Dal romanzo Erasmus di John Haase. Professore che odia la scienza e il progresso scopre che il minore dei suoi figli, adoratore della Bardot, è un genio della matematica. Lo porta a Parigi. Tiepida e gradevole commedia per famiglie, ben recitata da una compagnia affiatata di attori. La cosa più divertente è l’infatuazione del ragazzino per la Bardot. Potabile e innocuo.
Per cercare di utilizzare l’energia contenuta all’interno della Terra, viene fatta scoppiare una bomba atomica. L’esplosione provoca la fuoriuscita di un pericoloso magma che potrebbe causare la distruzione della Terra stessa. Firmati da John Douglas, gli effetti speciali sono impressionanti in questo film di SF, sostenuto da un intreccio verosimile e da una solida tensione, che conferma le robuste qualità di Marton come regista di azione.
La figlia di un allevatore texano, di passaggio a Parigi, stringe amicizia con una famosa attrice. Ignora che la donna è sua madre che lasciò il Texas quando lei aveva due anni. A raccontarle tutto è il padre che teme che la ex voglia riprendersi la figlia. Inoltre lo preoccupa il flirt che la fanciulla ha intrecciato con il figlio di un diplomatico francese. Le cose però si concluderanno bene.
Un film di William Keighley. Con Ray Milland, Gene Tierney Titolo originale Close to My Heart. Commedia, b/n durata 90 min. – USA 1951. MYMONETRO Figlio di ignoti valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una giovane coppia di coniugi senza figli decide di adottare un neonato. Ma prima di farlo il marito Brade, che è giornalista, indaga e scopre che il piccino è figlio di un delinquente. Finisce ugualmente coll’adottarlo.
1633. Due giovani gesuiti, Padre Rodrigues e Padre Garupe, rifiutano di credere alla notizia che il loro maestro spirituale, Padre Ferreira, partito per il Giappone con la missione di convertirne gli abitanti al cristianesimo, abbia commesso apostasia, ovvero abbia rinnegato la propria fede abbandonandola in modo definitivo. I due decidono dunque di partire per l’Estremo Oriente, pur sapendo che in Giappone i cristiani sono ferocemente perseguitati e chiunque possieda anche solo un simbolo della fede di importazione viene sottoposto alle più crudeli torture. Una volta arrivati troveranno come improbabile guida il contadino Kichijiro, un ubriacone che ha ripetutamente tradito i cristiani, pur avendo abbracciato il loro credo.
Dopo un cataclisma l’isola di Goto è in completo disfacimento: vi regna Goto III che si suicida perché la moglie ama un giovane tenente. Tutti gli abitanti sono militarizzati e ridotti a marionette.
Dopo 10 anni arriva finalmente in Italia questo notevole film di Walerlan Borowczyk che narra una fortunatissima favola polacca del XIII secolo secondo la quale un paggio del re fu costretto a compiere una folle galoppata legato al dorso di un cavallo nella immensa e gelida pianura polacca. La contesa amorosa intono alla bella cortigiana Blanche che prende tutti i protagonisti della storia è avvolta in quella aura di sensualismo e carnalità che è tipica del maestro polacco
Un film di John Cromwell. Con Lloyd Bridges, Kim Stanley Titolo originale The Goddess. Drammatico, b/n durata 105 min. – USA 1958. MYMONETRO La divina valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una ragazza cresciuta nei bassifondi e abbandonata a se stessa dalla madre vuole diventare attrice cinematografica per sottrarsi alla miseria del proprio ambiente. Per riuscire nel suo intento non esita davanti a nulla e alla fine riesce a diventare una stella famosa e acclamata. Ma il successo le è costato molto: l’unico uomo che l’abbia veramente amata si è allontanato da lei e le ha portato via la figlia. Molti anni dopo, preso da un senso di pietà, l’uomo ritorna, ma è troppo tardi: la donna è ormai un’alcolizzata malata di nervi che rifiuta ogni affetto. Non è difficile riconoscere nel personaggio tormentato e inquieto della protagonista Marilyn Monroe.
Dal romanzo (1861) di Charles Dickens: l’orfanello Pip riesce a studiare, diventare un gentiluomo, arricchirsi, frequentare la buona società, ignorando che il suo benefattore è un assassino galeotto. Per giunta, ne sposa la figlia Estella di cui s’è innamorato. Con Le avventure di Oliver Twist (1948), è uno dei due ammirevoli film dickensiani di Lean, “uno dei grandi film della storia del cinema britannico” (E. Martini). “Fa per Dickens quello che Enrico V (di Olivier) fece per Shakespeare” (J. Agee). 2 Oscar per la fotografia (Guy Green) e la scenografia (John Brian). Compare anche la Simmons bambina. Filmato in precedenza con Il forzato (1934), fu rifatto con Tutto mi porta a te (1974) e con Paradiso perduto (1998).
Amin ha lasciato gli studi di medicina per scrivere il suo film. Ma è estate, ci penserà domani. Lasciata Parigi per le spiagge del Mediterraneo, torna a casa e agli amici di sempre. Torna da Ophélie, compagna di giochi che non smette di guardare e fotografare. Ophélie che vuole sposare Clément ma fa l’amore con Toni, tombeur de femme incallito. A due passi dal mare, Amin flirta con Charlotte e Céline, inaugurando un’estate di giochi d’acqua e di promesse appese in cui le azioni restano senza conseguenze.
C’è un volto che ci afferra e che la caméra di Abdellatif Kechiche non smette di scrutare. È quello di Amin. Lo sguardo spiegato, il sorriso luminoso, la sua bocca, le sue labbra, tutto inizia da lui e rimanda immancabilmente a quello di Ophélie, più morbida e abbandonata, più impaziente e febbrile.
Tre ragazze che hanno lasciato la campagna da vent’anni per cercare fortuna a Mosca affrontano il bilancio della propria vita: l’amore, la carriera, i figli, tra speranze, successi e delusioni. Piacevole sorpresa della cinematografia sovietica, il film fa leva su situazioni universali, immerse in una realtà moscovita qui coraggiosamente trattata in modo non sempre conforme alle censure generalmente imposte dal regime.
Un bimbo prodigio, che possiede inspiegabili poteri, decide di non crescere per reagire all’insulso mondo degli adulti. Ridicolizza una parata nazista antecedente allo scoppio della guerra; poi vive i momenti tragici del conflitto in cui perde un cugino, la madre e il padre (lui stesso ne ha provocato la morte all’invasione sovietica).
Fabio Santamaria, impiegato con moglie e figlia, si trova un giorno a pescare sulle rive del lago di Grasciano. Assiste così a un efferato delitto: un uomo massacra una giovane donna seminuda. Spaventato si allontana dal luogo e viene seguito dall’auto dell’assassino. Di lì a poco scoprirà che costui, un professore di liceo, si è recato alla polizia affermando di essere stato testimone del delitto stesso e fornendo i suoi connotati indicandolo come l’esecutore. Da quel momento Santamaria vive nell’incubo di essere arrestato e deve decidere cosa fare.
Cosimo e Leo sono due poliziotti completamente deficienti (con il “ci” sillabato) mandati a sorvegliare un boss della camorra proprio in virtù della loro manifesta idiozia dal loro capo corrotto. Ciò nonostante riescono a fotografare il boss, che dunque si vede costretto a rifarsi letteralmente la faccia, e si rivolge a due chirurghi plastici, Alex e Dino, che si mettono all’opera per esaudire la sua richiesta (in punta di pistola): assomigliare come una goccia d’acqua a Leonardo DiCaprio. Peccato che i chirurghi, anch’essi piuttosto deficienti, capiscano Peppino Di Capri e rendano il criminale identico al cantante campano.
Trasposizione cinematografica del celeberrimo dramma teatrale di Arthur Miller. Willy Loman (un misurato e attento Hoffman reduce dai successi sul palcoscenico di Broadway) è il viaggiatore di commercio invecchiato e sconfitto il cui sogno di successo si è invece risolto in un fallimento professionale e affettivo: solo il suicidio potrà servire a risollevare amaramente parte della situazione. Schlondorff confeziona un prodotto di alta e sicura classe nel rispetto delle tematiche e delle atmosfere di Miller. Eccellente la prova di recitazione non solo di Hoffman ma di tutto il cast, soprattutto del giovane e promettente John Malkovich.
UFO Robot Goldrake (UFOロボグレンダイザーUFO Robo Gurendaizā?) è un anime televisivo di 74 episodi, prodotto dalla Toei Animation dal 1975 al 1977 e basato su un soggetto di Gō Nagai, già autore dell’omonimo manga nel 1975. È stata la prima serie mecha giapponese importata in Italia, dove venne originariamente trasmessa con il nome di Atlas UFO Robot nell’ambito del programma Buonasera con… sulla Rete 2, dal 1978 al 1980, con 71 dei 74 episodi.
Per dare un’idea del successo avuto all’epoca basti pensare che il 45 giri prodotto dalla Fonit Cetra con le sigle della prima serie, Ufo Robot/Shooting Star (firmate con lo pseudonimo Actarus), ottenne addirittura il disco d’oro superando il milione di copie vendute.[1]
Il protagonista della serie è il principe Duke Fleed, fuggito dopo una disperata resistenza a bordo di un avanzatissimo robot da battaglia, Goldrake (Grendizer) dal suo pianeta natale Fleed in seguito all’attacco delle truppe del malvagio Re Vega. Le Forze di Vega infatti si propongono di sottomettere i pianeti invadendoli ed annettendoli al loro impero.
New York, 2012. Un virus ha ucciso tutti gli uomini e li ha trasformati in vampiri. La città è deserta, e l’unico sopravvissuto è il Dottor Robert Neville (Will Smith), scopritore di un possibile siero che potrebbe salvare l’umanità. Neville si muove alla luce del giorno con il suo cane lupo seguendo la quotidianità, in attesa della notte, in cui i vampiri escono dalla penombra, attaccando tutto ciò che incontrano. Will Smith sa il fatto suo. È nato come rapper, è diventato una star della televisione, e da tempo ha affrontato il cinema. Sempre da protagonista. Dopo il film diretto da Muccino dove recitava con suo figlio, adesso si confronta con se stesso e con una metropoli spettrale che mette in evidenza ogni suo movimento. Forse non sarà candidato all’Oscar, ma la sua interpretazione è degna di nota.
Un’infermiera con aspirazioni di scrittrice trova una lettera sigillata. Scopre così di un’eredità destinata nel passato a due gemelli. La donna li ritrova e scopre che i due non sanno nulla l’uno dell’altro.
In un futuro non meglio precisato, l’aggressività umana è diventato un tale problema da dover essere controllato da parte dell’autorità con la somministrazione obbligatoria di calmanti e la messa fuorilegge di ogni tipo di sentimento. I sudditi di questa nazione-modello, Libria, seguono docili le istruzioni ricevute dal Padre, sorta di dittatore teocrate, e la legge è garantita da temibili squadre di funzionari-poliziotti. Uno di questi, però, è roso dai sensi di colpa per aver fatto morire la moglie senza battere ciglio, e quando si dimentica di prendere la medicina decide di ribellarsi al sistema, e di unirsi ai rivoluzionari che stazionano nel sottosuolo per uccidere il Padre e ripristinare i sentimenti. Che già il soggetto sia fiacco, lo si intuisce anche senza vedere il film: una sorta di macedonia tra Fahreneit 451, Orwell e le teorie di Huxley, per giunta senza troppa fantasia. Ma la visione è sconvolgente: unendo senza pudore gli stilemi del thriller con i peggiori B-movies di arti marziali, il regista Wimmer confeziona un polpettone senza costrutto che risulta essere un capolavoro di nullità estetica e formale. Del tutto irrealistico nello svolgersi della vicenda, con dialoghi oltre la comicità involontaria (“Devi uccidere il Padre”, dice il capo dei rivoluzionari al funzionario ribelle, e già immaginiamo Freud rivoltarsi nella tomba), il film non è neppure scalfito dall’interpretazione, comunque intensa, di Emily Watson, e dall’inespressività truce di Christian Bale. Da dimenticare.
Ellie Parker è appena arrivata a Los Angeles con un solo obiettivo: sfondare a Hollywood! L’aspirante attrice, piena di energia e positività, passa continuamente da un’audizione all’altra cambiando trucchi e travestimenti. Ma, se il mondo del cinema è spietato, i suoi migliori amici non sono d’aiuto affinché lei possa realizzare il suo sogno…
Le richieste di reupload di film deve essere fatto SOLO E ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.
Visto il poco spazio su Mega (2 terabyte) NON caricherò più serie tv e fumetti.
Se interessati a serie o fumetti contattatemi via email che vi spiego un metodo alternativo