Category: Cecoslovacchia


Locandina Qualcosa di Alice

Un film di Jan Svankmajer. Con Kristyna Kohoutová Titolo originale Neco z AlenkyAnimazionedurata 84 min. – Cecoslovacchia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera 1987.

Alice è una bambina che immagina di lanciare sassi sulla riva di un fiume ma che, in realtà, vive in vecchio condominio circondata da bambole decrepite, cianfrusaglie scrostate ed animali imbalsamati. Quando un coniglio impagliato, all’improvviso, si anima fuggendo dalla teca di vetro nella quale era rinchiuso, Alice lo insegue a perdifiato, non esitando ad infilarsi all’interno del cassetto di una scrivania pur di raggiungerlo. Comincia così quest’opera monumentale del maestro Jan Svankmajer, forse l’ultimo vero surrealista ancora vivente in Europa, purtroppo ancora troppo poco conosciuto dal grande pubblico.

Insects (film) - Wikipedia

Regia di Jan Svankmajer. Un film con Jan BudarJirí LábusJaromír DulavaNorbert LichýKamila MagálováCast completo Titolo originale: Hmyz. Genere grottesco – Repubblica ceca2018,

In un piccolo pub le sedie sono alzate sopra i tavoli. Il locale è chiuso, non ci sono clienti ma sei attori dilettanti che si sono incontrati per provare “The Insect Play”, un’opera dei fratelli ?apek. Mentre le prove procedono, avvengono alcune inquietanti trasformazioni.

Illuminazione intima (1965) | FilmTV.it

Un film di Ivan Passer. Con Karel BlazekZdenek BezusekVera Kresadlova Titolo originale Intimni osvetleniCommediadurata 71 min. – Cecoslovacchia 1969.

Opera d’esordio di Ivan Passer. Un concerto in una piccola città rende possibile l’incontro, dopo molti anni, di due amici musicisti.

Risultati immagini per Ekstase - 1933

Un film di Gustav Machaty. Con Hedy Lamarr, Zvonimìr Rogoz, Aribert Mog Titolo originale Extase. Drammatico, b/n durata 85 min. – Cecoslovacchia 1933. MYMONETRO Estasi * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

E’ la semplice storia d’amore, con risvolti freudiani, di una giovane sposa il cui desiderio d’amore inappagato porterà lei al tradimento e il marito impotente al suicidio. Il principale ruolo femminile fu affidato all’allora giovane Hedy Lamarr, che fece grande scalpore girando nuda una lunga sequenza.



Regia di George Ovashvili. Un film Da vedere 2014 con Ilyas SalmanMariam ButurishviliTamer Levent. Titolo originale: Simindis kundzuli. Genere Drammatico, – Repubblica cecaSpagnaGeorgiaIslandaCorea del sudGran BretagnaTurchiaIsraeleUSA2014durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 20 agosto 2015 distribuito da Cineama. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,44 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il fiume Inguri segna il confine naturale tra la Georgia e la Repubblica di Abkhazia. I secessionisti hanno reclamato questa porzione del paese, cacciando brutalmente i georgiani che la abitavano. Proprio lungo questa tormentata frontiera, in primavera, lo scioglimento del ghiaccio dà vita a piccole isole itineranti, che si fanno e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci della natura. Un vecchio contadino e sua nipote adolescente si installano in questa terra di nessuno, costruendo una precaria baracca di legno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere al rigido inverno. Quando sull’isola compare un ribelle ferito, il già fragile equilibrio di questa insolita coppia si spezza pericolosamente.
Quello diretto dal georgiano George Ovashvili è un film che indaga tra le pieghe dei conflitti. In primo luogo, il difficile rapporto tra uomo e natura, cristallizzato nel tentativo ancestrale di dominare, a mani nude, un ambiente riottoso, pronto a sottrarre con violenza ciò che un attimo prima aveva dato. In seconda battuta, c’è la lotta fratricida tra due popoli, che si manifesta nella presenza dei soldati georgiani che pattugliano il confine con le loro barchette, alla ricerca dei ribelli. Sopraggiungono molesti, così come il rumore degli spari nella notte, a turbare la quiete della vita del contadino, scandita solo dai ritmi di un lavoro paziente, in balia della natura. Il terzo contrasto, non meno importante, è quello tra la prudente saggezza dell’uomo anziano e l’incosciente desiderio di emozioni della nipote sulla soglia dell’adolescenza. La routine lenta e faticosa che li unisce, al contempo li divide, determinando il sentore strisciante di una deflagrazione che non si consuma mai veramente. Almeno non a parole, in un’opera dove gli sguardi, le inquadrature – carrellate o movimenti di macchina a mano – e la fotografia in 35 mm – contano molto più dei dialoghi, ridotti all’osso per l’intera durata del film.
Un film da festival, in cui la sceneggiatura è scarna, al pari delle battute, e il ritmo è dilatato. Un film dove l’immagine ha la meglio sulla parola, esibendoci, in tutto il suo crudele splendore, una natura tanto generosa quanto capricciosa. Il regista ce la mostra con estremo realismo, ai limiti del documentario. I due attori protagonisti contribuiscono a rafforzare questa poetica del reale, agendo davanti alla macchina da presa con grande naturalezza, parlando solo con gli occhi: solcato, lui, dalla fatica dell’età e dalle intemperie della vita – ma nonostante tutto determinato e teneramente preoccupato per la nipote – e animata, lei, da un bisogno di vita che la spaventa e la incoraggia al contempo. In questo deserto di comunicazione, non è tanto la parola a mancare, quanto le risposte alle domande che questa storia incompiuta di uomini suscita. Curiosità e desiderio di emozioni più forti che il regista non soddisfa, interessato più ai capricci della natura che a quelli degli uomini.

Regia di Agnieszka Holland. Un film Da vedere 2016 con Jakub GierszalTomasz KotBorys SzycKatarzyna HermanAndrzej GrabowskiCast completo Titolo originale: Pokot. Titolo internazionale: SPOOR. Genere Thriller – PoloniaRepubblica cecaGermaniaSvizzera2016durata 128 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 4 recensioni.

Duszejko è un’anziana signora che insegna l’inglese ai bambini di un villaggio situato al confine tra Polonia e Repubblica Ceca, nei Sudeti. Un giorno le sue due cagne, a cui è affezionatissima, scompaiono. Alcuni mesi dopo è lei a scoprire il cadavere di un vicino, un bracconiere. Le uniche tracce che conducono a questa morte misteriosa, che non sarà l’unica, sono quelle degli zoccoli di un capriolo.

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locandina del film PUNCH AND JUDY

Titolo Originale: RAKVICKARNARegiaJan SvankmajerInterpreti: – Durata: h 0.10 Nazionalità:  Cecoslovacchia1966 Genereanimazione

Divertente e allucinato corto di un maestro della miscellanea fra divertimento e visionarietà. Visivamente perfetto (e ricordiamo che Svankmajer è comunque alle prime armi, siamo nella decade iniziale della sua opera) il film rivela la passione del regista per gli animali e le marionette, lasciando all’Uomo solo un paio di anonime mani.

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Directed by JAN ŠVANKMAJERCzechoslovakia, 1965

A man plays the Bach piece of the title on the organ, accompanied by images of stone walls with cracks and holes that grow and shrink, intercut with images of doors and wire-meshed windows.

Risultati immagini per Darkness Light Darkness locandina

CECOSLOVACCHIA – 1989 Regia: Jan Svankmajer

Un uomo costruisce se stesso partendo dall’argilla – diventando Dio e creazione nello stesso tempo – e colloca le diverse parti del corpo in una stanza piccolissima. Ma più diventano numerose le parti create, più l’uomo diventa grande e -di conseguenza – la stanza diventa più piccola e soffocante.

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Risultati immagini per Le Margheritine locandina

Le margheritine (Sedmikrásky) è una commedia drammatica cecoslovacca del 1966, scritta e diretta da Věra Chytilová. Generalmente considerata una pietra miliare del movimento della Nová vlna, fu realizzata con l’aiuto di uno studio cinematografico sponsorizzato dallo Stato. La trama vede le due giovani protagoniste, entrambe di nome Marie, che trascorrono le loro giornate combinando guai in giro per la città.

Il film fu girato in maniera innovativa, e uscì due anni prima della Primavera di Praga, il film fu bandito[1] dal partito comunista cecoslovacco per “gli sprechi rappresentati” (vi è infatti una scena dove viene distrutto un sontuoso banchetto). A Vera Chytilová fu proibito di lavorare ad altri film fino al 1975. Tuttavia, il film ricevette il Grand Prix del Sindacato belga della critica cinematografica

La sequenza iniziale vede l’alternarsi di un volano per la filatura alternarsi ad aerei della U.S. Navy che sganciano bombe sul Pacificodurante la Seconda Guerra Mondiale. Nella scena seguente le protagoniste annoiate siedono su una piattaforma con indosso i loro costumi da bagno, i loro movimenti e le loro frasi sono robotiche. Le ragazze concludono che se il mondo è diventato cattivo, è il caso di diventare cattive anche loro. La scena successiva mostra Marie I e Marie II danzare di fronte a un albero che somiglia all’Albero della conoscenza del Bene e del Male. Una volta che Marie I mangia una delle mele, cadono entrambe e si ritrovano nel loro appartamento. Nelle scene successive le due Marie vanno ad appuntamenti con uomini più anziani, degli ‘sugar daddy‘. Gli appuntamenti vengono fissati da Marie II, mentre Marie I si puntualmente si presenta non invitata e approfitta della cortesia del loro ospite ordinando quantità eccessive di cibo che lei e Marie II mangiano con avidità.

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Un film di Alain Robbe-Grillet. Con Jean-Louis Trintignant, Sylvie Breal, Suzana Kocurikova, Catherine Robbe-Grillet Titolo originale L’homme qui ment. Drammatico, Ratings: Kids+13, b/n durata 110′ min. – Francia, Cecoslovacchia 1968. MYMONETRO L’uomo che mente * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
A guerra finita, un uomo che si fa chiamare Boris Varissa e dichiara di esser stato compagno di lotta di Jean Robin, noto capo partigiano, va a trovare i suoi familiari. Ne parla con sua sorella Sylvia, con la moglie Laura e con il padre, ma ogni volta il suo racconto è diverso. Seduce Sylvia e cerca di sedurre Laura che lo respinge. Riappare Jean, spara su Boris e se ne va. Boris si rialza e ricomincia a mentire, a raccontare la storia di Jean, la propria, sempre contraddicendosi. 3ª regia di A. Robbe-Grillet, teorico e autore di punta del nouveau roman e della école du regard. È un altro dei suoi esercizi sterilmente formalistici con cui mette in giuoco i rapporti tra finzione e realtà, rifiutandone la tradizionale rappresentazione mimetica. Chi sta al giuoco può anche farsi incantare dal raffinato barocchismo delle immagini, dalla recitazione straniata di J.-L. Trintignant e C., dalla partitura sonora (rumori e musica elettronica) di Michel Fano. View full article »