Category: Ucronia


Dossier | L'Ombra dello Scorpione di Mick Garris (1994): una miniserie che  tenta l'impossibile | Il Cineocchio

Regia di Mick Garris. Una miniserie con Gary Sinise, Molly Ringwald, Jamey Sheridan, Laura San Giacomo, Ruby Dee. Titolo originale: The Stand. Genere: Orrore, Post-apocalittico, Azione, Avventura, Thriller. Paese: Stati Uniti d’America. Anno: 1994. Durata: 366 min. Consigliato a: Da 14 anni. Valutazione IMDb: 7.2/10.

La narrazione si svolge in un’America devastata da una pandemia influenzale conosciuta come “Captain Trips”, un virus mortale che annienta quasi il novantanove percento della popolazione. I sopravvissuti, immuni, sono tormentati da visioni oniriche che li spingono a intraprendere due percorsi distinti. Un gruppo, guidato dai sogni della benevola e ultracentenaria Madre Abagail Freemantle, si dirige verso Boulder, Colorado, con l’intento di ricostruire una società basata sulla bontà. L’altro gruppo, composto da individui più oscuri, si unisce alla figura mefistofelica di Randall Flagg a Las Vegas, abbracciando il caos e il dominio. La miniserie segue le vicende di diversi personaggi chiave come l’onesto Stu Redman, la giovane e incinta Frannie Goldsmith e il solitario Larry Underwood, mentre si preparano all’inevitabile scontro finale tra le forze del Bene e del Male.

Questa miniserie del 1994, scritta per lo schermo dallo stesso Stephen King, è stata a lungo considerata la trasposizione definitiva del suo colossale romanzo. La regia di Mick Garris adotta un approccio narrativo fedele e prevalentemente lineare, che permette di sviluppare con maggiore respiro i molteplici personaggi e le loro complesse evoluzioni psicologiche in un contesto post-apocalittico. Nonostante le limitazioni di budget e gli effetti speciali datati tipici delle produzioni televisive dell’epoca, la serie eccelle nel creare un’atmosfera emotivamente coinvolgente, con un cast solido (in particolare Gary Sinise e Jamey Sheridan) che incarna efficacemente la dualità tra l’umanità dei sopravvissuti e la manifestazione del male. L’opera affronta con chiarezza i temi della moralità, della fede e della responsabilità civica dopo un disastro, mantenendo la centralità del conflitto mitologico tra il Bene e il Male che è il cuore pulsante del materiale di partenza. Sebbene alcuni critici abbiano segnalato un rallentamento nel ritmo e una certa ingenuità stilistica, la fedeltà al tono e alla struttura del romanzo le conferisce un’importanza storica nel panorama degli adattamenti di King.

Regia di Josh Boone, Benjamin Cavell. Una miniserie con James Marsden, Amber Heard, Odessa Young, Greg Kinnear, Alexander Skarsgård. Titolo originale: The Stand. Genere: Fantascienza, Drammatico, Horror, Thriller. Paese: Stati Uniti d’America. Anno: 2020-2021. Durata: 53-65 minuti (puntata). Consigliato a: Da 14 anni. Valutazione IMDb: 5.8/10.

L’ambientazione è un’America post-apocalittica, decimata da una micidiale influenza di origine militare nota come “Captain Trips” che ha sterminato quasi il novanta percento della popolazione mondiale. I pochi superstiti, immuni al contagio, iniziano ad essere guidati da sogni contrastanti: da un lato la centenaria e benevola Madre Abagail Freemantle, che li chiama verso la zona franca di Boulder, Colorado, per ricostruire la civiltà; dall’altro, la sinistra figura di Randall Flagg, l’Uomo Nero, che raduna i suoi seguaci a Las Vegas in nome dell’anarchia e della violenza. I personaggi principali, tra cui Stu Redman, Frannie Goldsmith e Larry Underwood, si ritrovano così a dover scegliere da che parte stare in un’epica battaglia tra il Bene e il Male.

Questa trasposizione seriale del monumentale romanzo di Stephen King tenta di aggiornare i temi classici dell’opera (il male, la fede, la ricostruzione sociale post-catastrofe) con una narrazione non lineare. La regia, gestita da più mani, presenta un approccio stilistico discontinuo e, nella prima metà, un montaggio che alterna continuamente passato e presente, scelta che a tratti risulta più confusa che innovativa, rallentando l’introduzione dei numerosi personaggi. Il cast è notevole, con performance solide, ma l’adattamento soffre di una compressione eccessiva della seconda metà della storia e di una tendenza didascalica nell’esplorazione dei temi morali. Sebbene l’impatto culturale del romanzo rimanga intatto, la miniserie del 2020-2021, pur tecnicamente curata, non riesce a catturare la vastità e la profonda caratterizzazione del testo originale, risultando in un prodotto onesto ma che difficilmente lascerà un segno duraturo nella storia delle trasposizioni kinghiane.

Locandina I vestiti nuovi dell'imperatore

Regia di Alan Taylor. Un film con Ian Holm, Iben Hjejle, Tim McInnerny, Hugh Bonneville, Tom Watson. Titolo originale: The Emperor’s New Clothes. Genere: Biografico, Commedia, Drammatico, Storico. Paese: Regno Unito, Germania, Italia. Anno: 2001. Durata: 105 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6.8.

Ambientato sull’isola di Sant’Elena nel 1821, il film immagina una versione alternativa degli ultimi giorni di Napoleone Bonaparte, in esilio dopo la sconfitta di Waterloo. L’imperatore, insofferente alla prigionia, ordisce un audace piano per scambiare posto con un suo sosia, il sergente della marina Eugene Lenormand, per tornare in incognito a Parigi e riconquistare il trono. Tuttavia, l’arrivo nella capitale francese sotto mentite spoglie si rivela più difficile del previsto, lasciando Napoleone in balia degli eventi e costretto a vivere la vita da uomo comune, stringendo un legame inaspettato con la venditrice di frutta Nicole ‘Pumpkin’ Truchaut, ignara della sua vera identità.

Il film affronta con leggerezza il tema della caduta degli dei e della relatività del potere, esplorando l’umanità dietro la leggenda di Napoleone. L’analisi è focalizzata sulla dicotomia tra l’immagine pubblica e l’identità privata, con l’imperatore che si ritrova a desiderare la semplicità della vita popolare. La regia di Alan Taylor è misurata e funzionale, in grado di bilanciare il tono agrodolce della commedia drammatica senza cadere nel farsesco, valorizzando un’accurata ricostruzione scenografica d’epoca. L’interpretazione di Ian Holm nel doppio ruolo è superba, infondendo al Bonaparte esiliato un misto di arroganza regale e malcelata vulnerabilità. Nonostante una narrazione che a tratti si adagia, il film offre una riflessione garbata e intelligente, basata sul romanzo La morte di Napoleone di Simon Leys, che ne attesta una discreta importanza come variazione originale su una figura storica iconica.

Regia di Nicole Kassell, Stephen Williams, Steph Green, Andrij Parekh, David Semel, Frederick E.O. Toye. Una miniserie con Regina King, Don Johnson, Tim Blake Nelson, Yahya Abdul-Mateen II, Jeremy Irons. Titolo originale: Watchmen. Genere: Azione, Drammatico, Fantastico, Mistero, Distopico. Paese: USA. Anno: 2019. Durata: 60 min (episodio). Consigliato a: da 14 anni. Valutazione IMDb: 8.2.

La miniserie è ambientata in una Tulsa, Oklahoma, del 2019 distopica, trentaquattro anni dopo gli eventi della graphic novel originale, dove la polizia è costretta a nascondere la propria identità dietro maschere per proteggersi da una cellula suprematista bianca chiamata il Settimo Cavalleria. La detective Angela Abar, che opera segretamente come vigilante mascherata Sorella Notte, si ritrova a indagare sull’omicidio del suo capo e amico Judd Crawford, innescando una complessa indagine che la costringe a confrontarsi con il passato dimenticato e le bugie istituzionali, riaprendo vecchie ferite legate al razzismo storico americano. La storia introduce anche il misterioso miliardario Adrian Veidt (Ozymandias), recluso in una dimensione sconosciuta, e l’agente speciale dell’FBI Laurie Blake (l’ex Spettro di Seta II), inviata per seguire il caso.

La miniserie, creata da Damon Lindelof, non è un semplice sequel, ma una geniale e rispettosa “remix” del capolavoro a fumetti di Alan Moore e Dave Gibbons. Affronta con lucidità e coraggio temi scottanti come il trauma intergenerazionale, il suprematismo bianco e la fallibilità degli eroi, utilizzando il genere supereroistico come lente per esplorare le profonde piaghe sociali e razziali americane, in particolare il massacro di Tulsa del 1921. La regia corale e la sceneggiatura stratificata eccellono nel bilanciare azione, mistero e profonda introspezione psicologica, con un episodio interamente in bianco e nero (il sesto) che si distingue per innovazione stilistica e narrativa. L’interpretazione di Regina King è magnetica e centrale, supportata da un cast di altissimo livello. La miniserie è stata acclamata per la sua audacia tematica e la qualità produttiva, vincendo numerosi Emmy Awards e consolidando il suo status come una delle più importanti e riuscite opere televisive degli anni Dieci.

Regia di Ronald D. Moore (ideatore), Matt Wolpert (ideatore), Ben Nedivi (ideatore). Una serie con Joel Kinnaman, Wrenn Schmidt, Shantel VanSanten, Krys Marshall. Titolo originale: Id. Genere: Ucronia, Fantascienza, Drammatico. Paese: Stati Uniti. Anno: 2019-in produzione. Durata: 60-70 min (a episodio). Consigliato a: da 16 anni. Valutazione IMDb: 8.1.

La serie è ambientata in una storia alternativa (ucronia) che si apre nel 1969, quando l’Unione Sovietica batte gli Stati Uniti nella corsa allo spazio, facendo atterrare per prima un cosmonauta sulla Luna. Questo inatteso successo sovietico alimenta una “guerra fredda spaziale” più intensa e prolungata. La narrazione segue le vite di diversi astronauti della NASA, come l’irreprensibile Edward Baldwin e l’ambiziosa ingegnere Margo Madison, e delle loro famiglie, le cui esistenze vengono plasmate e stravolte dalla corsa inarrestabile verso la colonizzazione lunare e oltre.

For All Mankind è un’opera di fantascienza ambiziosa e meticolosa che usa l’ucronia come lente per esplorare le dinamiche sociopolitiche e i progressi tecnologici che avremmo potuto raggiungere. Il principale punto di forza risiede nella capacità di fondere il dramma personale dei protagonisti, in particolare le donne costrette a lottare per il proprio posto in un ambiente maschile, con una spettacolare ricostruzione storica e futuristica. La serie effettua salti temporali audaci tra le stagioni, permettendo di seguire i personaggi e l’evoluzione tecnologica nel corso di decenni, dalla Guerra Fredda all’esplorazione di Marte. La qualità della produzione è altissima, con effetti visivi convincenti e una sceneggiatura che tocca temi come l’ambizione umana, il prezzo del progresso e l’importanza della collaborazione. Una serie drammaticamente coinvolgente che offre uno sguardo stimolante su un “cosa sarebbe successo se” ottimistico.

Regia di Frank Spotnitz (ideatore), David Semel (pilota). Una serie con Alexa Davalos, Rufus Sewell, Joel de la Fuente, Chelah Horsdal, Brennan Brown. Titolo originale: Id. Genere: Ucronia, Fantascienza, Drammatico, Thriller. Paese: Stati Uniti. Anno: 2015-2019. Durata: 45-70 min (a episodio). Consigliato a: da 16 anni. Valutazione IMDb: 7.9.

L’ambientazione è un 1962 alternativo in cui le potenze dell’Asse hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale. Gli Stati Uniti sono divisi: la costa orientale è controllata dal Grande Reich Nazista, l’ovest dagli Stati Giapponesi del Pacifico, separati da una Zona Neutrale nelle Montagne Rocciose. La storia ruota attorno a Juliana Crain, una giovane donna di San Francisco che entra in possesso di misteriosi filmati clandestini che mostrano una realtà in cui gli Alleati hanno vinto. Questi film, legati alla figura de L’uomo nell’alto castello, la spingono nella Resistenza, incrociando il destino dell’ambiguo agente Joe Blake e quello dello spietato Obergruppenführer nazista John Smith.

Tratta dal capolavoro letterario di Philip K. Dick, la serie eccelle nella costruzione del mondo ucronico, offrendo uno scenario inquietante e visivamente impressionante di un’America soggiogata. I temi fondamentali sono l’identità, il totalitarismo, la propaganda e l’esistenza di realtà parallele. La qualità della regia e della messa in scena è elevatissima, ricreando con un’estetica cupa la minaccia nazista e la raffinata oppressione giapponese. Rufus Sewell, nel ruolo di John Smith, offre una performance da manuale, bilanciando in modo convincente la mostruosità ideologica con la complessità familiare. Nonostante si prenda notevoli libertà rispetto al romanzo, la serie sviluppa il concetto dei filmati come ponti tra i mondi, aggiungendo un elemento sci-fi che, pur a volte sbilanciato, rende il thriller politico un’affascinante riflessione sulla storia e la memoria.

Bastardi senza gloria - Film (2009) - MYmovies.it

Regia di Quentin Tarantino. Un film con Brad Pitt, Christoph Waltz, Mélanie Laurent, Diane Kruger, Eli Roth, Michael Fassbender, Daniel Brühl. Titolo originale: Inglourious Basterds. Genere: Ucronia, Guerra, Azione, Drammatico. Paese: USA, Germania. Anno: 2009. Durata: 153 min. Consigliato a: Per un pubblico maturo (vietato ai minori di 14 anni). Valutazione IMDb: 8.3.

Il film è ambientato nella Francia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e intreccia due trame principali destinate a convergere. La prima segue il tenente Aldo Raine, che guida i “Bastardi”, un gruppo di soldati ebreo-americani in missione segreta per diffondere il terrore tra le fila naziste scalpandoli e uccidendoli brutalmente. La seconda trama ruota attorno a Shosanna Dreyfus, l’unica sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia per mano del sadico e carismatico Colonnello delle SS Hans Landa, che ora gestisce un cinema a Parigi. Shosanna ha un piano di vendetta personale: bruciare il cinema con all’interno tutti i massimi gerarchi nazisti, tra cui Hitler e Goebbels, riuniti per la première di un film di propaganda. Le due missioni si incrociano proprio in quella fatidica notte.

Bastardi senza gloria è un’opera di revisionismo storico e ucronia pura, in cui Quentin Tarantino riscrive la storia della Seconda Guerra Mondiale attraverso il suo inconfondibile stile. Il film è caratterizzato da lunghi e tesi dialoghi in più lingue (inglese, tedesco, francese e un po’ di italiano), da improvvisi scoppi di violenza e da una grande attenzione al potere del cinema e della propaganda. L’apice è raggiunto dall’interpretazione magistrale di Christoph Waltz nei panni del Colonnello Hans Landa, che gli è valsa l’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista. È un’opera audace e controversa che celebra la vendetta e la catarsi cinematografica, offrendo una conclusione alternativa e iconoclasta al conflitto.

Regia di Potsy Ponciroli. Un film con Stephen DorffTim Blake NelsonRichard Speight Jr.Max ArciniegaBrad CarterCast completo Genere Western – USA2021durata 99 minuti. – MYmonetro 2,97 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

All’inizio del XX secolo, il vedovo Henry vive con il figlio adolescente Wyatt in una piccola fattoria coltivando la terra e allevando animali. La sua tranquillità è interrotta dal ritrovamento di un uomo gravemente ferito in una zona poco lontano dalla proprietà. Henry porta in casa l’uomo – che si chiama Curry ed è uno sceriffo in fuga – e lo cura dopo averlo legato al letto e dopo aver nascosto la borsa piena di denaro ritrovata al suo fianco. Quando gli uomini che danno la caccia a Curry, guidati dal feroce Ketchum, anch’egli un sedicente sceriffo, si presentano a casa di Henry, l’umile contadino si rifiuta di consegnare il suo ospite e si appresta a combattere l’ultima battaglia per difendere sé stesso e il figlio.

Old Henry (2021) on IMDb

Gran bel western! se vi piace il genere non perdetevelo.

Regia di Kinji Fukasaku. Un film Da vedere 2000 con Tatsuya FujiwaraAki MaedaTaro YamamotoKou ShibasakiMasanobu AndoChiaki KuriyamaCast completo Titolo originale: Batoru rowaiaru. Genere Grottesco – Giappone2000durata 114 minuti. – MYmonetro 3,97 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

I giovani giapponesi sono troppo esagitati. Per disciplinarli viene emanato il Battle Royale Act: ogni anno una scolaresca viene estratta a sorte e catapultata su un’isola deserta. Sorvegliati dal prof. Takeshi e da un nucleo militare, gli studenti si giocano la “battaglia reale”: ognuno riceve un’arma diversa, che sia un bazooka o una pinza per le ciglia, e si dà alla macchia. Scopo del gioco: eliminare tutti gli altri entro tre giorni. Regole: nessuna.
Un soggetto assurdo dà il via ad uno tra i film più agghiaccianti mai realizzati, in cui timidi secchioni diventano spietati assassini (morendo peraltro in gran velocità), ragazzine risolvono piccole gelosie amorose a colpi di mitra, insegnanti si rivelano essere le bestie che i loro alunni li credono. Un incubo. Splatter sublime, acuto psico-thriller, farsa tanto sofisticata da strozzare le risate in gola, BR ci regala tra l’altro un Beat Takeshi nell’apoteosi della sua cattiveria – autore anche del raccapricciante quadro che appare nel film. Un capolavoro del male, che sta degnamente accanto ad Arancia meccanica. E che i benpensanti del belpaese non potevano che censurare.

Battle Royale (2000) on IMDb

Regia di Quentin Tarantino. Un film con Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch, Al Pacino. Titolo originale: Once Upon a Time in Hollywood. Genere: Commedia, Drammatico, Crime. Paese: Stati Uniti d’America, Regno Unito. Anno: 2019. Durata: 161 min. Consigliato a: Da 16 anni. Valutazione IMDb: 7.6.

Ambientato nella Los Angeles del 1969, in un momento di profondo cambiamento per l’industria cinematografica, il film segue le vicende di Rick Dalton, un attore televisivo la cui carriera è in declino, e della sua storica controfigura e amico di lunga data, Cliff Booth. Mentre Rick cerca disperatamente di rilanciare la sua immagine, i due si muovono in una Hollywood vibrante e cangiante, ignari dei sinistri eventi che stanno per coinvolgere la loro vicina di casa, la giovane e promettente attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski.

L’opera è un malinconico e affettuoso omaggio a un’epoca d’oro del cinema e della televisione, intriso di nostalgia per i B-movies e gli spaghetti western. La regia di Tarantino è sapiente, con lunghi piani sequenza e un’attenzione maniacale alla ricostruzione storica degli ambienti e dei costumi. Le interpretazioni di DiCaprio e Pitt sono eccellenti, con un’alchimia credibile che veicola il tema centrale dell’amicizia maschile e della dipendenza professionale. Tecnicamente, il film si distingue per la fotografia che evoca i colori e l’atmosfera dell’epoca. Il tema del revisionismo storico, tipico del regista, qui raggiunge un apice poetico, offrendo uno sguardo sul potere catartico e quasi mitologico della finzione cinematografica di riscrivere la realtà e preservare un sogno. Il film è un affresco valido e stratificato, un’opera imprescindibile per comprendere la poetica matura del suo autore.

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