente, pieno di trovate. L’ottimo cast di caratteristi contribuisce al divertimento.
Un sicario (Hopper) deve eliminare un’artista concettuale (Foster), testimone scomoda di un delitto mafioso, ma se ne innamora. Peripezie mirabolanti li portano in Nuova Zelanda. A causa di dissensi nella postproduzione, il film fu distribuito col nome di Alan Smithee, regista inesistente che però ha firmato una ventina di film americani, tutti contrassegnati da forti contrasti produttivi. Col piede sull’acceleratore dell’eccesso, Hopper pratica la contaminazione parodica dei generi. Sconsigliabile agli spettatori che amano la logica narrativa, interessante per chi ha qualche dimestichezza con le ultime correnti delle arti figurative made in USA. Nel 1991, ripristinata col nome di Hopper l’edizione originale di 116 minuti, il film fu rititolato (Catchfire) e ridistribuito negli USA sulla TV cavo e in home video.
Intricato fumettone: narra le malefatte di un banchiere che prima viene creduto morto, poi è sequestrato da un misterioso vendicatore che intende fargli scontare le sue colpe.
Milena è affascinata da Paul che le dichiara di averla amata in una vita precedente. Egli la conduce nella sua lussuosa casa londinese dove ritornerà spesso. Paul viene accusato dell’omicidio di una sua innamorata, Milena si sposa e torna nel Galles.
Un impegnato uomo d’affari, Harold Pelham (Roger Moore), rimane coinvolto in un incidente d’auto quasi mortale. Sottoposto a un’operazione, è soggetto a uno strano fenomeno sul tavolo operatorio quando per qualche istante sembra avere un doppio battito cardiaco. Tornato alla vita di ogni giorno, Pelham trova che qualcosa di molto strano sta accadendo: diverse persone sostengono d’averlo visto in circostanze e luoghi nei quali lui è sicuro di non essersi trovato. La paranoia aumenta quando Pelham si rende conto che la sua vita gli sta sfuggendo di mano, preda di un doppio se stesso alla cui esistenza crede solo lui. Ultimo film dell’ottimo Basil Dearden (1911-1971), autore di diversi film interessanti (Victim), è una delle rare occasioni in cui a Roger Moore, specializzato in parti ironiche, è stata data l’occasione di recitare un ruolo serio e drammatico. E Moore coglie l’opportunità con bravura, rappresentando con sottigliezza la progressiva inquietudine del protagonista, che scivola fuori dalla realtà senza motivo apparente, e la spavalda personalità del suo doppio. Criptico, ma genuinamente inquietante, il film non si prefigge di fornire una risposta realistica al mistero, ma di sprigionare arcano disagio, tratteggiando un fine ritratto psicologico di un uomo la cui vita è così metodica e vuota di contenuti morali da non meritare che la viva in prima persona
Un film di Dan Curtis. Con Joan Bennett, Jonathan Frid, Grayson Hall, Thayer David Titolo originale House of Dark Shadows. Horror, durata 90 min. – USA 1970. MYMONETRO La casa dei vampiri valutazione media: 2,00 su 1 recensione.
Un uomo sconosciuto si presenta alla ricca dimora della famiglia Collins e sostiene di essere Barnabas, un lontano parente. Effettivamente assomiglia molto al ritratto di un antenato dei Collins, ma da quando si stabilisce nella villa iniziano misteriosi delitti.
Un’intera famiglia abbandona il lavoro, la casa e le comodità della vita cittadina per andare sulle rive del lago Tomawak. Ma luogo e abitazione sono sconvolti da inspiegabili manifestazioni che sfuggono alla loro comprensione.
Per recuperare un delfino, mascotte dei Miami Dolphins, trafugato alla vigilia del Superbowl (finalissima del campionato di football), si ricorre a un detective specializzato in ritrovamento di animali. J. Carrey, comico TV di veloce parlantina e di istrionismo anfetaminico, è una sorta di Jerry Lewis in perenne stato di agitazione chimica al servizio di una farsa sgangherata, condita di battutacce grevi e di rozze gag. Campione d’incasso sui mercati di lingua inglese. Costernante.
Un film di Gennaro Righelli. Con Anna Magnani, Nino Besozzi, Marisa Vernati, Virgilio Riento, Lauro Gazzolo.Commedia, b/n durata 90 min. – Italia 1945. MYMONETRO Abbasso la miseria valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Alla fine della guerra due autisti trafficano in borsa nera. Uno è furbo e fa i soldi. L’altro è un bonaccione che s’accolla anche un orfano trovato fra le macerie.
Per cinque mesi in una stazione spaziale, tre astronauti non possono rientrare per un guasto meccanico. A Houston trepidano. Oscar per gli effetti speciali. L’assunto è nobile, ma lo svolgimento è convenzionale con una suspense troppo giocata sullo strazio dei sentimenti.
Messi insieme con sapienza dal colonnello Hannibal Smith sono la squadra più affidabile ed efficiente dell’esercito americano a cui vengono affidate le missioni che paiono irrisolvibili. Un tradimento inaspettato però li trasforma in fuorilegge, costringendoli ad un’evasione e a lottare per dimostrare la propria innocenza in una giungla in cui è impossibile distinguere gli amici dai nemici. Non è una storia dell’A-Team ma la storia di come l’A-Team sia diventato quello che conosciamo.
Una giovane vedova, in stato di avanzata gravidanza, si reca a trovare la suocera. Resta intrappolata in una villa, isolata dalla neve, insieme con la perfida signora e i suoi figli, uno assassino e stupratore, l’altra subnormale.
Dopo una battaglia nel deserto, un gruppo di soldati tedeschi e i loro prigionieri americani si trovano ad affrontare le sabbie infuocate. Durante la difficile marcia ogni rivalità è dimenticata, tanto che l’ufficiale tedesco, alla fine, lascia liberi i prigionieri. Mesi dopo, in altro luogo l’ufficiale tedesco si trova nuovamente di fronte l’avversario americano: non ha il coraggio di sparargli, ma la sua generosità gli è fatale.
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