In una famiglia russa che vive in una misera casetta, il padre si sveglia un mattino dopo l’ennesima sbornia, ruba i pochi risparmi e scappa inseguito dalla moglie. I due finiscono in una galleria d’arte e si fermano allibiti davanti a un quadro che mostra la loro stessa baracca. Ma le spiegazioni delle guide che accompagnano i visitatori descrivono una realtà ben diversa da quella che loro conoscono. Che effetto avrà l’arte sulla loro vita?
Note
Primo cortometraggio del regista georgiano, realizzato quando era ancora studente all’Accademia di cinema di Mosca.
“Se le api sparissero dalla Terra, all’umanità resterebbero solo 4 anni di vita”, così disse Albert Einstein, considerando che oltre un terzo della nostra alimentazione deriva dall’impollinazione delle api. Imhoof risale all’attività originaria della sua famiglia, che produceva miele, per raccontare un mistero: negli ultimi 15 anni enormi quantità di api sono morte, ovunque nel mondo. E non se ne conosce la causa, solo il nome: Colony Collapse Disorder . Con immagini prepotenti catturate nei diversi continenti e svelando retroscena ignoti al pubblico, Imhoof realizza un documentario inquietante e fondamentale per comprendere i danni mostruosi che stiamo continuando a compiere sul pianeta. Distribuito da Officine Ubu.
Se Ichikawa in Italia è noto soprattutto per una pietra miliare del pacifismo su celluloide, e cioè L’arpa birmana da molti considerato il suo capolavoro, senza ombra di dubbio lo spettatore più sensibile a certe problematiche esistenziali resterà fortemente impressionato da Conflagrazione; un’opera in cui le sottili inquietudini e quel senso soffocato di ribellione ereditati dal testo di Mishima convergono in una forma elegante, studiatissima nella struttura narrativa a flashback, da cui derivano però momenti di tensione taglienti come rasoi.
Tony Takitani ha avuto un’infanzia solitaria, principalmente per via del suo nome, poco in uso tra i bambini giapponesi. Un nome scelto da suo padre, jazzman affascinato dagli Stati Uniti. Ragazzo, Tony frequenta l’accademia di belle arti, ma dal suo tratto, benché preciso e terribilmente incisivo, non traspare alcuna sensibilità. Abituato alla propria indipendenza, Tony infatti trova che le emozioni siano illogiche, segno d’immaturità. Tuttavia, dopo aver individuato la sua vera vocazione nel disegno tecnico, il giovane incontra Eiko, una cliente affascinata dalla moda. Sposatosi con lei, compie un cambiamento radicale e, pieno di vita, trasportato dall’amore, inizia a riconoscere e a temere la solitudine. L’ossessione compulsiva di sua moglie per i vestiti firmati comincia a inquietarlo. Quando le chiede di portare indietro i suoi ultimi acquisti, lei lungo il tragitto perde tragicamente la vita in un incidente. Di nuovo solo, Tony, disperato, si tuffa negli armadi pieni di vestiti di lei per sentirne la presenza; quindi mette un annuncio per trovare una donna che abbia le misure necessarie a far rivivere il ricordo della scomparsa….
Come un archeologo che ricostruisca un’ipotesi di vita organica a partire dalle tracce fossili, il regista indaga la pioggia seguendone le impronte evanescenti, la evoca nel frullare del fogliame, nel movimento di una finestra che sbatte, nell’ingrossarsi dei tendaggi, la intuisce nelle onde circolari che si allargano sui canali, nel gesto di un passante sorpreso dalle prime gocce, nella rapida schiusa degli ombrelli, nell’affrettarsi dei carrettieri, nelle tracce fangose degli pneumatici. Non è l’evento in sé a suscitare interesse, piuttosto il tessuto di relazioni in cui è implicato; non è sulla pioggia che si concentra la partecipazione dello sguardo cinematografico, ma sulla sua espressione figurativa, che è, per natura, variegata, mutevole.tarista Ivens.
Una troupe di attori inglesi viaggia attraverso città e villaggi dell’India interpretando le opere di Shakespeare, con la speranza di raccogliere i soldi sufficienti a rientrare in Inghilterra.
Ivory si ispira in questa occasione alla vita del romanziere James Jones per affrontare il tema del rapporto tra due mondi lontani e reciprocamente diffidenti come quello francese e quello americano. Lo scrittore con moglie, figli, figlio adottivo e governante vive a Parigi negli anni Sessanta e Settanta. Ivory indaga le ragioni del cuore e della ragione con la consueta abilità, ma anche con l’altrettanto consueta perfezione tendente all’algido. Così i personaggi finiscono con l’occultare lo sfondo storico/sociale dicendoci molto di se stessi, ma poco (tranne per l’accuratissima ricostruzione filologica) del periodo storico in cui vivono.
Dal romanzo omonimo (1910) di Edward M. Forster. Conflitto tra due mondi (due culture, due mentalità) all’interno della società londinese del primo Novecento: le due sorelle Schlegel della piccola borghesia colta e progressista e i ricchi, conservatori Wilcox, fondatori senza fasto né splendore dell’Impero. C’è anche una terza classe sociale, quella degli esclusi per censo ed educazione, rappresentata da Leonard Blast, povero e orgoglioso. La posta in gioco è Howards End, bella e scomoda dimora di campagna: appartiene ai Wilcox, passa in eredità a una delle due Schlegel e, infine, all’altra. sotto la vernice di raffinata eleganza, è un film (e un romanzo) attuale: beni immobili, sicurezza finanziaria, compagnie di assicurazione che falliscono, conflitti tra femminismo e vita domestica, attriti tra classi sociali. Premio speciale a Cannes e 3 Oscar: attrice protagonista (E. Thompson), scenografia (Luciana Arrighi) e costumi.
Èla storia di un uomo che vive tirando il riksciò per turisti danarosi. Forte e violento, ma di cuore gentile, si prende cura di una vedova e del suo figliolo adolescente. Per merito suo il ragazzo studierà e si farà strada nella vita.
Burst City (爆裂都市 BURST CITY, Bakuretsu Toshi Bāsuto Shiti) is a Japanese dystopianpunk rock musical/action film. Released in 1982, the film was directed by Sogo Ishii. Primarily a showcase for various specific punk rock bands of the time such as The Roosters, The Rockers, and The Stalin, the film is also purely demonstrative of the culture and attitude of the punk rock community of Japan in the mid-to-late 1970s and the early 1980s, and is considered a defining film of that subculture.
The plot is not very complex, as much of the action and drama of the film relies on musical interludes, character interactions, and commentary on the class system in the film’s fictional universe. What plot there is follows two different threads. In the first thread, residents in a dystopia future attempt to rebel against the construction of a nuclear power plant in their part of Tokyo. They race cars, party, and brawl to the music of The Rockers and The Stalin. In the second, a small mute and his hard-core friend ride their bikes around the city, hunting down the person who murdered the mute’s brother. The two are vigilantes. The two threads combine when the bikers meet the power plant construction workers and discover that the oppressive businessman who runs the power plant is the same man which they have been searching for. The bikers, workers, and punks all band together to take on the businessman and his yakuza buddies. The “battle police” arrive, and everything erupts into violence.
Una madre disperata, dopo aver avuto alcune informazioni, torna nell’isola di El Hierro, dove spera di ritrovare il figlio, sparito misteriosamente tre anni prima.
La sera del 28 febbraio del 1953, Radio Mosca diffonde in diretta il “Concerto per pianoforte e orchestra n.23” di Mozart. Toccato dall’esecuzione che ascolta nella sua dacia di Kountsevo, Joseph Stalin domanda una registrazione. Ma nessuna registrazione era prevista per quella sera. Paralizzati dalla paura, direttore e orchestra decidono di ripetere il concerto. Tutti tranne Maria Yudina, la pianista che ha perso famiglia e amici per mano del tiranno. Convinta a suon di rubli, cede, suona e accompagna il disco con un biglietto insurrezionale. L’orchestra si vede già condannata al gulag. Ma l’indomani Stalin è moribondo. Colpito da ictus, muore il 2 marzo scatenando un conflitto feroce per la successione tra i membri del Comitato Centrale del PCUS.
Cinque ragazze decidono di fare una dieta a base di acqua, per purificare il corpo e liberare la mente dai problemi quotidiani. Per attuare i loro propositi, si trasferiscono per una settimana nella casa – situata al centro di un lago – di Olivia, la più motivata al digiuno. Dopo il primo giorno di dieta, Summer, Ana, Christina e Nicole iniziano a mangiare di nascosto alcune scorte di cibo, non sanno di essere osservate, non sanno che il loro comportamento scatenerà una serie di tragici eventi. Il regista di videoclip Alex Infascelli torna a dirigere un lungometraggio con questa singolare terza regia caratterizzata da un’inedita e singolare tecnica distributiva: uscito soltanto in edicola distribuito dal gruppo editoriale L’Espresso, potrebbe in futuro trovare anche una distribuzione in sala. Il prodotto è indubbiamente interessante, soprattutto se si considera che è stato realizzato in Italia, patria dell’horror alla Dario Argento, incapace di guardare al di là dei soliti grossi nomi che hanno segnato il genere, ma ciò non basta a fare di H2Odio un buon film. Troppo fredda la regia di Infascelli, nonostante gli inserti videoclippari e qualche buon spunto, troppo discontinuo l’uso della pur ottima colonna sonora di Steve Von Till, mediocre l’interpretazione delle protagoniste. Si salva soltanto Chiara Conti, nella parte della folle Olivia affetta dalla sindrome del gemello evanescente (porta dentro di sé i segni di una gemella mai nata), che il digiuno purificatore fa lentamente scivolare verso la schizofrenia. Isolati il corpo e la mente dal mondo esterno, la parte più oscura di sé emergerà come un mostro che esce dalle acque, animata da un enorme desiderio di vendetta nei confronti delle ragazze che hanno spezzato il giuramento, firmando così la loro condanna
Dal romanzo di Carlo Lucarelli. Almost Blue è un brano di Jazz che eseguiva Chet Baker. Simone, ragazzo cieco e isolato, ne fa una sorta di religione. La sensibilità esercitata per via della menomazione lo aiuta a essere un efficace alleato della detective Grazia, che indaga sul serial killer Iguana. Buono come sempre l’intreccio di Lucarelli. Solo parzialmente sostenuto da una regia scolastica e più adatta al corto che al lungometraggio.
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