
Regia di Ugo Gregoretti. Un film con Annie Girardot, Susy Andersen, Sandra Milo, Tony Anthony, Nanni Loy. Titolo originale: Le belle Famiglie. Genere: Commedia, Satirico, A episodi. Paese: Italia. Anno: 1964. Durata: 106 min. Consigliato a: Per tutti. Valutazione IMDb: 6,4.
Il film è una commedia a episodi, un format popolare nel cinema italiano degli anni Sessanta, e si concentra sulla critica grottesca e satirica della borghesia e dei suoi costumi. Si compone di quattro storie separate: “Il principe azzurro”, in cui una contadina siciliana rifiuta un matrimonio combinato, preferendo il convento; “Il bastardo della regina”, dove una moglie, non sentendosi amata, assume un cameriere vietnamita di presunte origini nobili per ingelosire il marito; “La cernia”, in cui un donnaiolo romano si ritrova vittima di un beffardo gioco di scambi amorosi durante una vacanza al mare; e “Amare è un po’ morire”, che segue le cure eccessive e morbose che una moglie dedica sia al marito che all’amante, a patto che siano entrambi infermi.
Le belle Famiglie si inserisce nel filone della commedia all’italiana, distinguendosi per l’approccio intellettuale e talvolta sperimentale del regista Ugo Gregoretti, che mira a smascherare le convenzioni e le ipocrisie familiari e sociali. La struttura a episodi, sebbene disomogenea per tono e qualità, permette di toccare diversi aspetti del costume italiano, dal sottosviluppo morale del Sud (nel primo episodio) alla crisi coniugale della borghesia settentrionale (nel secondo e quarto). L’analisi di Gregoretti è caustica e acuta, sebbene a volte sfociando nel didascalico. Le interpretazioni del cast corale, che include Annie Girardot e Sandra Milo, sono incisive, ciascuna a servizio di una critica mirata. Nonostante la natura frammentaria, il film è importante come documento del periodo e per il suo tentativo, riuscito a metà, di unire la risata grottesca a una profonda riflessione sulla falsità e l’aridità emotiva che possono nascondersi dietro l’apparenza delle “belle famiglie”.










valutazione media: 3,61 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.




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