Category: Drammatico


Locandina Blue

Un film di Derek JarmanSperimentaledurata 76 min. – Gran Bretagna 1993.

Si tratta dell’ultimo film diretto da Jarman, con il parziale aiuto di David Lewis. È un esperimento molto radicale, monocromatico. Infatti lo schermo è completamente coperto dal colore blu mentre la voce del regista ci fa attraversare dal di dentro le tensioni di un malato terminale di Aids. È autobiografico, ma come è nello stile del regista non manca l’ironia. Una storia troppo impegnativa per il grosso pubblico. Molto bella la musica di Simon Fisher Turner.

Blue (1993) on IMDb
Johnny Belinda (1948): Amazon.it: Wyman,Ayres,Bickford,  Wyman,Ayres,Bickford: Film e TV

Un film di Jean Negulesco. Con Agnes Moorehead, Lew Ayres, Charles Bickford, Jane Wyman Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 103 min. – USA 1948. MYMONETRO Johnny Belinda * * * - -valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una ragazza sordomuta viene violentata da un marinaio. La paternità del bimbo che le nasce viene attribuita al giovane medico che aveva dimostrato interesse per la giovane aiutandola a trovare un modo di esprimersi e comunicare con gli altri. Ma il vero colpevole si scopre quando tenta di sottrarre il bambino alla madre, che disperata lo uccide. Grazie ad una testimonianza, il tribunale le riconosce la legittima difesa e la sordomuta sposa finalmente il medico.

Johnny Belinda (1948) on IMDb

Regia di Rafael Romero Marchent. Un film con Sydney ChaplinPeter Lee LawrenceGuglielmo SpoletiniDyanik ZurakowskaEduardo FajardoCast completo Genere Western – Italia1968durata 89 minuti. – MYmonetro 2,50 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Western “all’italiana” dei più fiacchi, con un primattore tedesco e il figlio di Chaplin che fa malinconicamente il cattivo.

One by One (1968) on IMDb

Regia di Laura Poitras. Un film Da vedere 2022 con Nan GoldinAlfonse D’amatoEd KochJohn MearsheimerCookie MuellerCast completo Titolo originale: All the Beauty and the Bloodshed. Genere Documentario, – USA2022durata 113 minuti. Uscita cinema domenica 12 febbraio 2023 distribuito da I Wonder Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,47 su 25 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel 2018, insieme all’associazione da lei fondata, PAIN (acronimo di Prescription Addiction Intervention Now), la nota fotografa Nan Goldin è protagonista di un’azione di protesta presso il MET di New York. È la prima di una serie di contestazioni plateali che puntano alla cancellazione del nome della famiglia Sackler (fondatrice e proprietaria di una delle più importanti case farmaceutiche statunitensi) dall’elenco dei nomi dei sostenitori e dalle sale o donazioni a loro intitolate. Il primo passo simbolico per denunciare le micidiali ricadute del fenomeno noto come “epidemia degli oppioidi”, il consumo massiccio e indotto di farmaci a base di ossicodone (che provocano una forte dipendenza e portano a dipendenze maggiori): centosettemila morti per overdose negli Stati Uniti solo nel 2021, con tutte le conseguenze sociali ed economiche derivanti.

In quanto parte di una generazione che ha avuto grande familiarità con le droghe, sopravvissuta lei stessa a un’overdose e alla tragica sottovalutazione dell’AIDS, Goldin è particolarmente decisa a combattere la battaglia. E racconta senza filtri alla macchina da presa di Laura Poitras, che la segue per tre anni, molte questioni personali.

Quella originaria è strettamente legata a una concezione impropria e criminale della medicalizzazione, che ha portato al suicidio della sorella Barbara. Un trauma da sempre negato e censurato dalla famiglia.

La guerra americana in Iraq (My Country, My Country), il terrorismo islamico e Guantanamo (The Oath), Julian Assange e Wikileaks (Risk), Edward Snowden (Citizenfour): con la stessa intraprendenza e sprezzo del pericolo, per il suo ultimo film, in concorso a Venezia 2022, Laura Poitras continua a scegliere contesti e individui di eccezionale resistenza e anticonformismo. Ma in All the Beauty and the Bloodshed (“tutta la bellezza e lo spargimento di sangue”, una citazione che ha a che fare con “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad, il cui senso è svelato nel finale) la traccia investigativa, giornalistica, caratteristica suoi lavori precedenti, ha uno spazio meno preponderante, affidato in parte agli interventi di Patrick Radden Keefe (autore di “L’impero del dolore”, libro inchiesta sulla dinastia Sackler, che finanzia anche università come Harvard, ed è costruito sulla fortuna del Valium).

In primo piano sta invece quasi sempre l’insieme dell’opera di Nan Goldin, intrecciata a una biografia selvaggia, ai margini. Classe 1953, cresciuta in un sobborgo borghese per poi essere data in affido e aver vissuto nel nomadismo ribelle tra varie sottoculture, Goldin è nota per le sue sequenze di diapositive proiettate come film prima nei locali underground e poi nelle gallerie, la più nota delle quali è “The Ballad of Sexual Dependency”.

Una serie di scatti realizzati tra fine anni ’70 e anni ’80, nella comunità artistica libera e trasgressiva di New York, dove Goldin ha trovato la sua famiglia d’elezione. Quella che ritrae in foto intime, spesso di nudo, in interni ordinari quando non squallidi, a messinscena zero. Una costellazione di dropout da discografia dei Velvet Underground, un’umanità di drag queen, prostitute, performer, punk, persone amate. Molte decimate dall’HIV, identificato come malattia degli omosessuali maschi e anche questo, proprio come l’abuso di farmaci oppioidi, sottovalutato dalla politica.

All the Beauty and the Bloodshed (2022) on IMDb

Regia di Krzysztof Zanussi. Un film con Maja KomorowskaScott WilsonEwa DalkowskaVadim GlownaDanny Webb. Titolo originale: Rok spokojnego slonca. Genere Drammatico – Polonia1984durata 106 minuti.

Siamo nel 1946, la seconda guerra mondiale è terminata da poco e in una piccola città – che ora fa parte della Polonia ma prima era tedesca – una giovane vedova, Emilia, incontra un soldato americano, Norman, che deve indagare sui crimini di guerra. Entrambi, sconvolti dalla guerra, arrivano lentamente a capire che il passato non conta: per quanto possa essere stato difficile e pieno di sofferenza, l’amore e la speranza sono sempre possibili. Premiato con il Leone d’oro alla Mostra di Venezia.

A Year of the Quiet Sun (1984) on IMDb

Edit 20/4/24 I subita che ho integrato nel file sono difettosi e si fermano al 15° minuto. Nella cartella trovate un file .srt con i subita funzionanti (tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni)

Regia di Audrey Diwan. Un film Da vedere 2021 con Anamaria VartolomeiKacey Mottet KleinLuàna BajramiLouise Orry-DiquéroCast completo Titolo originale: L’evènement. Genere Drammatico, – Francia2021durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 4 novembre 2021 distribuito da Europictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,11 su 27 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Francia, 1963. Anne ama la letteratura e ha deciso di farne un mestiere, fuggendo un destino proletario. Sui banchi è brillante, sulla pista da ballo altrettanto. Tra una birra e un twist, dribbla gli uomini che la desiderano come in un romanzo rosa. Ma Anne preferisce la letteratura alta e affonda gli occhi blu tra le pagine di Sartre e di Camus. In un ambiente e in un Paese che condanna il suo desiderio e guarda con diffidenza alla sua differenza, Anne scopre un giorno di essere incinta e privata della libertà di decidere del proprio corpo e del proprio futuro. Intanto conta le settimane e cerca disperatamente di trovare una soluzione.

L’événement non è un film da cui si esce indenni. Adattamento del romanzo omonimo di Annie Ernaux, è la storia cruda di una ragazza al debutto della vita per cui è inimmaginabile avere un bambino e rinunciare ai suoi sogni.

Prima della legalizzazione dell’aborto e l’arrivo della pillola contraccettiva, l’interruzione della gravidanza per una donna era un campo di battaglia, il teatro di un vero dramma. L’evento del titolo accade quindici anni prima la Loi Veil, che segna un pre e un dopo. Nella Francia degli anni Sessanta, medici e pazienti rischiavano la prigione in caso di aborto. Prima che una legge consentisse a una donna il diritto all’interruzione volontaria, le donne non avevano scelta e non potevano scegliere di non avere un figlio. Rischiavano la propria salute abortendo clandestinamente e giocandosi a dadi il destino.

Emancipato con cognizione dalle questioni di coscienza, L’événement è soprattutto un’esperienza fisica, un viaggio corporale così freddo e preciso, così netto e frontale da sentire il gemito delle spettatrici in sala quando una sonda abortiva penetra il sesso della protagonista. Audrey Diwan gira in 4:3 e camera in spalla negandoci la via di fuga. Non abbiamo scelta, sentiremo da vicino tutte le emozioni di Anne. Come per la protagonista il mondo fuori non esiste. Non c’è fuori campo per noi e non c’è nessuno per lei, nessuno pronto ad aiutarla, a sostenerla, a consigliarla, a dirle anche solo che andrà tutto bene.

Non esistono personaggi empatici nel film di Audrey Diwan, secco come uno schiaffo ma riparatore come una carezza perché a prevalere alla fine è il corpo finalmente ‘liberato’ di una donna. Delle donne. Come in ogni libro di Annie Ernaux, il peccato è originale e la vergogna finisce per travolgere. Tutto il mondo si beffa delle sue protagoniste, che smettono di mangiare o di studiare come Anne, che perde la concentrazione e rischia l’avvenire letterario.

Happening (2021) on IMDb

Regia di Todd Phillips. Un film Da vedere 2019 con Joaquin PhoenixRobert De NiroZazie BeetzFrances ConroyMarc MaronCast completo Titolo originale: Joker. Genere AzioneAvventura, – USA2019durata 122 minuti. Uscita cinema giovedì 3 ottobre 2019 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,68 su 41 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Arthur Fleck vive con l’anziana madre in un palazzone fatiscente e sbarca il lunario facendo pubblicità per la strada travestito da clown, in attesa di avere il giusto materiale per realizzare il desiderio di fare il comico. La sua vita, però, è una tragedia: ignorato, calpestato, bullizzato, preso in giro da da chiunque, ha sviluppato un tic nervoso che lo fa ridere a sproposito incontrollabilmente, rendendolo inquietante e allontanando ulteriormente da lui ogni possibile relazione sociale. Ma un giorno Arthur non ce la fa più e reagisce violentemente, pistola alla mano. Mentre la polizia di Gotham City dà la caccia al clown killer, la popolazione lo elegge a eroe metropolitano, simbolo della rivolta degli oppressi contro l’arroganza dei ricchi.

Si presenta con una carta, il Fleck di Todd Phillips, ma non è una carta da gioco: è il documento di una malattia mentale, che lo rende un emarginato, un rifiuto della società, come ci dice la prima sequenza del film, sovrapponendo al suo volto la cronaca di una città allo sbando, sommersa dalla spazzatura fisica e metaforica.

Primo stand-alone sul più famoso villain della DC Comics, il film di Todd Phillips esplora dunque la nascita di un mostro prodotto dalla società stessa, creato e nutrito da illusioni e delusioni, maltrattamenti fisici e psichici, nell’epoca che mescola spettacolo pubblico e degrado morale.

Ambientata nei primi anni ’80, l’origin story diretta, prodotta e co-scritta da Phillips colma i vuoti strategici lasciati nel passato del personaggio, mescolando le indicazioni di Alan Moore e Brian Bolland con la cronaca vera americana e con l’omaggio al cinema coevo di ScorseseRe per una notte e Taxi Driver in particolare. Parallelamente alla costruzione narrativa della maschera di Joker, siamo invitati ad assistere alla costruzione interpretativa del personaggio che Joaquin Phoenix compie sotto i nostri occhi, trasformandosi fisicamente in altro da sé, aggiungendo energia man mano che perde peso, liberandosi progressivamente dal diktat del sorriso socialmente conveniente (“It’s so hard to be Happy all the time”) per riscrivere radicalmente e alla propria maniera le regole della commedia della vita.

Joker (2019) on IMDb

Regia di Lav Diaz. Un film Da vedere 2016 con Charo Santos-ConcioJohn Lloyd CruzShamaine BuencaminoNonie BuencaminoMichael De Mesa. Titolo originale: Ang babaeng humayo. Genere Drammatico, – Filippine2016durata 226 minuti. distribuito da Microcinema. Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

1997. Trent’anni dopo la sua incarcerazione per un delitto che non ha commesso, Horacia viene rimessa in libertà. Inizia così il percorso della donna alla ricerca del suo passato: il marito, la figlia ormai adulta, il figlio scomparso e l’uomo che l’ha fatta arrestare ingiustamente. Non sarà facile per Horacia rimettere insieme la propria esistenza, frammentata come quella del suo paese, le Filippine, in un momento storico dominato dalla paura, dalla violenza e dallo smarrimento identitario.
Lav Diaz si è ispirato al racconto di Tolstoj “Dio vede la verità ma non la rivela subito” per raccontare il modo in cui la casualità dell’esistenza ci conduce in direzioni impreviste senza che alcuno possa arrogarsi il diritto di stabilire ciò che per noi è davvero positivo. Ancora una volta il regista-sceneggiatore-montatore-direttore della fotografia filippino prende possesso del tempo e dello spazio e lo dilata a seconda delle esigenze della storia che racconta, e che si dipana davanti ai nostri occhi con la calma dell’attesa: quella di Horacia, ma anche la nostra, nell’aspettare la materializzazione degli innumerevoli piccoli miracoli.

The Woman Who Left (2016) on IMDb

Regia di Lorenzo Vigas. Un film Da vedere 2015 con Alfredo CastroLuis SilvaJericó MontillaCatherina CardozoMarcos MorenoCast completo Titolo originale: Desde allà. Genere Drammatico, – VenezuelaMessico2015durata 93 minuti. Uscita cinema giovedì 21 gennaio 2016 distribuito da Cinema. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,54 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

A Caracas Armando, 50enne proprietario di un laboratorio odontoiatrico, sottoposto ad abusi dal padre quando era piccolo, vive in solitudine. Paga giovani sbandati che rimorchia per strada perché si spoglino a casa sua. Senza toccarli. L’incontro con il giovane Elder – orfano di padre, sottoproletario violento e anch’egli vittima di una società machista – sconvolgerà la vita di entrambi. Tremendo film, asciutto e rigoroso, originale e profondo, sul “danno”, sulla difficoltà a non ripetere gli errori subiti, sulla mancanza di trasmissione di etica e ideali, sulla orfanaggine più profonda. Forse anche, ma in seconda battuta, metafora sui rapporti di potere e sopraffazione delle classi sociali. Leone d’oro al film dell’esordiente Vigas, prima presenza del Venezuela nella storia di Venezia.

From Afar (2015) on IMDb

Regia di Roy Andersson. Un film Da vedere 2014 con Holger AnderssonNisse VestblomLotti TörnrosCharlotta LarssonViktor GyllenbergCast completo Titolo originale: En Duva Satt På En Gren Och Funderade På Tillvaron. Genere Commedia drammatica, – Svezia2014durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 19 febbraio 2015 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,38 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un anziano muore d’infarto mentre stappa una bottiglia; un’attempata insegnante di flamenco tocca il suo giovane allievo che la rifiuta; una taverniera zoppa offre da bere a giovani squattrinati per un bacio; in un bar irrompono soldati del ‘700 e il re Carlo XII (1682-1718) che si invaghisce del barista; militari inglesi del primo ‘900 ustionano vivi schiavi africani in un cilindro metallico che trasforma le loro urla in musica sublime per ricchi bianchi. Sono alcuni di 39 tableaux vivants , ognuno un piano-sequenza, a volte parzialmente intersecati. 5° lungo del regista svedese, il 1° in digitale, con Canzoni del secondo piano (2000) e You, the Living – Gioisci dunque o vivente! (2007) completa un trittico sull’esistenza umana che ha la forma di un puzzle. È un film pittorico, ispirato a Otto Dix (1891-1969) e Georg Scholz (1890-1945), che comunica, più che con le parole – ridotte a tormentoni di luoghi comuni -, attraverso immagini impeccabili, tutte in toni diversi, ma ugualmente spenti, di beige-verde (fotografia di István Borbás e Gergely Pálos), al fine di indurre contemplazione e riflessione. Lo fa col tocco leggero dell’ironia, fondendo tragico e comico, tanto da suscitare la smorfia e il sorriso allo stesso tempo. Andersson chiama la sua poetica “trivialismo”, o anche “super-realismo”, perché per lui l’essenza dell’uomo sta nella coscienza della propria banalità. La sua è una poetica dell’umiltà e del distacco ironico contro ogni superomismo e ogni fanatismo. Le si attaglia una sentenza di Pascal: “L’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma è una canna che pensa”. Leone d’oro a Venezia 2014. Distribuisce Lucky Red.

 Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza
(2014) on IMDb

Regia di Rainer Werner Fassbinder. Un film Da vedere 1982 con Brad DavisFranco NeroJeanne MoreauLaurent MaletHanno PoschlCast completo Titolo originale: Querelle. Genere Drammatico – Germania1982durata 106 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 – MYmonetro 3,26 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Le peripezie – il calvario? – del marinaio Querelle (Davis) che sbarca a Brest e va incontro al suo destino di contrabbandiere d’oppio, sodomita, assassino. Ultimo film di Fassbinder, in concorso a Venezia nel settembre dello stesso anno e distribuito in Italia (dopo una bocciatura in censura) con 48 m (meno di 2 minuti) in meno e il titolo del romanzo (1947) di Jean Genet da cui è tratto. Sebbene la tematica della violenza e della sopraffazione che dominano i rapporti umani sia costante nel cinema di Fassbinder, anche nei suoi film di taglio omosessuale ( Le lacrime amare di Petra von Kant , Il diritto del più forte ), non sembra felice il suo incontro con Genet che tende a fare un’esaltazione mistica dell’abiezione e del delitto. Fassbinder non è mai stato un mistico. A livello figurativo il fascino del film è innegabile per la glaciale sapienza luministica (giallo, arancio, blu) e la stilizzazione teatrale della scenografia, ma forte è il sospetto che si tratti di un film manieristico e decorativo, sia pur di un manierismo di alta classe. C’è stilizzazione, non stile.

 Querelle de Brest
(1982) on IMDb

Regia di Roger Michell. Un film con Anne ReidDaniel CraigPeter VaughanAnna Wilson Jones, Danira Govich. Genere Drammatico – Gran Bretagna2003durata 112 minuti. – MYmonetro 3,13 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Rimasta vedova e impreparata alla vecchiaia, la provinciale sessantenne May è accolta nella bella casa londinese del figlio Bobby e poi in quella più povera di sua figlia Paula e inizia di nascosto una relazione con l’amante di lei, il falegname anticonformista Darren, scoprendo finalmente i piaceri del sesso. Nonostante le apparenze, il linguaggio registico del poliedrico Michell conta più della sceneggiatura di H. Kureishi, tratta da un racconto in Il corpo (2002), che pure ha il merito di trasgredire il tabù dell’inconoscibile e misconosciuta sessualità dell’alta età femminile. Dopo una 1ª parte apprezzabile per finezza psicologica e descrizione ambientale, Kureishi impregna l’invettiva di Gide (“Vi odio, famiglie!”) di una misantropia nichilista, venata di misoginia. Inquinano, nel loro crudo naturalismo, l’ultima mezz’ora e persino l’unico personaggio positivo, la protagonista May che la teatrante Reid impersona con un’intensità dolce, non priva di durezza ribelle. Girato in esterni a Shepherds Bush Green, quartiere di Londra, con un’incursione nella nuova Tate Gallery.

 The Mother
(2003) on IMDb

Regia di André Øvredal. Un film Da vedere 2023 con Corey HawkinsAisling FranciosiLiam CunninghamDavid DastmalchianChris WalleyCast completo Titolo originale: The Last Voyage of Demeter. Genere Horror, – USA2023durata 118 minuti. Uscita cinema giovedì 10 agosto 2023 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,10 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Whitby, Inghilterra, agosto 1897. La nave mercantile russa Demeter si è incagliata sugli scogli e dell’equipaggio non c’è traccia. Viene ritrovato soltanto il diario di bordo del capitano Eliot. Porto di Varna, Bulgaria, 4 settimane prima. Demeter sta per partire ed è a corto di uomini. Al gruppo si unisce anche Clemens, un medico inglese che ha appena salvato la vita a Toby, il nipote del capitano. Durante la traversata però iniziano a verificarsi dei fenomeni premonitori. Viene trovata una giovane donna, Anna, nella stiva, in pessime condizioni di salute e inizialmente è considerata come una clandestina. Poi viene sterminato tutto il bestiame. All’inizio si pensa a un’epidemia. La verità invece è molto più tragica.

The Last Voyage of the Demeter (2023) on IMDb

Regia di Aaron Sorkin. Un film Da vedere 2020 con Sacha Baron CohenJoseph Gordon-LevittFrank LangellaEddie RedmayneMark RylanceCast completo Titolo originale: The Trial of the Chicago 7. Genere DrammaticoStoricoThriller, – USA2020durata 129 minuti. Uscita cinema mercoledì 30 settembre 2020 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,44 su 22 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Vari esponenti della controcultura giovanile di sinistra vengono scelti, letteralmente, come capro espiatorio per la violenta repressione delle proteste avvenute durante la convention democratica di Chicago del 1968. Con loro viene incredibilmente accusato anche Bobby Seale, co-fondatore del movimento delle Pantere Nere, che a Chicago era stato solo per quattro ore quel giorno. Grazie alle testimonianze di un gran numero di infiltrati nella protesta, si cerca di pilotare il processo verso la condanna, ma il giudice è così di parte e propenso a bizzarre decisioni da sollevare sempre più dubbi sulla regolarità del processo.

The Trial of the Chicago 7 (2020) on IMDb

Regia di Kim Ki-Duk. Un film Da vedere 2012 con Jung-Jin LeeJo Min-Su. Titolo originale: Pieta. Genere Drammatico – Corea del sud2012durata 104 minuti. Uscita cinema venerdì 14 settembre 2012 distribuito da Good Films. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro3,73 su 67 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Assunto da uno strozzino per ottenere il pagamento dei debiti dai clienti in ritardo, Kang-do si comporta come un macellaio, storpiando orribilmente le sue vittime e seminando la morte. Fino a quando non si presenta alla sua porta una donna che dice di essere la madre e si addossa la colpa di ogni suo crimine, pentita di averlo abbandonato alla nascita e lasciato crescere senza amore. Dopo averla sottoposta alle prove più terribili per accertarsi che dica la verità, Kang-do accetta finalmente la donna ma la paura di perderla lo mette, per contrappasso, nella posizione di scacco in cui ha sempre tenuto le sue vittime. 
La vita, la morte, il denaro. Per Kim Ki-duk c’è un termine di troppo, un intruso fatale. La pietà non è un trittico ma una figura sacra, che prevede solo due attanti. Il denaro non dovrebbe avere un posto tra questi temi, ma l’ha acquisito, ed è un errore che domanda giustizia, o meglio, un giustiziere.
Non c’è dubbio che Pietà sia un film sulla sproporzione. Lo dice in un sol colpo (d’occhio) l’immagine della coppia protagonista: un ragazzo gigantesco e una piccola signora, e lo ribadisce ogni scena, ogni sfumatura. La crudeltà di Kang-do è fuori misura, così come la stupidità di alcuni debitori. Lo sono la capacità di sopportazione dell’una, l’ingenuità dell’altro, l’architettura della vendetta. Lo sono, dunque, le scelte in sede di racconto e di regia: le scene di sesso dichiaratamente eccessive, l’enfasi musicale, l’utilizzo di un’attrice, Min-soo Cho, dalla bravura fuori dell’ordinario.
Eppure, non si può fare a meno di avvertire anche un eccesso di sicurezza, da parte del regista sudcoreano, uno sfoggio di sé, che qualche volta toglie forza a ciò che avviene dentro l’inquadratura, o più semplicemente le impedisce di sorprenderci. È un genere, questo, che Kim ha già cavalcato e nel quale eccelle, ma non incanta più. Se non fosse per la massiccia dose di ironia che ha calato in questo diciottesimo film, probabilmente più che in ogni altro lavoro precedente, il rischio sarebbe quello della predica morale leggermente ridondante, come lo è il kyrie eleison finale. “Signore, pietà”.
Salvato dall’ironia, Kim regala allora, nonostante tutto, un film circoscritto e alto, in parte ispirato dal connazionale Park Chan-wook, ma intimo e sporco, meno lirico e più radicato nelle “passioni” di questo tempo buio.

Pieta (2012) on IMDb

Regia di Aleksandr Sokurov. Un film Da vedere 2010 con Johannes ZeilerAnton AdasinskyIsolda DychaukGeorg FriedrichHanna SchygullaCast completo Titolo originale: Faust. Genere Drammatico, – Russia2010durata 134 minuti. Uscita cinema mercoledì 26 ottobre 2011 distribuito da Archibald Enterprise Film. – MYmonetro 3,95 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Quarta e ultima parte della tetralogia di Aleksandr Sokurov sulla natura del potere, Faust è l’unico personaggio letterario della partita, dopo Hitler (Moloch), Lenin (Taurus) e Hiroito (Il sole), ma è anche quello contenuto in nuce in tutti gli altri, per il carattere mitico e simbolico che porta in sé.
Il regista russo rilegge liberamente tanto l’opera di Goethe che quella di Mann, scegliendo l’ambientazione ottocentesca e mantenendo la lingua tedesca e l’idea tragica di fondo, per cui la condizione umana consisterebbe in un continuo errare. Sokurov inscena, dunque, questa (diabolica) perseveranza nell’errore costringendo i suoi personaggi a un procedere senza sosta, a una letterale erranza tra boschi, case, lande, ghiacciai. Il protagonista del film non si ferma un istante, tanta è la sua sete di sapere e tanta è la lontananza dalla meta. A questo movimento senza soluzione di continuità si aggiunge una forza opposta ma altrettanto intensa e inestinguibile che (co)stringe gli esseri umani presenti nell’inquadratura, obbligandoli a farsi largo l’uno sugli altri, a scavalcarsi ad ogni occasione. La gestualità è teatrale, esasperata, ma la sensazione di brulicante claustrofobia ci riporta anche alla pittura di Bosch, non a caso un artista che ha utilizzato il realismo per raccontare il male immateriale e i cui dipinti pullulano di creature dannate e sofferenti.
Visivamente grandioso, il Faust di Sokurov è attraversato da un’atmosfera mortifera dalla primissima all’ultima inquadratura. Il suo dottore è una creatura infelice, non affamato di sola conoscenza ma soprattutto di cibo, di sonno, di denaro e di contatto amoroso: bisogni fisiologici e materiali che collocano inequivocabilmente l’inferno su questa terra (non c’è traccia del prologo celeste e il conto degli individui in fila per firmare il patto è in continua espansione e riproduzione). Il paradosso tragico della vita espresso nell’opera è che l’uomo può giungere al divino solo con l’intervento del demonio: per questo quando Wagner chiede al dottor Faust dove si trovi l’anima, il medico -pur avendo indagato le viscere e ogni organo umano- deve ammettere che non l’ha trovata. Il suo potere è umano e dunque limitato.
Con un impiego di mezzi ingente ma anche assolutamente necessario e meritato, Sokurov allestisce uno spettacolo che appaga l’occhio, un’opera d’arte potente e affascinante che ribadisce nel mentre la validità atemporale del racconto. Uno spettacolo di quelli che non siamo più abituati a sostenere senza sforzo ma che ripaga davvero l’impegno che domanda.

Faust (2011) on IMDb

Regia di Yasujirô Ozu. Un film Da vedere 1959 con Keiji SadaYoshiko KugaChishû RyûKuniko MiyakeHaruko Sugimura. Titolo originale: Ohayö. Genere Drammatico, – Giappone1959durata 90 minuti. Uscita cinema lunedì 6 luglio 2015 distribuito da Tucker Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti – MYmonetro 3,50 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nella periferia di Tokyo le giornate trascorrono indisturbate tra i pettegolezzi del vicinato, almeno fino a che si insedia una coppia di giovani hipster con una Tv. I bambini del quartiere con ogni pretesto sgattaiolano per trovarsi davanti al piccolo schermo ad assistere agli incontri di sumo. Quando la famiglia Hayashi proibisce ai propri figli di vedere la Tv, questi danno vita a uno sciopero del silenzio che genererà una serie di problemi e incomprensioni con le altre famiglie.

Good Morning (1959) on IMDb

Regia di Yasujirô Ozu. Un film Da vedere 1956 con Chikage AwajimaTyo SaitoTeiji TakahashiChishû RyûSo YamamuraHaruko SugimuraCast completo Titolo originale: Soshun. Genere Commedia drammatica 1956durata 144 minuti.

Shoji Sugiyama è un impiegato che lavora a Tokyo, sposato con Masako, la coppia ha perso il loro unico figlio l’anno precedente per via di una malattia.

Durante una gita con i colleghi di ufficio Shoji conosce la segretaria Kaneko con cui trascorre del tempo. Nei giorni seguenti Kaneko fa delle continue avances a Shoji che dopo una iniziale ritrosia accetta e i due intrecciano una relazione clandestina. Masako sospetta che il marito abbia un’amante ma decide di non farne parola, tuttavia è sempre più infastidita dal fatto che Shoji passi del tempo con Kaneko e questo estrania i due coniugi.

Early Spring (1956) on IMDb

Regia di Yasujirô Ozu. Un film Da vedere 1932 con Tatsuo SaitôHideo SugawaraTomio Aoki. Titolo originale: Umarete wa mita keredo. Genere Drammatico – Giappone1932durata 90 minuti. – MYmonetro 2,99 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Due ragazzi diventano compagni di giochi del figlio del datore di lavoro del padre. Tra i ragazzi c’è un rapporto paritario, che però non esiste tra gli adulti. Il padre dei fanciulli deve sottostare non di rado al dispostismo del suo principale. I ragazzi assistono alle sue piccole umiliazioni e ne sono scioccati. Arrivano a disprezzare il padre. Ma perché sono piccoli. Quando diventano adulti, capiscono. 

I Was Born, But... (1932) on IMDb

Regia di Yasujirô Ozu. Un film con Setsuko HaraIneko ArimaChishû RyûIsuzu YamadaTeiji Takahashi. Titolo originale: Tokyo boshoku. Genere Drammatico – Giappone1957durata 140 minuti.

Takako e Akiko sono state abbandonate dalla madre e sono cresciute con il padre. Con lui tornano a vivere quando la prima lascia il marito alcolizzato e la seconda non riesce a proseguire la relazione con uno studente, Ken, da cui aspetta anche un figlio. Sarà proprio la ricerca di Ken, incallito giocatore d’azzardo, che porterà Akiko a incontrare una donna che sembra conoscere davvero troppo sul suo conto. Solo una madre potrebbe sapere così tante cose…

Tokyo Twilight (1957) on IMDb