Un film di Abdel Kechiche. Con Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Mona Walravens, Jeremie Laheurte. Titolo originale La Vie d’Adèle. Drammatico, durata 179 min. – Francia 2013. – Lucky Red uscita giovedì 24 ottobre 2013. – VM 14 – MYMONETRO La vita di Adele
valutazione media: 3,88 su 99 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Adèle ha quindici anni e un appetito insaziabile di cibo e di vita. Leggendo della Marianna di Marivaux si invaghisce di Thomas, a cui si concede senza mai accendersi davvero. A innamorarla è invece una ragazza dai capelli blu incontrata per caso e ritrovata in un locale gay, dove si è recata con l’amico di sempre. Un cocktail e una panchina condivisa avviano una storia d’amore appassionata e travolgente che matura Adèle, conducendola fuori dall’adolescenza e verso l’insegnamento. Perché Adèle, che alle ostriche preferisce gli spaghetti, vuole formare gli adulti di domani, restituendo ai suoi bambini tutto il bello imparato dietro ai banchi e nella vita. Nella vita con Emma, che studia alle Belle Arti e la dipinge nuda dopo averla amata per ore. Traghettata da quel sentimento impetuoso, Adèle diventa donna imparando molto presto che la vita non è sempre un (bel) romanzo.


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Al di là della palma d’oro conferitagli, questo film merita sicuramente attenzione, sia per il contenuto sia per la cifra stilistica di Kechiche, sempre più rigorosa e personale. Come dice il titolo originale, questo film è suddiviso in due parti. Nella prima parte assistiamo alle vicende della protagonista, una ragazza che come tante vive la propria adolescenza in una “comunità organica”, dove vigono regole non scritte, ma reali e concrete, quelle pronte a farsi aspramente valere quando la “diversità” minaccia l’integrità del gruppo. In questo contesto, anche le manifestazioni collettive sembrano, più che una rivendicazione di precisi diritti, la necessaria celebrazione di un rito che segna il passaggio dell’adolescenza alla maturità. La seconda parte, quella che vede la stessa protagonista in età più adulta, mi è sembrata la più dolorosa e complessa. Assistiamo, infatti, alle vicende di una diversità sessuale vissuta più consapevolmente, nel contesto di una “società meccanica”, dove le regole sono scritte, formali e astratte, tali da sembrare in apparenza più libere, ma che di fatto condannano alla più completa solitudine e indifferenza chi vuole davvero vivere (come la protagonista Adele) o non condannano nello stesso modo chi si piega e si accontenta di sopravvivere (come la co-protagonista Emma). In un tessuto di rapporti sociali completamente frantumati, ecco che allora interviene la lente dilatante, da vero e proprio “entomologo”, di Kechiche. L’osservazione è esasperata, insistita, tale da sfiorare il sospetto di semplice voyeurismo, gli attori sono chiamati ad un estremo realismo e tutta la loro indubbia bravura viene utilizzata fino in fondo. Tutto ciò comporta, se vogliamo, anche degli inevitabili squilibri, alcune parti del film sono fin troppo insistite e spiegate, altre viceversa risentono di un’inspiegabile fretta e risultano non completamente motivate (ma si deve anche tener conto che Kechiche aveva previsto che questo suo film durasse circa cinque ore!).
beh, tocca vederlo insomma…:-)
Perlomeno non mi sembra una gran perdita di tempo. 🙂
Tono scherzoso a parte, vorrei aggiungere che a me questo film è piaciuto molto. Raramente mi capita ancora di vedere un film che mi coinvolga più di tanto, ma questo film che non riguarda tanto i gusti sessuali di una ragazza, quanto il destino di solitudine con cui ogni individuo deve fare i conti, direi che da parecchio da pensare.
Film stupendo, incredibilmente vero. La protagonista è talento allo stato puro. Film consigliato.
Ps. Grazie a kiokok per avermelo passato e a Virginio per non aver permesso che mi sfuggisse.